A Los Angeles la dirigenza gialloviola sta pensando a quale tipo di squadra costruire attorno a LeBron James e Anthony Davis: serve un giocatore che possa farsi sentire sotto canestro, ma lo spazio salariale è limitato, così come la possibilità di spesa
ROB PELINKA NON SA COME FUNZIONA IL SALARY CAP?
I Lakers al momento hanno soltanto tre giocatori nel proprio roster, scelte al Draft a parte. Un trio di primissimo livello quello composto da LeBron James, Anthony Davis e Kyle Kuzma, ma attorno al quale dover costruire un supporting cast che permetta da subito ai gialloviola di sognare in grande. Stando a quanto raccontato da Brian Windhorst, l’interesse della dirigenza di Los Angeles nelle ultime ore si è rivolto verso due giocatori che potrebbero fare molto comodo sotto canestro: DeAndre Jordan e Brook Lopez. Lunghi diversi, a cui i Lakers si sono interessati per ragioni radicalmente opposto (come la loro utilità sul parquet). Ai gialloviola infatti servirebbe da subito un giocatore in grado di aprire il campo e il lungo dei Bucks ha dimostrato in questa stagione di saperci fare lontano da canestro. Lo scorso autunno Lopez aveva più volte raccontato quanto fosse stato difficile per lui lasciarsi alle spalle l’avventura ai Lakers e più in generale una squadra in cui sarebbe rimasto anche al minimo salariale, accontentandosi di un’offerta inferiore rispetto a quelle provenienti da altre franchigie. Adesso però è innegabile il fatto che le condizioni siano profondamente cambiate, a partire dalla nuova considerazione e dal credito che il mondo NBA ha riservato nelle ultime settimane al giocatore di Milwaukee. Lopez è diventato, grazie al duro lavoro, un lungo perfetto per la pallacanestro del 2019: pericolo ed efficace dall’arco, credibile in difesa anche ad alto livello e pedina fondamentale nella cavalcata playoff dei Bucks. Insomma, uno di quelli che a Milwaukee faranno di tutto per rimettere sotto contratto, alzando non poco le sue pretese a livello economico: un’asta a rialzo alla quale i Lakers non possono permettersi di partecipare, soprattutto se l’intenzione è quella di riservare gran parte dei verdoni rimasti a disposizione per completare la collezione di campioni con un terzo All-Star. Ragione per cui è tornato prepotentemente d’attualità il secondo nome, quello di DeAndre Jordan; lungo dalle caratteristiche completamente diverse, ma che questa estate potrebbe finire accontentarsi di cifre contenute. In quel caso toccherebbe agli altri farsi carico del peso offensivo della squadra dall’arco, ma a Los Angeles sarebbero molto contenti di rivedere sotto canestro allo Staples Center uno come Jordan. Semplicemente con una maglia diversa rispetto al passato.