Un tweet dell'ex presidente USA evidenzia gli ottimi risultati dei primi 240 ragazzini iscritti alla scuola pubblica finanziata da LeBron James e aperta in estate. Il percorso è ancora lungo, ma i risultati fanno ben sperare
“Un’altra bella storia che vale la pena condividere”. Inizia così il tweet dell’ex presidente USA Barack Obama che dal suo account segnala un bel pezzo del New York Times (“LeBron James ha aperto una scuola che era considerata un esperimento. Sta mostrando promettenti risultati”) che racconta come i risultati accademici dei primi 240 ragazzi – la scuola ha aperto solo la scorsa estate – siano da considerarsi eccellenti, sopra media anche rispetto alle altre istituzioni scolastiche dello stesso distretto. Si tratta della famosa “I Promise School” fortemente voluta e finanziata dal n°23 dei Los Angeles Lakers nella sua città natale di Akron, forse il lascito più grande – oltre al titolo NBA – che la superstar ex Cavs ha lasciato nell’Ohio. “Da un ‘ragazzo di Akron [come spesso ama definirsi LeBron James, ndr] a una nuova generazione di ragazzi di Akron: arrivano grandi risultati dalla scuola ‘I Promise’. Grande lavoro, “King” James – e complimenti ancora più grandi a questi studenti. Sono orgoglioso di essere testimone del loro successo”, il resto del messaggio spedito al mondo via Twitter da Barack Obama. Complimenti subito raccolti dal giocatore dei Lakers, che sempre su Twitter ha voluto esprimere tutta la sua gioia: “Grazie! Significa tantissimo per i miei ragazzi. Sono BEN PIÙ CHE STRAORDINARI”. “Stanno facendo un lavoro incredibile – dice di loro James – e grazie ai loro risultati oggi la gente sta iniziando a capire la mancanza di educazione a cui erano costretti prima, e capire cosa succede nelle nostre aule”. Riservata per il momento a ragazzini di 9-10 anni, “I Promise” è una scuola pubblica – 2 milioni di dollari il budget stanziato dal distretto di Akron – che però beneficia dei 600.000 dollari investiti di propria tasca dalla fondazione di LeBron James, e si rivolge a una maggioranza afroamericana (il 60% degli studenti iscritti) ma accoglie anche un 15% di ragazzi di altre origini a cui viene insegnato l’inglese e conta anche una forte rappresentanza (quasi 3 ragazzi su 10) di studenti dalle esigenze particolari. Il denaro reso disponibile dalla superstar dei Lakers ha permesso ai ragazzini di poter usufruire di una serie di servizi aggiuntivi tra i quali una preparazione specifica ai test, consulenze esterne, assistenza medica e anche un barbiere a disposizione per ogni giovane studenti tre volte all’anno.
I risultati di oggi, i progetti di domani
E le cose sembrano funzionare: pur su un campione molto ridotto (di solo 240 ragazzi), i voti eccedono per il 90% le aspettative di inizio anno (contro il 70% raggiunto dagli studenti di altre scuole) tanto nelle capacità di lettura che nei calcoli matematici, in un gruppo di ragazzi considerati storicamente a rischio e tra i peggiori dal punto di vista accademico di tutto il distretto scolastico di Akron. Le medie di rendimento, infatti, nonostante i miglioramenti celebrati anche dall’ex presidente USA, rimangono fortemente insufficienti, lontani dagli standard accademici nazionali, ma i segnali incoraggianti sono un punto di partenza e un altro dato incoraggiante arriva dalla percentuale di frequenza alle lezioni, di oltre l’80% - un problema vissuto in prima persona dallo stesso LeBron James, che ha più volte raccontato di aver saltato 83 giorni di scuola quando aveva soltanto 10 anni. Oggi, i ragazzini della “I Promise School” – chiamati “Chosen Ones”, i prescelti, proprio come il loro eroe sportivo – sembrano invece andare a scuola volentieri, anche grazie all’ambiente gioioso assicurato da tutti gli educatori e ad alcuni dettagli che fanno assomigliare le aule più a una Hall of Fame personale del n°23 gialloviola (sono esposte ad esempio 114 paia di scarpe da lui indossate nel corso della carriera) che a una normale scuola. James nel corso di quest’anno ha già visitato due volte la scuola conoscendo personalmente i ragazzini iscritti, e la sua presenza è ovviamente uno stimolo importante per ogni studente: “Una volta ci ha scritto una lettera e si vedeva che la firma in calce era davvero fatta a penna, da lui, non era stampata: è stato un gesto che mi ha incoraggiato molto”. Grazie all’impegno di LeBron, i 240 ragazzi della “I Promise Schoo” sono destinati a diventare 720 entro il 2022 ma il suo coinvolgimento non si ferma qui, visto che altri 1.100 studenti sono già aiutati con borse di studio valutate attorno ai 2.6 milioni di dollari. Perché si può essere campioni anche lontano dal campo.