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Goran Dragic-Luka Doncic: a Miami va in scena il primo derby sloveno in NBA

NBA

Lorenzo Scatigna

Il n°7 degli Heat chiude in tripla doppia la sfida particolare con il rookie dei Mavericks - suo compagno in nazionale - ricevendo a margine dell'incontro l'abbraccio degli oltre 2.000 tifosi arrivati dalla Slovenia

MIAMI SI RIPRENDE L'OTTAVO POSTO A EST

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MIAMI - Sembrava davvero di essere alla storica Hala Tivoli di Lubiana: dieci giornalisti sloveni (e tre serbi) accreditati, almeno 2.000 connazionali di Goran Dragic e Luka Doncic in tribuna, ma il teatro di quella che è stata la prima notte slovena della storia NBA si è tenuta invece all'American Airlines Arena di Miami. E non poteva essere altrimenti. La chiassosa torcida slovena con tanto di sciarpe verdi e t-shirt celebrative dell'evento –  ovvero il primo storico faccia a faccia (a Dallas la point guard degli Heat era infortunata) tra la storia del basket sloveno, al secolo Goran Dragic, e quello che la riscriverà a breve, cioè Luka Doncic – già assiepava gli spalti almeno due ore prima della partita. Sciarpate, salti, cori per i due dioscuri sloveni, anche se il tifo in prevalenza era per l’idolo di casa. E a partita abbondantemente finita, quando oramai tutti i fan abituali avevano lasciato l'arena, va in scena qualcosa di davvero inusuale a queste latitudini: la point guard degli Heat che rientra sul campo dopo la doccia e le interviste di rito per l'abbraccio incredibile col suo popolo in visibilio, raggruppato nelle prime file. Sembrava di rivivere i festeggiamenti dell'ultimo Europeo, quello vinto dalla Slovenia sulla Serbia. La sfida tra Dragic e Doncic ha fatto passare in secondo piano anche l'altro grande leit motiv della serata e cioè l'ultimo testa a testa tra due leggende NBA, Dwyane Wade e Dirk Nowitzki, per il quale da New York si era scomodato l'influente Marc Stein [giornalista del New York Times, ndr]. E se per Doncic questa partita rappresentava solo un altro passo verso il titolo di Rookie of the Year (i Mavs giocano interamente per lui), per il suo ex capitano di nazionale la posta in palio era ben diversa: poter continuare la corsa playoff a Est.

Lo scambio di maglia Dragic-Doncic, un virtuale passaggio di consegne

E l'ha vinta proprio Dragic questa partita, con gli Heat in emergenza infortuni e sotto anche di 17 punti, quasi sempre ad inseguire: la tempesta perfetta per Goran, nella serata in cui ritrovava il quintetto dato l'infortunio dell'ultim'ora di Josh Richardson (neanche a farlo apposta) con una partita monstre da 23 punti, 12 rimbalzi, 11 assist e il plus/minus più alto di tutti i compagni, alla sua seconda tripla doppia in carriera. Non poteva essere altrimenti, per coronare la notte perfetta, la sua serata, davanti a tutta questa gente accorsa per vederlo trionfare e, per sua stessa ammissione, capace di trasmettergli una spinta extra e un’ulteriore motivazione a dare il 120%, tutto quello che aveva in corpo nonostante la sua condizione fisico-atletica non fosse ottimale Nelle interviste post partita davanti al nugulo di giornalisti sloveni appare davvero provato, ma radioso: ha dichiarato che dopo questo sforzo aveva ogni parte del corpo che gli doleva, ma data l'atmosfera speciale (e la vittoria), ne valeva davvero la pena. Alla sirena finale a suggellare l'evento davanti ai cameramen ed i fotografi, lo scambio delle canottiere, (relegando in secondo piano quello classico di Dwyane Wade - questa volta col veterano dei Mavs Davin Harris dato che lo scambio con Dirk era già avvenuto nel match di andata e all'All Star Game) con Goran, ebbro di gioia e di soddisfazione per la vittoria, a innalzare verso i tifosi quella di Luka: un gesto grandioso di un giocatore sempre umile a voler celebrare la prossima superstar indiscussa della Lega: " È stata una cosa nata al momento, a fine partita ho detto io a Goran di scambiarci la divisa", queste le parole di Doncic, che poi prosegue: "competere questa sera contro Goran è stato grandioso: per la prima volta nella mia carriera, ero nervoso prima della partita. È stata una serata differente per me, ma davvero speciale. C'era un sacco di gente dalla Slovenia - anche mia mamma - e dover giocare contro Goran per la prima volta ha reso tutto diverso. Lui è stato mio compagno di stanza durante gli ultimi Europei e ciò ha significato molto per me. Mi ha insegnato un sacco di cose. È una persona davvero speciale oltre che un grandissimo giocatore e la partita che ha disputato stasera ne è stata un'altra testimonianza. Questa sera comunque, con tutti i fans sloveni alla partita, è stata davvero incredibile per entrambi. Siamo grati al popolo sloveno per essere volati fino a qui e per l'atmosfera pazzesca che hanno creato all'arena." "Che cosa ti ha detto Dragic a fine partita?" "Mi ha ribadito di continuare a essere paziente, che il futuro è mio. E mi ha augurato di rimanere sano e poter finire la stagione. Si era preoccupato per la botta al ginocchio che avevo preso il primo quarto. Credo sia una cosa da niente. Lui sa bene cosa vuol dire affrontare un infortunio dopo il problema al ginocchio che ha avuto in questa stagione: ha attraversato un momento davvero triste". Un momento complicato e sicuramente non felice per Goran durante i suoi 2 mesi di lontananza dai parquet a seguito dell'operazione, ma questa serata ha restituito alle speranze playoff degli Heat un Dragic più carico che mai. E questa per i tifosi di Miami è una gran bella notizia.