Buone notizie per i due centri, soprattutto per il n°15 dei Rockets atteso al rientro già alla prima gara dopo la pausa per l'All-Star Game, contro LeBron James e i suoi Lakers: "Ora dobbiamo capire chi siamo realmente", dice coach D'Antoni. Tempi un po' più lunghi per Dwight Howard, che però ha ripreso ad allenarsi coi compagni a Washington
HARDEN: "COSTRETTO A SEGNARE COSI' TANTO PER FAR VINCERE LA SQUADRA"
Il primo è fuori dal metà gennaio, il secondo da fine novembre, ma ora sia per Clint Capela che per Dwight Howard c’è una luce in fondo al tunnel. Il primo a uscirne definitivamente è il centro dei Rockets, che dopo essere rimasto a Houston durante la pausa per l’All-Star Game per continuare ad allenarsi in palestra (visto anche in esercizi di uno-contro-uno con il suo compagno Isaiah Hartenstein) ha già raggiunto i compagni a Los Angeles per la sfida di giovedì notte contro i Lakers, di cui — a sentire lui — è pronto a fare parte. Il n°15 dei Rockets sfoggia ancora una fasciatura nera attorno al pollice della mano destra operato a metà gennaio per un problema al legamento, ma assicura di sentirsi benissimo, “pronto a scendere in campo”. La sua presenza — 17.6 punti e 12.6 rimbalzi di media, ma anche tanta intimidazione difensiva — è ritenuta da coach Mike D’Antoni fondamentale se Houston vuole mettere assieme una seconda parte di stagione di alto livello per scalare ulteriormente i piani alti di una classifica che attualmente vede i Rockets quinti nella Western Conference: “Con Clint di nuovo in campo — e quando riusciremo a integrare bene i tre nuovi arrivi [Austin Rivers, Iman Shumpert e Kenneth Faried, ndr] — allora capiremo il nostro vero valore”. Pensiero condiviso anche da Chris Paul, pure lui tornato in campo da poco dopo un problema al tendine del ginocchio per 5 delle ultime 6 gare prima dell’All-Star break: “Pur se avessimo vinto tutte le partite senza di me o senza Clint in quintetto, i veri Rockets non sarebbero stati quelli. Non sappiamo chi siamo davvero finché non ci sarà data la possibilità di giocare tutti quanti assieme”. Quella possibilità sembra già presentarsi giovedì notte nella sfida dello Staples Center, dove Houston dovrebbe essere al gran completo, pronta a riprendere la rimonta in classifica dopo un avvio disastroso che ha visto i Rockets perdere 14 delle prime 25 partite: da allora sono arrivati 22 successi a fronte di soli 10 ko, coincisi anche con la striscia di 31 trentelli consecutivi messa a segno da James Harden, autentico trascinatore della squadra in assenza dei suoi illustri compagni.
Dwight Howard raggiunge i compagni in palestra
Meno immediato, ma comunque almeno all’orizzonte, il ritorno in campo di un altro centro a lungo lontano dall’azione, Dwight Howard. Il centro degli Wizards si è sottoposto ancora a fine novembre a un delicato intervento alla spina dorsale — effettuato nella sua Atlanta, la città da dove proviene. Oggi l’ex centro proprio dei Rockets — che ha iniziato la sua carriera a Orlando ma poi ha visto stop sempre meno convincenti a Los Angeles, Houston, Atlanta e Charlotte — è tornato nella capitale USA per iniziare gli allenamenti in campo assieme ai suoi compagni in maglia Wizards e sotto l’occhio attento dello staff medico della squadra. Non è ancora chiara la data di un suo eventuale ritorno in campo ma la nuova versione di Washington — quella senza John Wall, infortunato, e senza anche Otto Porter e Markieff Morris, entrambi ceduti — potrebbe fra non molto almeno riabbracciare il proprio centro.