I Raptors vanno a caccia di una storica vittoria che garantirebbe ai canadesi l'accesso per la prima volta nella loro storia alle finali NBA. I Bucks invece pensano a come riattivare un attacco inceppato, incapace di affrontare la difesa schierata di Toronto
Le sette partite oltre quota 35 punti segnati di Leonard, i suoi nove assist (mai così tanti in carriera e tutti che hanno portato a canestri da tre punti), le 18 triple raccolte di squadra. Si potrebbe andare avanti per molto a raccontare i record di franchigia e personali che Toronto sta infrangendo in questa post-season, ma tutto acquisisce ben altro sapore se si pensa all’ultimo risultato che manca da raggiungere: la finale NBA, uno scenario mai conseguito dai Raptors nella loro storia. Sotto 2-0 contro i Bucks, Toronto ha invertito la tendenza grazie alla difesa, limitando l’attacco in transizione dei ragazzi di coach Budenholzer e puntando forte a diventare la sesta squadra su 73 nella storia della Lega a ribaltare un 2-0 in una finale di Conference. Aver rallentato la fase offensiva di Milwaukee è la chiave per chiudere i conti in gara-6. Il ritmo e la capacità di attaccare infatti fanno tutta la differenza del mondo per i Bucks: in questi playoff la miglior squadra della Eastern Conference raccoglie 96 punti su 100 possessi quando è costretta a far partire la sua azione dopo aver incassato un canestro; ben al di sotto dei 114 punti di rating offensivo realizzati dopo aver catturato il rimbalzo in difesa e lontano anni luce dai 132 generati su 100 possessi a seguito di una palla persa degli avversari. I Bucks non stanno raccogliendo nulla da Nikola Mirotic in questa seria, che viaggia con 6/31 dalla lunga distanza e ha messo insieme un pessimo -37 di plus/minus come dato complessivo nelle cinque sfide (perfetto opposto rispetto al +37 messo a referto dai suoi compagni quando il lungo di passaporto spagnolo torna a sedersi in panchina). Khris Middleton non è riuscito a confermarsi come realizzatore affidabile - autore di soli sei punti nella cruciale sconfitta incassata in gara-5 dopo i 30 messi a referto 48 ore prima. Tutto questo ha portato i Bucks a interrompere sul più bello le striscia da record che gli avevano garantito il predominio a Est: mai Milwaukee aveva perso tre partite in fila in stagione, né subito una sconfitta dopo aver iniziato in vantaggio il quarto periodo (33-0 il record). Il momento peggiore per invertire la tendenza.
La chiave della serie: Leonard in marcatura su Antetokounmpo
La sfida elettrizzante che in molti non vedevano l’ora di godersi una volta che Toronto ha raggiunto Milwaukee in finale di Conference era il testa a testa tra Giannis Antetokounmpo e Kawhi Leonard. Uno scontro su entrambi i lati del campo, senza esclusione di colpi tra due dei talenti più completi dell’intera NBA e che al momento, dopo cinque partite, ha un chiaro vincitore: il n°2 dei Raptors, non tanto e non solo per le eccellenti cifre messe a referto. Negli ultimi 37 possessi della serie in cui Leonard si è preso cura del n°34 greco dei Bucks in difesa, Antetokounmpo è riuscito a segnare soltanto dieci punti, raccogliendo assieme ai suoi compagni un rating offensivo di 72.9 punti per 100 possessi. Una miseria che ha permesso a Toronto di ribaltare il 2-0 con cui si è aperta la serie e di arrivare a una sola vittoria da una storica finale NBA. Milwaukee in sostanza ha dimostrato di non avere grandi contromosse da opporre all’ex Spurs per limitarne l’impatto e la scelta di coach Nurse di mettere Leonard sul principale candidato MVP sta pagando enormi dividendi. Antetokounmpo in stagione viaggia con il 57.8% dal campo; un dato che è crollato sotto il 25% quando l’All-Star dei Raptors ha allungato le sue braccia su di lui negli ultimi tre incroci sul parquet. Una scelta chiara da parte dei canadesi, come dimostra il fatto che nel giro di quattro giorni (e due sconfitte) si sia passati dagli otto possessi in cui Leonard si è preso cura del talento greco in gara-1 ai 41 in cui gli ha tenuto il fiato sul collo in gara-3. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e Milwaukee dovrà trovare subito una risposta credibile. Il margine d’errore infatti al momento è ridotto al minimo, e i precedenti della passata stagione (sia Boston che Houston erano avanti 3-2 in finale di Conference, per poi ritrovarsi entrambe battute da Cleveland e Golden State in gara-7) ridanno morale soltanto in parte. La risposta deve arrivare prima di tutto sul parquet, a partire da questa notte alle 2.30 in gara-6 in diretta su Sky Sport NBA con il commento live di Flavio Tranquillo e Marco Crespi.