L'MVP in carica estende a 30 la serie di trentelli consecutivi e guida Houston alla vittoria nel derby texano contro Dallas. Ne segna 30 anche Leonard per Toronto, che vince la 5^ in fila. Successi anche per Denver, Milwaukee e Indiana, record di franchigia negativo la 17^ sconfitta in fila dei Knicks
DOPPIA TRIPLA DOPPIA PER WESTBROOK (LA DECIMA IN FILA) E GEORGE (47 PUNTI)
TIRA MALE GALLINARI, LOU WILLIAMS NE METTE 45 MA I CLIPPERS VANNO KO
Houston Rockets-Dallas Mavericks 120-104
“30 for 30”, come la famosa serie di documentari sportivi prodotti da ESPN: James Harden contro Dallas tiene viva la striscia di trentelli consecutivi e con una prestazione da 31 punti, 8 rimbalzi e 7 assist raggiunge quota 30, a una gara sola di distanza dalla seconda striscia più lunga di sempre appartenente a Wilt Chamberlain (titolare anche della prima, a quota 65 trentelli in fila). Un leggero infortunio alla spalla sinistra, registrato nella gara contro Oklahoma City, non ha impedito all’MVP NBA in carica di essere decisivo anche contro i Mavericks di un Luka Doncic capace di chiudere con 21 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, vincendo per la prima in stagione contro Dallas dopo due ko. Già sopra di 14 all’intervallo, Houston vede il proprio vantaggio arrivare fino al +19 nel terzo quarto: sul punteggio di 106-90 per i padroni di casa nel quarto periodo, però, Dallas piazza un 7-0 di parziale che prova a riaprire la gara, ma due triple di Harden in un break di 9-3 per i Rockets decidono le sorti della sfida. Accanto alle magie del “Barba” spicca la prestazione da 17 punti e 11 assist di Chris Paul, che diventa l’ottavo passatore di tuti i tempi nella lega con 8.972 assistenze superando Gary Payton. In casa Rockets ci sono anche i 19 punti di Gerald Green (con 5 delle 23 triple a segno realizzate di squadra), i 18 di Eric Gordon e i 17 di Kenneth Faried.
Toronto Raptors-Brooklyn Nets 127-125
Davanti all’uomo che cantava “every breath you take” normale che la sfida tra Raptors e Nets si decida solo all’ultimo respiro: il canestro a 4.2 secondi dalla fine di Kawhi Leonard regala ai 19.800 della Scotiabank Arena (tra cui il cantante Sting) una vittoria da ricordare e il quinto successo consecutivo ai Raptors, che oltre a un Leonard da 30 punti si godono un Marc Gasol già decisivo nel quarto quarto. Arrivano infatti nei primi minuti del periodo finale 11 dei 16 punti del catalano, accolto da una roboante standing ovation al suo debutto casalingo: “Ho avuto i brividi, una bellissima sensazione, mi è sembrato di tornare una matricola”, le sue parole. I Brooklyn Nets però non avevano nessuna intenzione di fare da semplici sparring partner allo show dei canadesi: gli ospiti hanno chiuso in vantaggio il primo quarto (29-21) e poi anche l’intervallo (60-56), guidati da un ottimo D’Angelo Russell capace di chiudere con 28 punti ma soprattutto 14 assist, suo massimo in carriera. A lui i Nets affidano il tiro finale nei 4.2 secondi rimasti sul cronometro dopo il jumper di Leonard, ma l’errore del loro All-Star condanna Brooklyn alla quinta sconfitta nelle ultime sei gare disputate. I Raptors hanno avuto 18 punti e 12 rimbalzi da Serge Ibaka e 17 da Pascal Siakam, dovendo fare a meno dell’apporto dalla panchina di Fred VanVleet, alle prese con un problema al legamento del pollice della mano sinistra che lo terrà fuori almeno tre settimane: al suo posto, entro pochi giorni, Toronto firmerà Jeremy Lin, liberatosi con un buyout da Atlanta. In casa Nets, invece, accanto alla prestazione di Russell, spiccano i 24 punti con 7 triple a segno (suo massimo in carriera) di Joe Harris e i 22 punti di Allen Crabbe.
Denver Nuggets-Miami Heat 103-87
Dopo tre sconfitte consecutive (contro Detroit, Brooklyn e Philadelphia) durante le quali avevano concesso 127 punti di media, i Denver Nuggets tornano alla vittoria e lo fanno partendo dalla difesa, che tiene gli avversari sotto i 100 punti per la 19^ volta in stagione centrando la vittoria n°18 in queste occasioni. A farne le spese in serata i Miami Heat, che segnano solo 38 punti nel secondo tempo e chiudono tirando un misero 36% dal campo. Per i Nuggets – che dopo l’All-Star break potranno contare anche sul ritorno in rotazione di Gary Harris e di Isaiah Thomas – ci sono 23 punti con 12 rimbalzi del solito Nikola Jokic ma anche 20 da Malik Beasley e 17 dalla panchina da Monte Morris, che suppliscono alla brutta serata al tiro di Jamal Murray (solo 3/12 e 10 punti per lui). Per gli Heat, titolari di un pessimo 9/23 da tre punti, il miglior marcatore di serata è Justise Winslow con soli 15 punti.
