Due milioni di canadesi (e non solo) hanno riempito le strade della città per celebrare Kawhi Leonard e tutti i ragazzi di coach Nick Nurse: una marea umana che ha abbracciato i campioni NBA, in quello che è stato proclamato come il “We The North Day”
Le fotografie e le immagini che arrivano da Toronto sono impressionanti e figlie dell’enorme affetto che i Raptors sono riusciti a racimola negli anni: 24 gloriose stagioni in cui il popolo canadese - solitamente devoto all’hockey - ha imparato ad amare e seguire anche la pallacanestro. Merito di una squadra che è diventata nel corso del tempo una sorta di nazionale, attorno alla quale si è stretta una popolazione che non vedeva l’ora di tornare a esultare. Per questo alla parata organizzata a tre giorni di distanza dalla conquista del titolo NBA, sono arrivati tifosi da ogni parte del Canada, raggiungendo l’incredibile cifra di due milioni di persone nonostante le celebrazioni vengano fatte di lunedì mattina - non il più comodo dei momenti per chi ha figli, famiglia e lavoro. Di fronte alla passione per i Raptors però, tutto è passato in secondo piano, con tifosi assiepati in ogni angolo del percorso fatto dal bus a due piani su cui sono saliti giocatori, allenatori e dirigenti di Toronto (oltre a qualche volto noto, a partire dal solito Drake onnipresente quando si parla di Raptors). Un'istantanea scattata ai piedi del palco posto nel punto d'arrivo della parata ben racconta l'euforia di persone rimaste in fila anche due giorni per godersi in prima fila la festa con i propri beniamini.
Come non partire quindi dal rapper di Toronto, subito ripreso dalle telecamere assieme ai giocatori, a fare festa a suon di birre. Se Kyle Lowry - che scherza con lui nel video - è stato l’anima spirituale del Canada sul parquet, Drake ha fatto lo stesso con i tifosi, sedendo in prima fila a ogni match alla Scotiabank Arena e manifestando le sensazioni provate da tutti gli appassionati canadesi per un successo unico nel suo genere.
Osservato speciale tra i giocatori invece è Kawhi Leonard: protagonista sul parquet di una delle post-season a livello personale e realizzativo più prolifiche della storia NBA e chiamato nelle prossime settimane a decidere del suo destino, di quello del popolo canadese e in maniera indiretta di tutta la Lega: il n°2 dei Raptors deciderà di restare o andare via? Nel frattempo non sembra pensarci, indossando la maglia che richiama l’aneddoto sui rimbalzi venuto fuori da un bellissimo articolo di The Athletic durante le Finals e fumando il sigaro della vittoria. Sì, davvero un Kawhi Leonard come non lo avete mai visto.
E mentre un finto Leonard si aggira per la folla - un sosia che in molti hanno consigliato come prossimo acquisto di mercato per i Knicks - i tifosi urlano la loro gioia anche ai microfoni delle TV americane che per una volta hanno acceso i riflettori su una festa molto diversa rispetto a quelle a cui erano abituati. La domanda che ronza nella testa di tutti è la stessa: riuscirà tutto questo entusiasmo a convincere Leonard - quello vero, ovviamente - a rinnovare con i Raptors?
Lo scorso anno gli Warriors, certamente più abituati alle vittoria ma in grado di mobilitare lo stesso un enorme numero di tifosi, avevano scelto di fare la parata dividendo i giocatori per coppie e dedicando a loro e alle loro famiglie un intero autobus a due piani. In sostanza una sfilata nella sfilata, con i vari pullman dedicati che si inseguivano l’uno con l’altro. A Toronto invece i bus a due piani sono cinque (squadre miste, senza un ordine preciso), partiti in perfetto orario e che sin da subito sono rimasti imbottigliati nel “traffico” festante generato dalle centinaia di migliaia di persone ai bordi della strada.
Nonostante il quantitativo crescente di birra (e non solo) che scorre nelle vene dei protagonisti della cavalcata Raptors, Serge Ibaka dimostra inattesa lucidità nel commentare quello che viene definito da più parti semplicemente “Un sogno che diventa realtà”. “Lo è per tutti, per me, per la mia famiglia, per il Canada, ma più in generale per tutti quelli che si sono affezionati a questa squadra”. E poi prosegue: “Questa è una vittoria che rappresenta tutto il mondo, una squadra piena di giocatori arrivati da ogni angolo del pianeta. Il messaggio che manda questo successo è per tutti i ragazzi che giocano a pallacanestro, che sognano un giorno di diventare campioni. Nulla è impossibile, ci siamo riusciti noi arrivando da lontano, possono farcela tutti”. Un messaggio e un’ispirazione da sottolineare da parte di Ibaka.
Difficile rendersi conto fino in fondo di quante persone siano coinvolte in una manifestazione dalle dimensioni davvero enormi: i video in presa dall'alto rendono soltanto in parte l'idea di che cosa voglia dire portare due milioni di persone per le strade - grazie a un fenomeno definito da più parti come globale. Una manifestazione oceanica.
A bordo del bus a due piani parlano tutti i giocatori, una lunga carrellata di emozioni, di commozione per alcuni e di gioia per tutti. L'attenzione però, nonostante l'ebbrezza del momento, è rivolta nei confronti di Leonard, che una volta preso il microfono in mano, accontenta con piacere l'intervistatore, coglie il suo invito e pronuncia parole che possono essere lette in modo differente: "Grazie Canada". Un riconoscimento di vicinanza o un addio? A Toronto non hanno voglia di chiederselo, almeno non oggi.
Toronto per ore è rimasta totalmente bloccata, anche a causa di un fenomeno molto particolare: le persone che stavano percorrendo l'autostrada al di sopra della strada attraversata dal bus dei Raptors hanno abbandonato a bordo strada le loro macchine per sporgersi e godersi lo spettacolo, paralizzando ancora di più la circolazione.
E se in molti si stavano chiedendo: "Chi avrà mai vinto il premio Jordan Bell?", ossia quello del giocatore che più ha alzato il gomito durante la parata, batte la concorrenza con ampio vantaggio Norman Powell - come dimostrato dall'intervista "poco lucida" rilasciata a bordo del bus scoperto.
Uno dei protagonisti principali del successo dei Raptors è Masai Ujiri, in grado di costruire una squadra competitiva, di rischiare tutto licenziando il miglior allenatore della stagione precedente e puntando tutto su un Kawhi Leonard reduce da 12 mesi d'infortunio. Una scommessa vinta, che il GM di Toronto ha festeggiato godendosi l'abbraccio degli appassionati.