Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, Adam Silver guarda alla Premier League e pensa a una rivoluzione

NBA

Un torneo a metà stagione da giocare durante la pausa dell'All-Star Game e gli scontri diretti a Est e Ovest dal 7° al 10° posto per conquistare gli ultimi due posti ai playoff: queste due delle possibili idee per cambiare un format che ha bisogno di più competizioni

Gara-1 Toronto-Golden State in diretta streaming su skysport.it nella notte tra il 30 e il 31 maggio alle 3.00 con il commento da Toronto di Flavio Tranquillo e Davide Pessina

PERCHÉ QUESTA È L'EPOCA D'ORO DELLA NBA?

PLAYOFF NBA, LE CHIAVI TATTICHE DELLE FINALI DI CONFERENCE

Troppe partite (alle volte prive di competizione), una regular season estenuante e dopo otto mesi un solo vincitore e ben 29 sconfitti. Una formula che Adam Silver sta pensando di modificare, guardando a chi dall’altra parte dell’oceano – ossia la nostra – è riuscito a massimizzare la sua resa sfruttando le diverse competizioni a disposizioni: la Premier League, la lega che in meno di 30 anni è riuscita a cambiare radicalmente la sua natura e a diventare un brand internazionale garanzia di spettacolo. “È un pensiero che continua costantemente a ronzarmi in testa – racconta il commissioner NBA a Marc Stein, giornalista del New York Times - cerco sempre nelle altre leghe di osservare e cogliere cosa possiamo fare meglio e cosa imparare dall’esempio dato dagli altri. Se parliamo del calcio in Europa, penso che ci siano degli aspetti da imitare. La questione del numero di competizioni è centrale: io sono fermamente convinto che funzioni e sono contro i tradizionalisti che dicono che nessuno si preoccuperebbe di vincere e competere nella nuova competizione, che il nuovo trofeo creato sarebbe snobbato. La mia risposta è: ‘Le organizzazioni devono avere la forza di generare nuove tradizioni’. Non è un risultato che si ottiene dalla sera alla mattina”. Non solo l’anello, il Larry O’Brien Trophy dunque, ma anche un altro paio di aggiunte per aumentare il numero di vincitori a fine anno: “Guardo alle cose dal punto di vista del tifoso: sto cercando di capire come creare una stagione e un’esperienza più divertente possibile, specialmente in un mondo come quello della comunicazione in così rapida mutazione in cui gli spettatori ogni giorno votano e chiedono quello che vogliono vedere che tu produca. Siamo a poche stagioni di distanza dal 75° anniversario della NBA [nel 2021-22, ndr] e credo che questa importante ricorrenza sia il pilastro su cui fondare non solo la storia della nostra Lega, ma anche una sperimentazione che porti a potenziali cambiamenti”. Un obiettivo tutt’altro che impossibile da raggiungere: Silver infatti ha iniziato il suo lavoro ai vertici della NBA nel 1992, lo stesso anno in cui la Premier League ha cambiato volto, lasciandosi alle spalle la vecchia concezione della First Division e trasformandosi in un campionato globale: “La lega più seguita al mondo è nata soltanto 27 anni fa: per questo l’idea che la NBA non possa creare nuove tradizioni lavorando bene nel tempo mi sembra una frase senza senso”.

"Stern Cup" a metà stagione e gli scontri diretti per conquistare i playoff

La forza della NBA in fondo è sempre stata nella capacità di innovazione: anticipare le tendenze, rimanendo al vertice senza lasciarsi sopraffare dagli eventi. E allo studio della dirigenza della Lega ci sono in particolare due formati da aggiungere a quello già esistente. Il primo, già sentito in passato e definito la “Stern Cup” dal nome dello storico commissioner che ne aveva ipotizzato la nascita tempo fa, prevede la nascita di una competizione all’interno della stagione stessa, “senza ridurre le 82 partite di regular season” (uno sforzo necessario per tenere così alti gli introiti dai diritti TV e dal botteghino). Insomma, si tornerebbe a concentrare in parte gli appuntamenti della stagione per lasciare un maggior numero di giorni durante la pausa dell’All-Star Game: un lasso di tempo da sfruttare per un torneo che prenda spunto dalla FA Cup o dalla League Cup disputata dalla squadre inglesi nel corso della stagione. Una competizione aggiuntiva, attorno al quale creare attesa e competizione (e dal formato tutto da stabilire), rendendo così meno di impatto l’All-Star Game – in netto calo in quanto ad ascolti TV e che andrebbe ripensato perché figlio di un'idea di spettacolo con gli anni diventata ormai logora. L'idea è quella di giungere a un weekend in cui, tra una gara delle schiacciate e del tiro da tre punti, ci siano semifinali e finali di un torneo "stile Champions League", eliminando la partita delle stelle. La seconda innovazione invece è quella relativa all'introduzione di un tabellone di qualificazione ai playoff, da far giocare a fine regular season alle squadre del settimo al decimo posto delle due Conference per “allargare il numero di pretendenti che possono puntare all’accesso alla post-season”. Un modo per rendere maggiore la competizione per le franchigie, limitando il più possibile il fenomeno del tanking – da sempre combattuto in ogni modo da Silver – e che darebbe “incentivi a competere nella seconda metà di stagione a tante squadre”. Alla domanda di Stein sull’inevitabilità di queste modifiche, Silver ha risposto che al momento appare prematuro parlare in questi termini dell’introduzione di nuovi format: “L’unica cosa che resta inevitabile però è il continuo cambiamento”.