Non bastano ai Clippers i 19 punti di Gallinari sul campo che ha chiamato suo per oltre 5 anni. Brutto ko degli Spurs a New York: i Knicks tornano a vincere in casa dopo 18 sconfitte in fila. Toronto, senza Leonard, crolla in casa contro Orlando
VINCONO I KNICKS E LUI SI PORTA A CASA UN OSCAR: LA SERATA MAGICA DI SPIKE LEE
Denver Nuggets-L.A. Clippers 123-96
Tutte le partite da qui a fine stagione contano tanto per Danilo Gallinari e i suoi Clippers, a caccia di un posto ai playoff dopo averli mancati lo scorso anno. Per l'azzurro poi la gara a Denver mantiene sempre un significato speciale, viste le cinque stagioni abbondanti trascorse indossante la maglia dei Nuggets. Purtroppo per lui il suo ritorno nella “Mile High City” è stato tutt’altro che da ricordare, se non dal punto di vista individuale – Gallinari ha chiuso tra i migliori dei suoi, con 19 punti e 6/13 al tiro in 25 minuti – per il risultato di squadra, una netta sconfitta contro Denver, ora a una sola gara di distanza dai Golden State Warriors per il primo posto a Ovest. A decidere la sfida le prestazioni quasi in fotocopia di Paul Millsap (22 punti e 16 rimbalzi) e Nikola Jokic (stesso numero di rimbalzi, solo un punto in meno, 21), ma coach Michael Malone vuole mettere l’accento su un altro numero, per spiegare la grande prestazione dell’ala ex Atlanta: “Ha contestato da solo 18 tiri degli avversari”, fa notare l’allenatore di Denver. Non tutto è andato bene in casa Nuggets, tanti i 12 liberi sbagliati a fine gara (66% scarso di squadra), tantissime le 22 palle perse, ma i Clippers hanno fatto ancora peggio, con percentuali al tiro pessime dal campo (il 34.5%) e addirittura disastrose dall’arco, dove hanno segnato soltanto 3 delle 21 triple tentate. Con Gallinari unico giocatore del quintetto base di coach Rivers in doppia cifra, L.A. ha avuto il solito contributo da un Lou Williams autore di 24 punti e 13 con 9 rimbalzi da JaMychal Green ma in difesa i Clippers hanno concesso oltre il 51% al tiro a Denver e la bellezza di 30 assist (contro i soli 20 da loro distribuiti). Gallinari e compagni, approfittando della sconfitta degli Spurs a New York, non scivola in classifica e condivide con i texani settimo/ottavo posto, ma Sacramento incalza alle spalle con solo due vittorie in meno e lo stesso numero di sconfitte. Denver invece manda sei giocatori in doppia cifre: da notare che tre di questi arrivano dalla panchina, compresi i 10 punti in 24 minuti (ma con 3/11 al tiro) di Isaiah Thomas.
New York Knicks-San Antonio Spurs 130-118
“Una patetica performance difensiva”. Le parole di coach Gregg Popovich dopo che i suoi San Antonio Spurs entrano dalla parte sbagliata della storia concedendo ai Knicks la prima vittoria interna da un ormai lontanissimo 1 dicembre 2018 (18 sconfitte casalinghe in fila, a una dal record all-time dei Dallas Mavericks) riassume perfettamente la gara del Madison Square Garden. Ci sono anche i meriti dei Knicks, che infatti tirano il 51% dal campo guidati dai 27 punti di Damyean Dotson e dai 19 a testa del terzetto Dennis Smith Jr. (che ci aggiunge anche 13 assist), Kevin Knox (con 10 rimbalzi) ed Emmanuel Mudiay. La partita si spacca in due nel terzo quarto, quando il vantaggio dei padroni di casa, sopra di 9 all’intervallo, si gonfia fino a un clamoroso +23 sul 90-67. Per gli Spurs un ko che deve far riflettere, tanto per il valore dell’avversario (la penultima squadra NBA) che per la serie di sconfitte coincisa con il classico Rodeo Trip, in passato spesso vincente e oggi invece con sei sconfitte nelle sette gare disputate fin qui lontano da casa. A nulla sono serviti infatti i 32 punti di DeMar DeRozan e i 18 di LaMarcus Aldridge, rimasto in campo però solo 21 minuti per problemi di falli.
Toronto Raptors-Orlando Magic 98-113
Dopo aver inflitto ai Raptors a fine dicembre la peggior sconfitta della loro stagione (116-87), i Magic concedono il bis anche in Canada, mettendo fine alla striscia di 7 vittorie in fila di Toronto e portando invece a sei il numero dei propri successi nelle ultime sette gare. Dopo aver accolto un ex eccellente come DeMar DeRozan (ed essere usciti vincenti dal duello), Toronto accoglie in città un altro volto conosciuto, quello di Terrence Ross, in Canada per quattro stagioni e mezzo: ed è una partita da ricordare per l’ex Raptors, che segna 28 punti e cattura 9 rimbalzi, suo massimo stagionale eguagliato, confermando il suo ottimo momento di forma (è stato lui il top scorer dei Magic in 5 delle ultime 10 gare). Al resto ci pensa il solito Nikola Vucevic, con una doppia doppia da 23 punti e 12 rimbalzi; vanno in doppia doppia tra i padroni di casa anche Kyle Lowry (19 e 10 assist) e Pascal Siakam (10 con 11 rimbalzi) ma la squadra di coach Nick Nurse paga l’assenza di Kawhi Leonard (13-4 in stagione senza di lui), che tornerà però in campo per la sfida contro i Boston Celtics. Toronto viene tenuta sotto i 100 punti e quando questo accade il record di Orlando ne risente positivamente, con 13 vittorie nelle 16 occasioni: merito anche dei 1 punti di Marc Gasol e dei 14 di Serge Ibaka, la sua 22^ doppia cifra consecutiva (massimo in carriera).