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NBA, James Harden contro Scott Foster: "Non deve più arbitrare i Rockets"

NBA

Nessun tiro libero negli ultimi 20 minuti, i Lakers che vincono in rimonta risalendo dal -19 con Harden e Paul fuori per raggiunto limite di falli: Houston perde a Los Angeles e punta il dito contro lo storico direttore di gara NBA. "È un arrogante, è chiaro che ha qualcosa di personale contro di noi"

JAMES SUONA LA CARICA, INGRAM RISPONDE: HOUSTON VA KO

La vittoria ha sempre mille padri, la sconfitta spesso è orfana. I Rockets invece, dopo il pesante ko incassato in rimonta contro i Lakers, sono convinti che la ragione del loro crollo allo Staples Center (19 lunghezze di vantaggio perse per strada) sia imputabile a una persona precisa: Scott Foster, il direttore della terna arbitrale che spesso già in passato aveva fatto discutere a causa dei suoi fischi contro i Rockets e di alcune decisioni discutibili prese sul parquet. Foster è finito nel mirino di James Harden, costretto a lasciare il parquet con 90 secondi d’anticipo per raggiunto limite di falli: sei infrazioni, di cui quattro in attacco che ne hanno limitato l’incidenza non solo nel finale, ma durante il corso dell’intera gara. Soltanto due dei suoi falli sono stati fischiati da Foster, in momenti però molto delicati della sfida: prima il terzo fallo arrivato con quasi quattro minuti da giocare nel primo quarto, che ha costretto coach D’Antoni a richiamare in panchina il Barba con largo anticipo rispetto al solito. Poi il quinto: fallo in attacco a meno di tre minuti dal termine, con Houston sotto di due lunghezze che perde il pallone e permette ai Lakers di aumentare il proprio vantaggio. Harden però non fa riferimento alle singole decisioni prese, ma all’atteggiamento tenuto da un arbitro tutt’altro che conciliante con i giocatori: “Non voglio fermarmi a parlare della singola chiamata o del modo in cui è stata diretto il match. Bisogna porre l’attenzione su di lui, sul suo modo diverso dagli altri di arbitrare”. Di sicuro i mancati viaggi in lunetta – 17-0 il conto in favore dei Lakers negli ultimi 20 minuti di partita - non hanno fatto altro che aumentare il livello di tensione negli spogliatoi: dopo il 6/7 a cronometro fermo del primo tempo, il Barba non è più riuscito a raccogliere punti facili, arrivando con molta più difficoltà del solito a quota 30 punti segnati per la 32^ gara consecutiva - la seconda striscia più lunga di sempre nella storia NBA, alle spalle del solo Wilt Chamberlain. 

Harden: “Foster è maleducato e arrogante, impossibile parlare con lui”

L’ultima chiamata – quella del sesto fallo contro il Barba – è arrivata da Michael Smith, ma il bersaglio delle lamentale di Harden resta il capo della terna: “Tutta colpa di Scott Foster. Non ho mai parlato e giudicato gli arbitri o cose simili, ma lui è una persona maleducata e arrogante. Non c’è alcuna possibilità di parlare o discutere con lui durante la gara: con questo atteggiamento come si può pensare di costruire un rapporto amichevole e di collaborazione con gli arbitri? E non sto parlando del sesto fallo che mi è stato fischiato, ma più in generale della persona presente sul parquet a dirigere la sfida. È frustrante e questa mia lamentela probabilmente mi costringerà a pagare una multa molto salata, ma onestamente non penso di aver detto nulla di particolarmente grave. Sono un giocatore tranquillo, che se ne sta sulle sue, ma questa è una di quelle cose in cui non puoi esprimere la tua opinione. Non c’è la possibilità di parlare con chi arbitra la sfida, altrimenti ti viene fischiato un fallo tecnico. È molto triste”. Pesano le sette chiamate contro i Rockets nell’ultimo quarto da parte di Foster, così come i trascorsi poco felici che già nei mesi passati avevano portato i giocatori di Houston a lamentarsi della sua direzione di gara: c’era Foster sul parquet a dirigere la terna in due delle sconfitte della scorsa stagione dei Rockets contro gli Warriors, così come nell’unico ko incassato in semifinale playoff contro i Jazz. E in tutte, a detta di Harden, a pesare era stato l’atteggiamento dell’arbitro: “È una situazione che va avanti da un bel po’ di tempo. Sono certo che ormai sia diventata una questione personale, non penso che possa essere in grado di arbitrare ancora una partita dei Rockets onestamente”.

Il precedente di gennaio con Chris Paul, anche lui fuori per falli

Non il primo attacco dei Rockets contro Foster, arbitro NBA da oltre 25 anni che nel 2016 è stato votato da giocatori e allenatori (in via anonima) come il peggiore direttore di gara della Lega in un sondaggio pubblicato dal Los Angeles Times. Lo scorso 11 gennaio l'ultima occasione di scontro, a margine della sfida persa da Houston contro Portland, con Chris Paul che si era lamentato dell’atteggiamento tenuto dall’arbitro che lo aveva sanzionato con un fallo tecnico a meno di cinque minuti dalla sirena. Da lì la partita è cambiata: “Certo, Scott Foster al suo meglio. Sapete cosa intendo, vero? Con molti direttori di gara puoi parlare, discutere. Devi solo capire chi puoi pensare di avere un rapporto e gli altri da cui ti devi tenere alla larga. Molto spesso parlo con gli arbitri e stavolta invece ho preso un tecnico, ma è Scott che continua sempre a fare così. È la storia che parla per lui”. Parole che in quell’occasione non portarono a una multa per CP3, che invece potrebbe arrivare dopo la sfida contro i Lakers (di sicuro ai danni di Harden). Il n°3 dei Rockets ha concluso con 33 secondi d’anticipo la partita contro i gialloviola - a cui mancava un assist per completare la tripla doppia da 23 punti e dieci rimbalzi - sanzionato dal solito Foster su una penetrazione di Brandon Ingram. Con la sua uscita dal parquet, i texani hanno alzato bandiera bianca: “Non so davvero cosa fare, non credo ci sia un modo per avere un confronto con lui. Le ho davvero provate tutte”.