Non una, ma ben due standing ovation nella serata del n°10 degli Spurs che riceve tantissimo affetto dal pubblico dei Raptors, gioca una buona partita, macchiata però dall'errore che segna la sconfitta di San Antonio
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L’aveva chiesta in maniera implicita nelle ore che hanno preceduto la sfida e alla fine è stato accontentato: DeMar DeRozan sognava la standing ovation del pubblico canadese che per nove anni ha fatto il tifo per lui e così è stato, con il n°10 degli Spurs accompagnato dal calore dei suoi ex tifosi sin dal riscaldamento prepartita. Un lungo applauso lo ha accolto una volta messa fuori la testa dal tunnel, mentre durante la presentazione delle squadre il boato a seguito dell’annuncio del suo nome ha coperto quello degli altri giocatori Spurs. Quarantacinque secondi abbondanti di applausi, con il pubblico che a quel punto è rimasto in piedi per omaggiare anche i padroni di casa. “È stata una sensazione unica: scendere in campo da avversario qui per la prima volta, ricevere tutto questo affetto. Davvero un’emozione pazzesca”, sottolinea, ricordando soprattutto quanto accaduto poi a metà primo quarto. Alla prima interruzione della sfida infatti i Raptors hanno proiettato il video celebrativo per omaggiare DeRozan, chiaramente commosso a bordocampo, mentre la folla continuava a battere le mani già durante la visione delle immagini. Un lungo abbraccio per quello che resta il leader della storia di Toronto per punti realizzati (13.296), canestri a segno (4.716), tiri liberi a bersaglio (3.539) e gare giocate (675) con la squadra canadese. Un legame che non si dimentica così in fretta, come dimostrato anche dall’urlo di gioia che buona parte dei tifosi ha fatto dopo che DeRozan ha messo a referto il primo punto della sua partita dalla lunetta. Le abitudini non si modificano così facilmente: “È un onore, ho giocato praticamente la mia intera carriera con questa squadra. Tornare da avversario e ricevere questo omaggio mi fa capire tante cose, mi gratifica ed è la cosa che più apprezzo al mondo. Uscire dal campo tra due ali di folla, con tutto quell’affetto, è un’emozione che ricorderò per sempre”.
La palla persa e il canestro decisivo di Leonard dopo il suo errore
Nel primo incrocio stagionale, quello del 3 gennaio a San Antonio, DeRozan aveva chiuso con la sua prima tripla doppia in carriera in NBA, guidando gli Spurs al successo nonostante un super Kawhi Leonard. Questa volta invece il nativo di Compton è stato costretto a recitare la parte dello sconfitto: miglior realizzatore dei texani con i suoi 23 punti, DeRozan è stato scippato del pallone più importante del match a metà campo dalla difesa Raptors. Un raddoppio orchestrato da Kyle Lowry e il già citato Leonard, abile poi a partire in contropiede e segnare i due punti che regalano il definitivo vantaggio a Toronto. Il destino beffardo che regala all’ex Spurs la soddisfazione di prendersi il canestro più pesante del match, segnato in faccia al beniamino di casa. Un passaggio di consegne, se mai ci fosse bisogno di un'ulteriore conferma: “Sapevo che sarebbero stati aggressivi, provando a forzare la palla persa commettendo poi eventualmente un fallo per fermare il cronometro. Avrei dovuto porre maggiore attenzione nella gestione del possesso, anche se ho subito un bel colpo che gli arbitri hanno deciso di non sanzionare. Ho visto Kyle che era in agguato e so bene quanto sia letale in quelle situazioni. Avrei dovuto leggere quel raddoppio”. E invece i due punti se li sono presi i Raptors, condannando San Antonio a una pesante sconfitta che li riporta pericolosamente a contatto con l’ottavo posto; ai margini della zona playoff a Ovest. DeRozan infatti, coinvolto anche nel possesso successivo sul -1 Spurs, ha preferito rinunciare a un tiro che poteva starci contro Danny Green (altro grande ex della sfida), armando la mano di Davis Bertans che fuori equilibrio ha sbagliato il tentativo a tre secondi dalla sirena (proprio come un positivo Marco Belinelli da 21 punti che sulla sirena avrebbe potuto mandare la sfida all’overtime).
Il siparietto e l’abbraccio con Kyle Lowry
Una delusione durata poco quella di DeRozan, felice di accogliere l’ultimo caloroso saluto della sua gente. Suonata la sirena, è subito corso ad abbracciare Lowry; l’amico fraterno con cui è rimasto a parlottare in mezzo al campo. Nel post partita il numero 7 dei Raptors ha raccontato di essere andato a cena con DeRozan la sera prima della sfida e che, arrivato il conto, l’ex compagno non ha voluto sentire ragioni e ha pagato lui. “Sai, adesso che guadagna dei dollari americani ha un maggior potere d’acquisto. Questi sono i vantaggi dell’avere un amico che gioca negli Stati Uniti”, commenta divertito, senza fare riferimento alla giocata decisiva sul parquet. Tra amici si fa così: ci si sfida con il massimo dell'impegno, ma una volta finita la gara tutto torna come prima. Il n°10 degli Spurs in realtà non è stato l’unico a ricevere un video tributo nella lunga serata canadese, dato che anche Jakob Poeltl era alla prima gara da ex a Toronto. A lui è toccato aspettare fino all’inizio del secondo quarto per ricevere il meritato applauso, quando il pubblico dei Raptors ha deciso di ringraziarlo – anche se in maniera più contenuta – mentre sullo schermo della Scotiabank Arena scorrevano le immagini dell’austriaco con la maglia di Toronto. Nulla di paragonabile rispetto a quanto fatto da DeRozan, ma non bisogna essere per forza dei protagonisti in prima linea per ritagliarsi il proprio posticino nella storia.