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Mercato NBA, Golden State si prepara a incontrare KD e Thompson: "Ma non li recluteremo"

NBA

I Golden State Warriors incontreranno Kevin Durant e Klay Thompson prima dell’inizio della free agency prevista per il weekend, nella speranza di rifirmare entrambi — anche se potrebbero non essere in campo nel corso della prossima stagione. La dinastia dei californiani dipende dalle loro scelte

KAWHI DIVENTA FREE AGENT, VUOLE RESTARE A TORONTO

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L’ultima volta che Bob Myers è salito su un palco davanti ai giornalisti era stato per annunciare in lacrime la rottura del tendine d’Achille di Kevin Durant, in una conferenza stampa surreale che rappresenta a suo modo uno dei punti cardine dell’ultima stagione. Ieri è tornato a parlare con la stampa per presentare i tre nuovi arrivi dal Draft — la scelta numero 28 Jordan Poole e le due al secondo giro, Eric Paschall e “l’arma segreta” Alen Smailagic. L’argomento numero uno in casa Golden State, però, rimane il mercato e in particolar modo la free agency, con gli occhi puntati su Kevin Durant e Klay Thompson. Myers, visibilmente di fretta perché atteso ad un meeting (probabilmente con l’assistente allenatore Ron Adams, che ha sul tavolo un’offerta dai Los Angeles Lakers), ha risposto a monosillabili sull’argomento quando gli è stato chiesto se incontrerà i due giocatori prima dell’inizio del mercato. “Sì, lo faremo” ha ammesso il capo della dirigenza degli Warriors, gli unici che possono discutere del futuro dei propri giocatori sotto contratto prima della mezzanotte italiana dell’1 luglio. “Se sono ottimista? Vedremo” è stata l’altra frase, prima di posare per le foto di rito e dileguarsi verso gli uffici della franchigia. Myers non si è fatto sfuggire nulla neanche quando il giornalista di The Athletic Tim Kawakami ha provato a interrogarlo sulla free agency, rimandando tutte le discussioni a data futura.

La volontà di Golden State: rifirmare entrambi (anche al costo di 411 milioni)

La posizione degli Warriors, in ogni caso, è sempre la stessa: rifirmare sia Durant che Thompson al massimo salariale per i prossimi cinque anni. Un esborso astronomico, visto che il primo può chiedere un contratto da 221 milioni di dollari e il secondo da 190, che farebbero decollare il monte salari a livelli mai toccati da nessuno in precedenza. Uno sforzo che assume contorni ancora più spropositati se si considera che entrambi salteranno una parte consistente della prossima stagione, se non tutta come sembra nel caso di Durant (e non è scontato neanche il rientro di Thompson, che non si è ancora operato al ginocchio ma dovrebbe andare sotto i ferri questa settimana). Tecnicamente KD ha ancora tempo fino a sabato per esercitare l’opzione a suo favore per rimanere nell’attuale contratto e guadagnare 31.5 milioni il prossimo anno, ma è uno scenario che appare sempre meno probabile visto che sul tavolo dovrebbero esserci accordi molto più remunerativi nonostante il grave infortunio subito alle Finals. Altrettanto tecnicamente Durant potrebbe fare una sign-and-trade “fittizia” con Golden State, firmando subito il contratto quinquennale da 221 milioni ma con la tacita promessa di essere scambiato a una squadra di suo gradimento dopo il 15 gennaio 2020, primo termine nel quale un free agent può essere scambiato. Questo permetterebbe a lui di massimizzare i suoi guadagni e minimizzare i rischi mantenendo al contempo il controllo sul proprio destino, mentre agli Warriors consentirebbe di non perdere “a zero” uno dei migliori giocatori della lega, ricevendo in cambio una compensazione in termini di giocatori o scelte per continuare a provare a vincere titoli attorno a Steph Curry, Draymond Green e (se rifirmerà come appare scontato) Klay Thompson.

Kerr: "Non c’è bisogno di presentazioni, gli infortuni hanno sconvolto tutti"

Quello che è certo è che non ci sarà bisogno di alcuna presentazione particolare o pitch emozionale per convincere i giocatori a restare. “Non ci sarà alcun recruiting” aveva detto Steve Kerr durante le Finals, ben consapevole che Durant ha già fatto sapere di “non poter essere reclutato”. “Non faremo nessun video o giro della città. Sostanzialmente diremo: ti rivogliamo qui e speriamo che tu decida di tornare. Ogni volta che devi trattenere un giocatore, tutta la fanfara delle canzoni e delle promesse non è necessaria — così come non lo è neanche per gli altri giocatori, a dir la verità. Basta fare quello che serve fare, come sempre”. Ovvio però che i due gravi infortuni nelle ultime due partite abbiano un impatto su quello che succederà: “Gli infortuni hanno sconvolto tutti” ha concluso Kerr. “Non ho idea di cosa farà Kevin. So che tutti noi lo rivogliamo: pensiamo che questa sia una grande situazione per lui e per noi. Speriamo di portare avanti quello che abbiamo costruito, ma capiamo che è un free agent e che vorrà fare quello che è meglio per lui. È libero di prendere la decisione che vuole”. Ancora una settimana e scopriremo se sarà anche quella che vogliono i Golden State Warriors, la cui dinastia balla sulle decisioni di Kevin Durant e Klay Thompson.