Chicago Bulls-Milwaukee Bucks 99-112
La vittoria sul campo di Chicago conferma due cose: che i Milwaukee Bucks sono la miglior squadra NBA (vinte 7 delle ultime 8 e 13 delle ultime 15) e che Giannis Antetokounmpo – tornato in squadra dopo l’assenza nell’inopinata sconfitta contro Orlando – è fondamentale per i destini della squadra di coach Budenholzer. “The Greek Freak” domina i Bulls con 29 punti, 17 rimbalzi e 8 assist, la 39^ doppia doppia della sua stagione ma soprattutto la 12^ volta in cui fa registrare almeno 25 punti, 15 rimbalzi e 5 assist, pareggiando l’impresa di Shaquille O’Neal ineguagliata da quando la NBA si è fusa con la ABA nella stagione 1976-77. Milwaukee ha dovuto vincere due volte la sfida contro Orlando: sopra 100-86 a metà dell’ultimo quarto, ha subìto infatti un parziale di 11-0 dei Magic che ha riportato la gara in equilibrio: c’è voluto allora un controparziale da 12-2 per decidere la contesa, nella quale hanno recitato da protagonisti anche Eric Bledsoe con 19 punti, Malcolm Brogdon con 17 e Khris Middleton con 16. Ai Bulls non bastano i 27 puti di Zach LaVine, 17 dei quali segnati nel primo tempo, i 20 con 17 rimbalzi di Lauri Markkanen, impegnato anche in difesa nel tentativo di contenere Antetokounmpo, e i 18 dalla panchina di Otto Porter, alla terza gara con Chicago, che ha perso 18 delle ultime 21 gare disputate.
Indiana Pacers-Charlotte Hornets 99-90
Gli Indiana Pacers vanificano lo sforzo di Kemba Walker – 26 dei suoi 34 punti arrivano nel secondo tempo – e centrano contro gli Hornets la quinta vittoria in fila, che vede un volto nuovo come protagonista, quello di Wesley Matthews. Ceduto da Dallas a New York e poi rilasciato, l’ex Marquette ha segnato due triple decisive nel quarto quarto, la prima da lontanissimo a 4 minuti dalla fine e poi un’altra per chiudere i conti e portare i Pacers avanti 97-85. Al resto ci hanno pensato i suoi compagni, cinque dei quali in doppia cifra, a partire da Myles Turner che chiude con 18 punti e 8 rimbalzi (gli altri sono Bojan Bogdanovic a quota 13, Darren Collison a 13, Tyreke Evans a 12 e Thaddeus Young a 11). A Charlotte invece risultano alla fine inutili i 21 di Jeremy Lamb e i 18 di Cody Zeller.
Cleveland Cavaliers-New York Knicks 107-104
Tre tiri da tre punti negli ultimi 21 secondi – tutti fuori bersaglio – condannano i New York Knicks alla loro 17^ sconfitta consecutiva, nuovo record di franchigia di cui avrebbero fatto volentieri a meno. Un primo errore di Luke Kormet e poi gli ultimi due di John Jenkins e Dennis Smith Jr. dai due angoli sull’ultimo possesso mantengono senza successi la squadra della Grande Mela, uscita vittoriosa dal campo l’ultima volta agli albori del 2019, il 4 gennaio contro i Lakers. Contro Cleveland – a sua volta reduce da 4 ko consecutivi – New York non è mai stata in vantaggio e a fine gara ha visto Kadeem Allen (53^ scelta dei Boston Celtics al Draft 2017) chiudere come miglior marcatore a quota 25 punti, ovviamente il suo massimo in carriera. Cleveland ha risposta con uno sforzo di squadra, in cui spicca la doppia doppia di Larry Nance Jr. con 15 punti e 16 rimbalzi e quella sfiorata (14+9) da Kevin Love, in soli 16 minuti (tutti nel primo tempo) alla sua seconda gara dal rientro dall’infortunio.
Detroit Pistons-Washington Wizards 121-112
La quarta vittoria in fila dei Pistons non può arrivare in un momento migliore della stagione: Detroit infatti approfitta della sconfitta di Miami e aggancia così l’ottavo posto a Est, sulla scia delle super prestazioni dei propri due leader, Andre Drummond, autore di 32 punti con 17 rimbalzi, e Blake Griffin, a un passo dalla tripla doppia con 31, 9 e 9. I due viaggiano a 26 punti di media nelle ultime 4, tutte vinte, e ora in Michigan si torna a guardare con maggior ottimismo al resto della stagione, che solo una volta aveva visto i Pistons arrivare a quota 5 vittorie in fila (dal 23 novembre al 1 dicembre). Vittime di serata gli Washington Wizards a cui non bastano i 32 punti con 10 assist di Bradley Beal cui si aggiungono i 24 di Bobby Portis, ancora positivo con la sua nuova maglia, e i 23 di Trevor Ariza: dopo due successi in fila, la squadra della capitale torna a conoscere la sconfitta, anche per via delle ottime percentuali dall’arco di Detroit, che ha chiuso con 15/36 da tre punti.