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NBA, Jordan Bell scrocca e mette tutto sul conto di coach Brown: Golden State lo sospende

NBA

L’ennesima bravata del lungo di Golden State gli è costata una partita di sospensione: il giovane è stato beccato a mettere i suoi acquisti in camera di hotel sul conto di coach Mike Brown senza che lui lo sapesse. Un altro passo falso in una stagione molto complicata per Bell

Avrete forse notato che questa notte Jordan Bell non era con i Golden State Warriors. La franchigia, infatti, aveva deciso di punire con una partita di sospensione il proprio giocatore, reo di aver tenuto una condotta “dannosa nei confronti della squadra”. Quello è ciò che gli Warriors hanno voluto raccontare, ma quello che si è scoperto dopo è il motivo per cui è stata decisa questa punizione: uno o più acquisti nell’hotel durante la trasferta a Memphis. E non ci sarebbe niente di strano, se non che Bell ha avuto la brillante idea di mettere tutto l’ammontare di quanto acquistato sul conto di Mike Brown, assistente allenatore di coach Steve Kerr, senza che lui lo sapesse. Non è chiaro che cosa abbia acquistato Bell né quanto abbia speso, ma di certo Brown non era a conoscenza dell’addebito arrivato sulla sua carta di credito, e dopo una breve investigazione, gli Warriors sono risaliti al giovane lungo – che già in passato si era reso protagonista di “bravate” del genere. “Il comunicato stampa parla già da solo” ha commentato coach Kerr su quanto successo, citando la dichiarazione da 36 parole della franchigia. “È stato sospeso per condotta dannosa nei confronti della squadra. Oltre a questo, sono affari nostri e di nessun altro. Gireremo pagina”. Quando le squadre NBA vanno in trasferta, le camere vengono pagate direttamente dalla franchigia, mentre ciò che viene acquistato – le cosiddette “incidentals”, quali snack, bevande, film o qualsiasi altro servizio in camera – viene addebitato sulle carte di credito personali dei giocatori quale parte della loro “diaria”. Perciò comunque sarebbe stato Brown a pagare per Bell, il quale sta vivendo una stagione decisamente complicata dopo una sorprendente annata da rookie.

La stagione complicata di Jordan Bell

Quest’anno le cifre di Bell sono calate innanzitutto a livello di minutaggio (da 14.3 a 11.4 minuti) e di conseguenza in tutto il resto, tirando decisamente peggio dal campo (dal 62.7% al 52.6% di percentuale effettiva) e risultando in generale decisamente poco professionale, tanto da meritarsi diverse “lavate di capo” da coach Kerr. Questa volta la sua bravata non è stata coperta come successo in altre occasioni, e il suo futuro con gli Warriors è in dubbio: Bell sarà restricted free agent a fine anno e nel corso dell’anno gli è stato preferito più o meno qualsiasi lungo a disposizione, non solo DeMarcus Cousins ma anche Kevon Looney e Damian Jones. Detto questo, a differenza degli altri lui possiede uno skillset particolarmente utile nei playoff, quando i quintetti si abbassano e la capacità di cambiare sui blocchi diventa cruciale: per questo gli Warriors potrebbero comunque averne bisogno, e affideranno ad Andre Iguodala – suo veterano di riferimento nello spogliatoio – il compito di rimetterlo in riga.