Guidati da un Joel Embiid da 37 punti e 14 rimbalzi, Philadelphia travolge Los Angeles rifilandole 143 punti in una partita mai in discussione nell’ultimo quarto. LeBron James chiude a un solo assist dalla tripla doppia, agli ospiti non bastano i 39 di Kyle Kuzma
Se la sfida tra Sixers e Lakers doveva essere un test per entrambe le squadre, a superarlo sono stati solamente i padroni di casa. I Philadelphia 76ers hanno dato un’ulteriore conferma della bontà dei loro nuovi “Big Four”, mandando a referto ben ___ punti in una partita in cui la difesa dei Lakers non è mai riuscita a trovare una risposta ai continui problemi di accoppiamento proposti dal quintetto dei Sixers. Uno starting five che ha mandato quattro giocatori in doppia cifra: il leader è stato un Joel Embiid travolgente con 37 punti, 14 rimbalzi, 12/16 al tiro e 11/12 ai liberi, seguito dai 22 di un Tobias Harris chirurgico (22 punti, 6 rimbalzi, 6 assist e 9/14 dal campo), un J.J. Redick da 21 con 8/13 e un Jimmy Butler da 15. L’unico a non raggiungere quota 10 è stato Ben Simmons, che ha chiuso solamente con 8 punti e 7 assist con 3/13 al tiro ma – per la prima volta nella sua carriera NBA – ha tentato una tripla in situazione di gioco normale, pur sbagliando la conclusione dall’arco. Non che ai suoi servisse in maniera particolare, visto che nonostante i suoi problemi al tiro i Sixers hanno comunque chiuso con il 57.7% dal campo e il 50% secco da tre (12/24), anche se questi due dati raccontano più della non-difesa dei Lakers che della grande prestazione offensiva dei Sixers.
I gialloviola infatti non sono sembrati mai davvero avere la concentrazione necessaria per giocarsela, almeno nella metà campo difensiva. Sin dal primo quarto i Lakers hanno lasciato tantissimo spazio in transizione agli avversari, aprendo praterie davanti ai Sixers che hanno fatto più o meno quello che hanno voluto. La squadra di coach Walton è riuscita a rimanere a contatto fintanto che l’attacco li ha sostenuti, con un Kyle Kuzma in grandissimo spolvero: il numero 0 ha chiuso con 39 punti a referto frutto di un eccellente 14/21 dal campo e 5/8 da tre punti, ma dopo un po’ anche le sue energie sono finite e i Lakers sono inevitabilmente finiti sotto nel punteggio, subendo lo strappo decisivo in chiusura di terzo quarto. Alla fine non è servita neanche la tripla doppia sfiorata da LeBron James, che al netto di 18 punti, 10 rimbalzi e 9 assist non ha dato mai l’impressione di voler accelerare per davvero per richiudere lo strappo, tanto che sia JaVale McGee (21 punti e 13 rimbalzi) che Brandon Ingram (19) hanno segnato più di lui. Per i Lakers comunque questa sconfitta certifica un momento di certo non positivo: al netto della vittoria allo scadere contro Boston, l’ottavo posto occupato dai cugini dei Clippers rimane a 2.5 partite di distanza.
Primo tempo
La prima novità è la partenza in quintetto di Reggie Bullock, neo arrivo in casa Lakers dopo la deadline del mercato. Una scelta tattica per accoppiarsi meglio al quintetto dei Sixers formato da tre giocatori ben oltre i due metri assieme a J.J. Redick, e i ritmi sono vertiginosi a inizio gara visto che dopo appena quattro minuti il punteggio è di 15-14. A rimanere avanti sono i Lakers nonostante una difesa per molti tratti letargica, mentre a prendere il proscenio sono Kyle Kuzma e Tobias Harris: il primo ne mette subito 15 grazie a tre triple, il secondo risponde con 14 e 6/6 dal campo, tra cui spicca il primo highlight di serata con una super schiacciata. Kuzma continua a produrre toccando quota 23 a fine primo quarto, che si chiude con un punteggio altissimo sul 40-39 per gli ospiti.
In apertura di secondo quarto sono i Sixers a mettere la testa avanti grazie alle prodezze di Joel Embiid e Jimmy Butler, che guidano la squadra mentre Simmons e Harris riposano. I Lakers soffrono con la second unit che non vede in campo né James né Kuzma e sono costretti a chiamare timeout perché in attacco non riescono più a sopperire alle mancanze difensive. Un po' di svagatezza nella gestione del pallone dei Sixers però permette ai Lakers di mantenersi a contatto al rientro di James in campo, che avviene a metà del secondo quarto. E quando torna i gialloviola riescono a rimettersi brevemente avanti, prima che arrivi la mareggiata dei padroni di casa: a guidarla è un J.J. Redick caldissimo, con il vantaggio che supera la doppia cifra prima di assestarsi sul 76-67 con cui si va all'intervallo.
Secondo tempo
Embiid ricomincia da dove aveva lasciato andando a segno da centro area, ma sono i Lakers a pescare un paio di contropiedi ben fatti con James che manda a schiacciare per il -6 nel nulla della difesa di Philadelphia, costringendo coach Brett Brown al timeout. Gli ospiti arrivano anche a un solo possesso di distanza, ma appoggiandosi ad Embiid i Sixers riescono a produrre viaggi in lunetta in continuazione, mantenendosi a distanza di sicurezza con il centro che supera di slancio quota 30 punti a referto. A seguirlo subito è Kuzma, che riprende fuoco nel giro di un amen e sale a quota 37 tenendo i suoi a contatto, anche se il sorpasso continua a non arrivare. Lo strappo invece lo producono i Sixers, che approfittano del riposo di James e Kuzma per produrre il parziale che li manda a +15 in chiusura di terzo quarto, suggellato dalla tripla di McConnell.
L'apertura di ultima frazione non propone una storia diversa rispetto a quella del terzo quarto, con Embiid che continua a farer quello che vuole e le percentuali dei padroni di casa che si mantengono altissime. I Lakers non riescono a invertire l'inerzia della gara anche perché il ritmo rimane troppo basso per tentare una rimonta, oltre alla difesa che continua a latitare sotto ogni punto di vista. Di fatto, la gara non si riapre mai perché i Sixers mettono punti a referto praticamente senza faticare: finisce 143 a 120 e la squadra di coach Brown continua la sua scalata alla Eastern Conference.