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Playoff NBA, DeMarcus Cousins ha recuperato dall'infortunio: ci sarà contro Houston?

NBA

Gli Warriors - sconfitti nelle ultime due gare dai Rockets - sperano nel rientro del n°0 per avere un'arma in più contro Houston: "Tutti mi davano per finito, mi sono isolato e ho lavorato duro per recuperare. La squadra mi ha aiutato, adesso devo fare la mia parte sul parquet"

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Il viaggio a Houston dei campioni in carica (per adesso) è terminato e ha portato in dote agli Warriors due sconfitte, un bel po’ di incertezza e una semifinale che si prolungherà come minimo fino a gara-6. In Texas bisognerà tornare almeno un’altra volta e la speranza magari è quella di poter schierare sotto canestro DeMarcus Cousins, quasi completamente recuperato dopo il problema al quadricipite che sembrava aver scritto la parola fine alla sua prima esperienza playoff dopo sole due gare. Per ammissione del diretto interessato invece, questa volta potrebbe esserci finalmente “il lieto fine”: “Il mio obiettivo non è quello di restare seduto a guardare i miei compagni. Non so bene come andranno le cose, ma le mie intenzioni sono ben diverse… L’infortunio è stato il momento più basso di uno di quei brutti film, ma penso che potremo avere un lieto fine. Bisogna soltanto aspettare un altro po’”. Il ritorno in campo dopo un anno di recupero dall’infortunio al tendine d’Achille - subìto contro i Rockets, in uno dei tanti incroci del destino - lo scorso 18 gennaio, la regular season in crescendo conclusa da protagonista per lanciare la volata playoff e poi il brusco arresto all’inizio di gara-2 contro i Clippers. Insomma, la maledizione post-season che lo insegue e non gli permette mai di esserci quando più conta: “Sono stato sempre fiducioso rispetto al recupero fin dal momento in cui mi hanno parlato della gravità del problema. Parlare con i dottori mi ha aiutato a capire l’infortunio, le sue ragioni e il modo migliore per affrontarlo. Ho lavorato molto di testa: senza ansia, né progetti a medio termine. Ogni giorno sapevo di poter fare la differenza, senza piangermi addosso, ma solo con l’intenzione di tornare in campo a fare quello che mi riesce meglio. Certo, rispetto al passato è un infortunio di poco conto, ma quello che mi ha fatto arrabbiare non poco è stata la tempistica: uscire dal parquet quando conta di più. So che nel basket succede: non sono il primo e non sarò l’ultimo”.

In campo già contro Houston? “Non lo so, vedremo”

Uno dei segreti per non farsi condizionare è stato quello di “spegnere il mondo” e lasciarlo fuori dalla palestra: Cousins infatti racconta come lo scetticismo seguito al suo infortunio avrebbe potuto fargli molto più male del problema al quadricipite. “É finito, si fa sempre male, ormai è in fase calante, ecc…”, tutti discorsi che non lo hanno destabilizzato più di tanto mentalmente. L’ex Kings e Pelicans ha continuato a pensare alle sessioni di tiro, alle trasferte con la squadra, alle difficoltà che i suoi compagni hanno dovuto affrontare sul parquet. A questo punto un suo ritorno contro Houston potrebbe fare comodo a Golden State: “Vediamo, non c’è un piano se non quello giornaliero. Sono certamente di buon umore e vedo la possibilità di terminare queste brutte settimane. Per farlo continuerò a lavorare senza tenere conto di quello che il mondo dice di me. Ci sono davvero troppe opinioni in giro, tutti si sentono in diritto di poter dire la loro. Magicamente sono tutti diventati dottori, specialisti. Io sono felice di avere avuto al mio fianco la famiglia e la squadra, che mi ha permesso di ritrovare subito fiducia e condizione. Hanno fatto al meglio la loro parte, adesso tocca a me dare il mio contributo”.