Annunciato il ritiro dai parquet, l'ex point guard di coach Popovich a San Antonio ha scelto di assistere altri atleti e personaggi dello spettacolo nella gestione finanziaria del proprio patrimonio. Ma per il suo futuro ha un sogno: "Diventare proprietario di una squadra NBA"
È trascorso poco più di una settimana soltanto da quando Tony Parker ha annunciato il suo ritiro dalla NBA dopo 18 stagioni piene di soddisfazioni e vittorie ma l’ex point guard degli Spurs di coach Popovich non è certo rimasto con le mani in mano. Il 37enne franco-belga è stato nominato presidente della divisione sport, arte ed entertainment dell’azienda NorthRock Partners, basata a Minneapolis: “Ho sempre voluto aiutare altri atleti nella gestione dei loro soldi e in tutte quelle attività che spesso un giocatore [o un artista, ndr] sottovaluta”. “Planning finanziario e servizi di gestione del proprio stile di vita”, recita la descrizione del ruolo ricoperto da Parker all’interno di NorthRock, che aprirà per l’ex point guard degli Spurs un ufficio ad hoc a San Antonio, dove il franco-belga vuole continuare a vivere. “”Quando ho iniziato a giocare io – e avevo solo 19 anni – mi sono dovuto trovare un commercialista, un business manager, un avvocato. Non c’era un intermediario unico a cui rivolgermi per risolvere in un colpo solo tutte queste questioni: ecco perché il progetto di NorthRock mi piace, perché un atleta o un artista qui trova tutto quello che gli serve e può concentrarsi unicamente sulla propria attività. Se poi – ed è una cosa che io invito tutti a fare – vogliono saperne di più, documentarsi e istruirsi NorthRock fornisce anche questo tipo di assistenza”. Aiutare gli atleti – dice Parker – “è qualcosa che ho sempre sognato di fare, a carriera conclusa: o questo o lavorare per una squadra NBA”. Ma il secondo progetto “può ancora aspettare”, fa sapere TP, anche perché le ambizioni di Monsieur Parker sono tutt’altro che di basso profilo: “Sì, il mio sogno è quello di poter diventare proprietario di una franchigia NBA, magari gli Spurs ma non necessariamente solo loro – ci devono essere tutte le condizioni giuste. È un sogno che al momento tengo per il mio futuro, perché ora come ora sono proprietario dell’ASVEL e il mio focus per i prossimi 5/7 anni è quello di rendere l’ASVEL una squadra competitiva in Francia e in Europa, rendendola una potenza in Eurolega. In più i regolamenti proibiscono di detenere la proprietà di una squadra di Eurolega e della NBA, per cui una cosa esclude l’altra, almeno al momento. Rimane un sogno? Sì, forse per il futuro”.