Con 29 punti di Nikola Jokic e 24 di Jamal Murray, i Denver Nuggets pareggiano la serie con i San Antonio Spurs interrompendo la maledizione dell’AT&T Center, dove non vincevano da sette anni. Solo tre punti per Marco Belinelli: ora i texani dovranno vincere in Colorado per passare il turno
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San Antonio Spurs-Denver Nuggets Gara-4 103-117
L’ultima volta che i Denver Nuggets avevano vinto sul campo dei San Antonio Spurs, Nikola Jokic e Jamal Murray avevano rispettivamente 17 e 15 anni. Risale infatti al 4 marzo 2012 l’ultima vittoria esterna dei Nuggets contro i texani, che avevano vinto le ultime 14 partite consecutive tra le mura amiche. Per fortuna della franchigia del Colorado, ieri notte Jokic e Murray erano in campo e si sono rivelati decisivi per un successo cruciale per la stagione della squadra, spezzando la maledizione dell’AT&T Center e pareggiando la serie sul 2-2 riprendendosi il fattore campo. Per riuscirci hanno dovuto affrontare la sfida che coach Mike Malone aveva messo di fronte a loro dopo la sconfitta in gara-3, chiedendo alla sua squadra di alzare il livello di intensità per rispondere agli avversari. E i Nuggets lo hanno fatto, pur scavandosi una fossa di 12 punti nel primo quarto perso 34-22 complici i 13 di uno scatenato LaMarcus Aldridge, miglior marcatore per gli Spurs a quota 24. Da lì in poi però i Nuggets hanno risposto con la forza della disperazione, prima realizzando un parziale di 20-9 nel secondo quarto per pareggiare la sfida e poi facendone un altro da 20-8 nel terzo, creando un solco di 14 lunghezze che poi sono riusciti a mantenere fino alla fine, senza mai scendere sotto la doppia cifra di vantaggio nell’ultimo quarto. Merito dei già citati Jokic e Murray, che hanno tirato fuori la loro miglior prestazione nella serie nel momento del bisogno: il lungo ha chiuso con 29 punti, 12 rimbalzi e 8 assist senza palle perse, mostrando quel tipo di aggressività che lo rende ingestibile per le difese avversarie; la guardia invece ne ha messi 24 con 6 assist e 8/14 al tiro, distribuendo il suo contributo lungo tutto l’arco della gara invece del solo ultimo quarto come successo in gara-2. “Ho visto fiducia nei propri mezzi” ha detto un soddisfatto coach Malone. “Ho visto una giovane squadra che non pensava al 2012. Perché se ti metti a ripensare agli ultimi sette anni, ne vieni sopraffatto. Noi viviamo nel presente, viviamo la giornata di oggi”.
Crollo Spurs dopo il primo quarto: "Sconfitta molto deludente"
A cambiare rispetto ai primi tre episodi della serie è stato il quintetto dei Nuggets, con Torrey Craig che è stato inserito tra i primi cinque al posto di Will Barton, in difficoltà con il tiro da tre punti (1/13 nelle prime tre gare). E la mossa di coach Malone ha pagato, non solo perché Craig lo ha ripagato con 18 punti e 8 rimbalzi, ma anche perché Barton uscendo dalla panchina ha ritrovato il tocco dall’arco e ha chiuso con 3/3 per 12 punti (pur sbagliando le 7 conclusioni da due tentate nella sua partita). Soprattutto, difensivamente l’inserimento di Craig ha permesso a Gary Harris di scalare in marcatura su Derrick White, enigma irrisolvibile per la difesa dei Nuggets nelle prime tre gare (specialmente la terza da 36 punti) e tenuto invece a 8 punti e 5 assist in gara-4. Senza di lui gli Spurs si sono ritrovati un po’ a corto di opzioni offensive: Aldridge ha segnato 11 punti dopo il primo quarto da 13, venendo tenuto in panchina per tutto l’ultimo quarto da coach Gregg Popovich; DeMar DeRozan ha chiuso con 19 punti, 5 rimbalzi e 5 assist, ma è stato espulso a 5 minuti dalla fine per aver lanciato il pallone in direzione dell’arbitro Scott Foster, frustrato per un fallo offensivo che gli era stato fischiato. Serata complicata anche per Marco Belinelli, che ha chiuso con 3 punti e 3 rimbalzi in una partita da 1/5 al tiro (1/3 da tre punti) in poco più di 17 minuti di gioco. “In generale, i Nuggets hanno accettato la competizione e noi no” il commento amaro di coach Popovich. “La loro fisicità era chiara fin dall’inizio. Sapevamo che sarebbe successo, ma non abbiamo risposto. Per questo è una sconfitta molto deludente: penso che loro abbiano giocato più duro e in maniera più intelligente rispetto a noi”. Con il fattore campo tornato nelle mani dei Nuggets, ora San Antonio dovrà vincere almeno una partita in Colorado se vuole superare il primo turno di questi playoff.