I Blazers sono reduci da una faticosa gara-7 in trasferta e sono partiti direttamente per Oakland, dove i bi-campioni in carica hanno avuto 24 ore in più di riposo. All'appello però manca il n°35 Warriors e questo potrebbe riaprire i giochi in favore di Portland
Golden State-Portland gara-1 questa notte alle 3.00 in diretta su Sky Sport NBA con il commento LIVE in italiano
Nei playoff in cui tre teste di serie su quattro hanno rispettato il pronostico dettato dall’andamento in regular season, soltanto Portland è riuscita a completare il suo upset battendo Denver - seconda in classifica a Ovest - al termine di una sfida lunghissima ed equilibrata durata sette partite e mezzo. Se i favori del pronostico contro i Nuggets lasciavano non poche possibilità di successo ai Blazers, discorso ben diverso va fatto adesso che Portland si ritrova ad affrontare i primi della classe. Contro Golden State chiunque partirebbe in svantaggio, ma le ipotesi fatte da molti condanna i Blazers a dover recitare il ruolo della comparsa. Troppo esperto il roster degli Warriors, alla vigilia di una free agency che potrebbe radicalmente cambiare la composizione di un gruppo che sa di avere un ultimo traguardo da raggiungere: il three-peat, il sigillo che soltanto pochissime corazzate nella storia del gioco sono riuscite a lasciare. Come pensare quindi che i piccoli Blazers possano mettersi di traverso lungo il cammino di Steph Curry e compagni? Il destino ha voluto che a vedersela con loro in finale di Conference fosse CJ McCollum, a cui a Ferragosto dello scorso anno era stato contestato da Jennifer Williams di non riuscire a vincere neanche una partita ai playoff - tifosa degli Warriors, piccata dai commenti fatti con Kevin Durant riguardo l’aggiunta di DeMarcus Cousins a un roster già così forte. Il “Ci sto provando Jennifer” twittato dal n°3 dei Blazers in quell’occasione si è trasformato nelle ultime settimane da urlo disperato a grido di battaglia, tanto che adesso alla vigilia di un incontro così importante per il futuro di Portland, nessuno ha più dubbi sul fatto che la squadra dell’Oregon ha tutte le carte in regola per giocare una grande serie.
La battaglia sotto canestro contro Green e Looney
E proprio perché McCollum adesso può parlare, quella frase sembra ancora più catartica considerando l’assenza contemporanea dei due infortunati Durant e Cousins. Il roster imbattibile, il quintetto di All-Star si trova spogliato del suo pezzo pregiato e del lungo che avrebbe permesso ancora di più di mettere alle corde il deficitario reparto lunghi di Portland. Con Jusuf Nurkic alle prese con una tibia da rimettere a posto e la spalla di Enes Kanter in disordine (impiegato comunque per 40 minuti sul parquet), uno degli eroi di gara-7 contro Denver è stato Zach Collins, che ben si è difeso nei 23 minuti che Terry Stotts gli ha concesso. Cousins non ci sarà, almeno a inizio serie, ma Draymond Green e Kevon Looney - molto più utilizzato da quando Durant è stato costretto ad alzare bandiera bianca - stanno facendo un ottimo lavoro sotto canestro. Con questo nuovo assetto gli Warriors hanno smesso di soffrire a rimbalzo d’attacco contro Houston, rendendo obsoleta - per non dire inutile - la presenza di Clint Capela sul parquet. Se non sei mobile e disposto al sacrificio sul perimetro, contro questa versione di Golden State sei morto, In difesa e nella serie. Un discorso che nello spogliatoio dei Blazers staranno ripetendo come un mantra.
Il problema Durant (soltanto rimandato), un’occasione da cogliere al volo
Il vero sospiro di sollievo però in questo caso arriva dal non doversi porre la fatidica domanda - almeno per un paio di partita: chi marca Kevin Durant? Il reparto esterni dei Blazers pecca sempre in tutti gli elementi di qualcosa: altezza, agilità, qualità difensiva. Nessuno sembra poter tenere in uno contro uno il n°35 degli Warrios (e chi può pensare di farcela nel resto della Lega?), lasciando scoperto un nervo che tornerà a far male non appena KD rimetterà piede sul parquet. Un giocatore al massimo in carriera ai playoff per punti segnati (oltre 34 di media), assist (5) e canestri dal campo (11), convertendo i suoi tentativi con il 51% complessivo, il 41% dall’arco e il 90% a cronometro fermo. No, senza di lui gli Warriors perdono tantissimo nonostante la super prestazione in gara-6 contro Houston che ha riportato alla ribalta Curry e Thompson. Loro dovranno vedersela contro il pezzo forte dei Blazers: il backcourt Lillard-McCollum. Il primo marcherà il secondo e il secondo il primo, in un balletto fatto di incroci che si ripeteranno a ogni cambio di campo. Il motore di un possibile ribaltamento del pronostico da parte dei Blazers è lì: sono loro due che devono dimostrare di aver ancora un po’ di brillantezza per colpire e affondare il colpo contro Golden State. Quando nella chiacchierata estiva con Durant, McCollum si lamentò dell’arrivo anche di Cousins, KD gli rispose: “Ti consiglio di continuare a giocare e di non preoccuparti di quello che accade sulla tua testa. Ci sono cose che non puoi controllare”. Il n°3 dei Blazers ha fatto tesoro di quel consiglio e adesso non vede l’ora di prendersi anche la rivincita.