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NBA, Steph Curry incontra Barack Obama a sostegno delle minoranze: ed è subito show

NBA

Il campione dei Golden State Warriors e l'ex presidente USA si sono ritrovati a Oakland per festeggiare i cinque anni di un'associazione no-profit voluta da Obama all'indomani dell'uccisione di Trayvon Martin nel 2012. Un tema di grande importanza cui hanno fatto da contorno diversi siparietti divertenti

I GOLDEN STATE WARRIORS A WASHINGTON FANNO VISITA A BARACK OBAMA

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All’indomani dell’uccisione di Trayvon Martin nel 2012 — il 17enne la cui morte per mano di un vigilante aveva ricevuto grande visibilità anche grazie alle azioni dei Miami Heat di LeBron James e Dwyane Wade e di tanti altri giocatori nel resto della lega — l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva deciso di fondare un associazione no-profit chiamata My Brother’s Keeper Alliance il cui compito è quello di ridurre le diseguaglianze che i membri di ogni minoranza razziale negli Stati Uniti sono chiamati ogni giorno a combattere. Da allora l’organizzazione ha raccolto oltre 5.000 iscritti, anche grazie alle figure di punta che ne hanno negli anni sposato il messaggio: tra queste, oltre al fondatore stesso, Barack Obama, anche l’All-Star degli Warriors Steph Curry, che non ha mai mancato di garantire il suo appoggio — anche economico — fondamentale per permettere l’esistenza dell’associazione stessa. I due si sono ritrovati assieme di fronte a un Oakland Scottish Rite Center completamente gremito per discutere per oltre un’ora di temi quali l’importanza della disciplina scolastica, della fiducia in sé e dell’affermazione di modelli maschili virtuosi all’interno delle comunità afroamericane: “Se sei a tuo agio con i soldi che guadagni, non hai bisogno di andare in giro con una catena d’oro da tre chili e mezzo al collo — ha scherzato Obama — così come se sei a tuo agio con la tua sessualità non hai bisogno di circondarti di otto donne che fanno twerking”, scatenando le risate del pubblico. “Dobbiamo essere in grado di poter dire a qualsiasi ragazzo che appartiene a una minoranza: ‘Tu sei importante, noi crediamo in te e avrai le stesse opportunità per dimostrare il tuo valore di qualsiasi altro ragazzo o ragazza’”, ha spiegato l’ex presidente USA. “La fiducia in se stessi è fondamentale”, ha raccontato Curry. “Quella che io oggi porto in campo ogni sera da ragazzino non ce l’avevo. Costruirla è stata una lunga lotta e solo il supporto continuo dei miei genitori mi ha permesso di svilupparla”. Ricetta simile anche per Barack Obama: “Senza un padre in famiglia, al liceo mi sono sentito spesso perso, senza una vera missione, un motivo d’essere. Mia madre e i miei nonni mi sono sempre stati vicini, però, ma io penso di aver iniziato realmente a crescere e diventare uomo quando ho smesso di pensare solo a me stesso e ho cominciato a pensare a cosa avrei potuto fare per gli altri. La cosa incredibile è la fiducia che ne ricavi quando aiuti qualcun altro e vedi il tuo impatto positivo su una certa persona o situazione”.

Scherzi e battute tra “mariti”

Durante l’evento — organizzato per il quinto compleanno dell’associazione e aperto con un’esibizione di John Legend della bellissima “What’s going on” — c’è stata l’occasione anche per qualche battuta divertente. A partire dalla presentazione che lo stesso Obama ha fatto di se stesso (“sono il marito di Michelle”) e di Curry (“il marito di Ayesha”): i due — abituali compagni sui green di golf — hanno poi concluso la serata proprio a una cena organizzata nel ristorante di San Francisco di proprietà della moglie di Steph Curry — l’International Smoke — cena a cui hanno partecipato anche John Legend e la modella Chrissy Teigen: “Anche oggi ho imparato tantissimo da quest’uomo”, ha dichiarato Curry parlando di Obama: “Spero che lo stesso valga per i ragazzi presenti oggi”, mentre la moglie sul suo profilo Instagram ha riassunto la giornata con un semplice quanto significativo commento: "Riuscite a immaginare l'inimmaginabile? Mi sento fortunata oltre ogni misura".