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Mercato NBA, Los Angeles Lakers: Frank Vogel è il nuovo allenatore, Jason Kidd assistente

NBA

Dopo settimane di trattative complicate e rifiuti, i Lakers hanno deciso: a guidare LeBron James in panchina sarà l'ex avversario di tante battaglie ai tempi di Indiana e Miami. Al suo fianco Jason Kidd, a comporre una diarchia che a Los Angeles sperano funzioni

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A più di un mese di distanza dall'allontanamento di Luke Walton dalla panchina gialloviola, i Lakers hanno finalmente scelto il suo successore. Secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di ESPN, Frank Vogel ha accettato nelle scorse ore una proposta di tre anni, per sedersi sulla panchina dei Lakers in sostanza fino al termine del contratto di LeBron James. L'ex coach di Pacers e Magic sarà affiancato a bordocampo da Jason Kidd, l'altro nome circolato spesso negli ultimi intensi giorni di trattativa e chiamato a vestire i panni del primo assistente. I due sono diventati una scelta quasi obbligata in casa Lakers, dopo che Monty Williams prima e Tyronn Lue poi, per ragioni diverse, hanno declinato l'offerta della squadra di Los Angeles. Rob Pelinka, figura apicale della dirigenza gialloviola, diventato ancora più importante dopo l'addio di Magic Johnson (la cui successione resta confusa e senza riferimenti chiari, almeno al momento), ha parlato a lungo con chi in carriera ha lavorato con entrambi. L'obiettivo era quello di immaginare una possibile compatibilità in panchina che evidentemente è stata riscontrata. La decisione però secondo molti è chiaramente riferibile a Kurt Rambis e Phil Jackson (coloro che avrebbero cospirato nei giorni scorsi per far saltare l'accordo con Lue); la cui opinione è sempre molto influente nelle decisioni di Jeanie Buss. I due avevano pensato a Vogel già nel 2016, quando lavoravano per i Knicks e cercavano un nome forte dal quale ripartire - ennesimo segnale di come la scelta sia gradita per entrambi. L'ennesimo retroscena opaco in una franchigia molto complicata.

LeBron, le sfide del passato con Vogel e il rapporto con Kidd

Vogel, finito fuori dal giro negli ultimi 12 mesi dopo le due stagioni complicate trascorse alla guida degli Orlando Magic (29 e 25 vittorie stagionali, non un gran bottino), è stato per un lustro sulla panchina degli Indiana Pacers - con cui ha conquistato due finali di Conference (2012/13 e 2013/14), sempre naufragato contro la nemesi LeBron James - eliminato per tre volte, il coach che più volte è stato battuto ai playoff dal nativo di Akron. Per anni è stato l’allenatore costretto a inventare una difesa che riuscisse a contenere l’allora n°6 degli Heat: una missione mai riuscita del tutto, nonostante la protezione del ferro sia sempre stata una delle sue caratteristiche principali delle squadre allenate da lui. Con Vogel in panchina Indiana ha sempre chiuso in Top-10 per efficienza difensiva, per due anni la migliore di tutte e diventata squadra di vertice a Est nonostante un attacco tutt’altro che scoppiettante. Una questione di identità, anche se quel modello era fondato su principi difficilmente applicabili nel basket di oggi (l'emblema è Roy Hibbert, passato dall’essere uno dei protagonisti della Lega a un giocatore inutilizzabile a causa delle sue caratteristiche nel giro di meno di due anni). La speranza in casa Lakers dunque è che possa dare una forte impronta sotto questo aspetto, cercando di costruire un rapporto con LeBron e un roster che rispecchi le sue necessità. L’altra grande sintonia da trovare in realtà sarà quella tra lui e Jason Kidd, che mai hanno lavorato assieme, con l’ex Bucks che fino all’ultimo ha sperato di potersi accaparrare il ruolo di capo allenatore. Kidd ha giocato con James con la nazionale USA, avversari di tante battaglie. L’Hall of Famer è il profilo ideale, secondo la dirigenza gialloviola, per far crescere e maturare definitivamente Lonzo Ball, che potrà lavorare al suo fianco quotidianamente. Una convivenza insomma tutta da sperimentare, sia in campo che fuori, per una franchigia che spera finalmente di poter ripartire.