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NBA: Marco Belinelli al top, ma Spurs battuti a Toronto. I Clippers passano a Memphis

NBA

Il n°18 azzurro dei texani segna 21 punti ed è uno dei migliori nella sconfitta di misura di San Antonio nella prima gara da ex di DeMar DeRozan in Canada. Gallinari chiude con 23 punti e mette il suo sigillo sulla vittoria dei losangelini contro i Grizzlies

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Toronto Raptors-San Antonio Spurs 120-117

Alla fine l’ha decisa DeMar DeRozan. Non nella maniera in cui sognava di incidere però, visto che la sua palla persa a 16 secondi dalla sirena ha lanciato il contropiede di Kawhi Leonard e regalato alla sua Toronto i due punti del definitivo sorpasso. Un destino beffardo quello del n°10 degli Spurs – che chiude con 23 punti alla prima gara da ex in Canada e salutato con enorme affetto da quelli che nonostante la trade della scorsa estate sono rimasti i suoi tifosi. “Come una partita di playoff”, l’ha definita Kawhi Leonard - autore di 25 punti e sei rimbalzi, a cui si aggiungono i 22 con 7/10 dal tiro di Paskal Siakam e i 17 di Kyle Lowry e Danny Green. San Antonio però resta in corsa fino all’ultimo possesso, con Marco Belinelli che si ferma soltanto sul ferro con l’ultimo tentativo della sfida per provare a pareggiarla dalla lunga distanza e regalare così l’overtime agli Spurs. Il n°18 azzurro è uno dei protagonisti dal match, autore di 21 punti (seconda miglior prestazione della sua stagione) con 7/15 dal campo e 5/12 dall’arco, conditi con sei rimbalzi e un paio d’assist. Quando c’è da fare sul serio, Belinelli risponde presente. Peccato che il suo sforzo non sia bastato a evitare agli Spurs la quinta sconfitta nelle ultime sei gare, portando i texani pericolosamente a ridosso dell’ottavo posto a Ovest – occupato al momento in comproprietà con i Clippers e con Lakers e Kings pronti ad approfittarne. Dall’altra parte i Raptors di coach Nick Nurse – espulso per un doppio tecnico nel terzo periodo – sono riusciti a ritornare in corsa nel match, nonostante il pessimo 5/30 da due punti raccolto di squadra nel primo tempo. Un successo che riporta Toronto a ridosso di Milwaukee, con i canadesi che non hanno alcuna intenzione di mollare la presa e l’inseguimento al primo posto a Est.

Memphis Grizzlies-L.A. Clippers 106-112

Senza Tobias Harris, Danilo Gallinari sa bene di dover fare un ulteriore passo in avanti in questi ultimi due mesi. Una consapevolezza che nasce dall’essere il riferimento a livello di talento e qualità dell’intero roster. E l’ennesima dimostrazione di quanto l’ex giocatore dell’Olimpia Milano possa incidere è arrivata contro Memphis - decisivo quando più contava per i suoi e protagonista del successo che rilancia la corsa playoff dei Clippers. Il n°8 azzurro segna dieci punti in fila nel quarto periodo, marchiando con le sue giocate un successo che non è più stato in discussione dopo quella serie di bersagli. Alla sirena finale sono 23 punti totali per Gallinari, a cui si aggiungono otto rimbalzi e tre recuperi, in una serata stranamente imprecisa dalla lunga distanza (1/7 dall’arco). Non il miglior realizzatore in casa Clippers, superato da un Montrezl Harrell che eguaglia il suo massimo in carriera a quota 30 punti, confermando di essere una delle armi più pericolose a disposizione di Doc Rivers. L’ex Rockets a Lou Williams rappresentano la coppia che riesce a incidere e avere impatto contro qualsiasi avversario a gara in corso; per questo l’allenatore dei Clippers ha preferito lanciare Ivica Zubac in quintetto nelle ultime partite, pur di preservare la coppia letale in uscita dalla panchina. Dall’altra parte l’unico contributo di livello tra i non titolari arriva da Joakim Noah, autore di 22 punti e 11 rimbalzi (e un perfetto 12/12 dalla lunetta), secondo per canestri soltanto a un Mike Conley da 25 punti, con cui combina nell’azione che decide la sfida. Meno di 20 secondi alla sirena, Avery Bradley ruba il pallone con Memphis sul -4 e assieme a Conley prova a lanciare la transizione per tornare a un solo possesso di distanza. Il passaggio però non viene intercettato dal francese ex-Knicks, che si lascia sfuggire pallone e possibile rimonta, condannando Memphis al terzo ko in fila. Non un dato preoccupante, a differenza dell’infortunio di Jaren Jackson Jr., fuori a tempo indeterminato a causa di un problema al quadricipite: in casa Grizzlies guardano soprattutto a quello e non ai risultati sul campo.