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NBA, Phoenix Suns: Devin Booker, i record perdenti e la "sfida" con Jimmer Fredette

NBA

Il n°1 di Phoenix ha giocato un'altra delle sue incredibili gare a livello realizzativo, ma conclusa poi con una sonora sconfitta. Booker ha messo a segno il 64% dei punti totali dei Suns, supportato da tutti i compagni tranne uno: il beniamino di casa Jimmer Fredette

BOOKER NE SEGNA 59, MA VINCONO I JAZZ

Nelle situazioni in cui non c’è niente da perdere, Devin Booker ha già dimostrato di trovarsi a suo agio. Di essere in grado di continuare a segnare senza soluzione di continuità - ogni riferimento ai 70 punti messi a segno contro Boston un paio d’anni fa non è puramente casuale. Phoenix anche questa volta non aveva nulla da perdere, se non una partita sfuggita di mano dopo poco più di un quarto d’ora. L’ennesima sconfitta, diventata il pretesto per lasciare spazio a un ispirato n°1, tanto da commettere intenzionalmente fallo sul -30 nel quarto periodo pur di lasciare tempo utile sul cronometro per permettere a Booker di continuare a tirare. E così il giocatore dei Suns, che ha concluso la sfida contro i Jazz con 59 punti a referto, è diventato il primo nella storia NBA a perdere con almeno 30 lunghezze di scarto una partita con almeno 50 punti a referto. Il terzo di sempre a segnare così tanto in una gara in cui nessuno dei suoi compagni è riuscito a superare la doppia cifra. Alla sirena finale Phoenix si ritrova così a raccogliere la sesta sconfitta nelle ultime sette partite, oltre che un bel po’ di record “perdenti” che vanno ad arricchire la lunga lista di Booker. Grazie ai suoi canestri i Suns sono rimasti a contatto per tre quarti con i Jazz, che nel finale di gara si sono visti costretti a raddoppiare e triplicare un avversario, nonostante il cospicuo vantaggio raccolto. L’obiettivo di Utah era quello di evitare che Booker chiudesse il match oltre quota 60 punti, nonostante il n°1 di Phoenix già così sia diventato il giocatore ad aver segnato di più nei 22 anni di storia della Vivint Smart Home Arena di Salt Lake City (il record precedente era di 51 punti e apparteneva in coabitazione a Karl Malone, LeBron James e Mahmoud Abdul-Rauf). Grazie a questa gara, Booker è diventato:

  • il quinto giocatore della storia NBA a perdere le prime due partite in cui ha messo a referto 50 punti, assieme a LeBron James, Bob McAdoo, Hakeem Olajuwon e Michael Redd;
  • Il sesto con più di una partita in carriera con almeno 59 punti a segno, dopo Wilt Chamberlain (40 volte), Kobe Bryant (6), Michael Jordan (5), Elgin Baylor (3) e James Harden (3);
  • Il secondo degli ultimi 25 anni per percentuale di punti totali segnati rispetto a quanto raccolto dalla sua squadra. I suoi 59 punti infatti sono il 64% del totale messo a segno da Phoenix, alle spalle del solo Kobe Bryant e della sua gara da 81 punti contro i Raptors del 2006 (in cui il Black Mamba realizzò il 66% dei punti dei Lakers). Nella classifica all-time invece la sua è la quinta miglior prestazione per incidenza totale rispetto alla squadra.

Il ritorno di Fredette nello Utah e i tiri presi al posto di Booker

E come in ogni storia che si rispetti, c’è bisogno che da qualche parte si trovi anche un “nemico”, qualcuno pronto a mettergli i bastoni tra le ruote. Il destino ha voluto che a interpretare quel ruolo (in maniera casuale) fosse Jimmer Fredette, arrivato da pochi giorni a Phoenix dopo un’esperienza di oltre tre anni in Cina. Il miglior giocatore collegiale della nazione della stagione 2010/11 - leader per punti segnati all'epoca in cui viaggiava a quasi 29 di media - è stato il beniamino del pubblico dello Utah, facendo impazzire con i suoi Cougars i tifosi di Salt Lake City (e non solo). Un ricordo indelebile nella memoria di molti, che gli hanno tributato una standing ovation al suo ingresso in campo (sugli spalti c’erano alcuni tifosi con la maglia degli Shangai Sharks, la squadra cinese in cui ha giocato Fredette) e che lo hanno più volte invogliato a tirare, mettendolo chiaramente in conflitto con l’obiettivo di squadra che restava quello di far segnare Booker. A tre minuti dalla sirena infatti, coach Kokoskov decide di mandare in campo di nuovo il n°1 per far aumentare il suo bottino finale, mentre sul parquet resta Fredette che spinto dal pubblico cerca la conclusione ogni volta che il pallone passa dalle sue mani. Una situazione paradossale, in cui i Jazz arrivano addirittura a commettere fallo su un altro giocatore lontano dal pallone pur di non far segnare Booker. L’unico che continua a fare di testa sua è il beniamino di casa, che fatica da matti a trovare il fondo della retina e che viene celebrato con un vero e proprio boato da parte dei tifosi Jazz quando trova il suo primo (e unico) canestro della partita. Alla sirena finale sono sei i punti totali per Fredette, che chiude con 1/10 dal campo e 0/5 ai liberi. In 237 partite in carriera con almeno dieci conclusioni tentate, è la peggiore per percentuale realizzativa mai raccolta, ma siamo sicuri che la sfida contro i Jazz e Booker la ricorderà a lungo nonostante la pessima mira.