Dai tifosi dei Raptors nasce una proposta singolare a tutti gli esercenti commerciali in città: offrire i propri servizi gratis a Kawhi Leonard, per convincerlo a restare in città. Oltre 50 ristoranti hanno già accettato, ma anche autisti di Uber e perfino uno studio di registrazione musicale
I Toronto Raptors, come franchigia, hanno provato a fare di tutto, per convincere Kawhi Leonard – a stagione conclusa – a restare in Canada. Hanno rischiato nell’organizzare la trade con San Antonio, sapendo della player option sul suo contratto a fine anno; gli hanno dato in mano le chiavi della squadra; ne hanno centellinato l’impiego (22 gare a riposo, mai entrambe le partite di un back-to-back in stagione) per fare in modo che il suo recupero dall’infortunio dell’anno scorso procedesse nel miglior modo possibile. Ora sta al giocatore decidere, e dopo il 1 luglio la sua scelta verrà rivelata. Nel frattempo, con i Raptors impegnati a raggiungere la loro prima finale NBA di sempre ci ha pensato anche la comunità locale di Toronto a inventarsi un nuovo strumento di persuasione per convincere l’ex superstar degli Spurs a restare in Canada anche l’anno prossimo. L’iniziativa si chiama “Ka’Wine and Dine”, sfruttando l’assonanza tra il nome di battesimo del giocatore e la parole wine, vino, e si ripromette di costruire una rete di attività commerciali – principalmente nel campo della ristorazione – disponibili ad aprire le proprie porte al campione dei Raptors per offrirgli (gratuitamente, a vita!) pranzi e cene in diversi locali della città. Già 50 ristoranti hanno già aderito al progetto – tra cui alcuni posti parecchio noti in città, Bar Hope Bar, Moo Frites, Rodney’s Oyster House e Le Select – e lo hanno fatto esponendo sulle proprie vetrine un segnale scaricabile direttamente dal sito ufficiale dell’iniziativa (kawineanddine.com). Per rendere quindi il soggiorno in città del giocatore il più lungo possibile – con una bella estensione contrattuale – ristoratori e imprenditori vari hanno scelto di corteggiare Leonard “prendendolo per la gola”, ma anche offrendogli, sempre a costo zero, una serie di servizi diversi. Sembrano infatti aver già aderito al progetto anche diversi driver di Uber e Lyft (Leonard non deve mai più preoccuparsi di pagare un tassista!), un negozio di accessori d’auto (di quelli modello Pimp my ride) e perfino uno studio di registrazione musicale (al momento il n°2 di coach Nurse fa fatica anche solo a pronunciare qualche parola, ma non si sa mai che un domani dovesse scegliere di incidere un disco). Attorno allo slogan “Wine’m, dine’m, let’s re-sign’m” (diamogli da bere, diamogli da mangiare, rifirmiamolo) la città di Toronto dimostra di volerle provare tutte per convincere Leonard a restare: “Vogliamo stimolare la città a fare tutto il possibile per far sapere a Kawhi che siamo dalla sua parte, che lo vogliamo qui per tanti anni a venire e farlo sentire a casa a Toronto”, ha dichiarato il capo marketing/social di Raptors Republic, il blog di ESPN dei tifosi di Toronto che ha dato il via all’iniziativa. “Potrà aver bisogno di un cappotto, ma non gli servirà avere il portafoglio con sé”. Già, perché contro il freddo anche i tifosi dei Raptors non possono far niente.