Nel coaching staff di Phoenix fa il suo debutto Riccardo Fois, per 5 anni assistente allenatore a Gonzaga e con esperienza sulla panchina azzurra ai tempi di Ettore Messina. "Mi piace il mix di gioventù e veterani ai Suns: inutile fare voli pindarici, ma vogliamo costruire una cultura vincente"
LAS VEGAS – Non solo Nicolò Melli, nuovo giocatore dei New Orleans Pelicans. Il plotone italiano nella NBA si arricchisce anche di un nome nuovo in panchina, quello di Riccardo Fois, messo sotto contratto come responsabile del player development dai Phoenix Suns dopo cinque anni trascorsi da assistente allenatore di Mark Few in uno dei programmi collegiali di maggior successo di tutta America, quello dei Gonzaga Bulldogs (e un'esperienza da assistente nella nazionale azzurra allenata da Ettore Messina). “Cinque anni meravigliosi a Gonzaga – sottolinea Fois – ricchi di vittorie e di esperienze professionali e umane con ragazzi che ora sono cresciuti e giocano in NBA o in Europa [da Domantas Sabonis alle recenti scelte di Rui Huchimura e Brandon Clarke all’ultimo Draft, ndr]. Ma era arrivato il momento giusto per me per uscire dalla mia comfort zone ed entrare in un mondo come quello della NBA sicuramente diverso, continuando il mio processo di miglioramento come allenatore e di crescita come persona: ho sentito fosse venuto il momento giusto per cambiare”, dice. E allora ecco l’opportunità con i Suns, in un ruolo che lo stesso Fois spiega meglio: “Quello di player development è un concetto largo, che va dall’aiutare tecnicamente un giocatore, per fargli avere il maggior successo possibile in campo, al dare anche una mano – soprattutto ai ragazzi più giovani – fuori dal campo. Un po’ allenatore, un po’ consigliere”, il suo riassunto in pochissime parole. Trova un roster abbastanza rimaneggiato, con diverse novità, e due punte di diamante dal grande futuro: “Abbiamo due tra i giocatori sotto i 22 anni più forti di tutta la lega, come Devin Booker e Deandre Ayton, ma attorno a loro abbiamo acquisito tanti giocatori di talento, ottimi professionisti che sono nella NBA da tanto tempo come Ricky Rubio, Dario Saric e Aron Baynes. Portano grande esperienza alla squadra, forse proprio quello di cui Booker e Ayton hanno bisogno di avere attorno a loro”. Del lungo ex Arizona, in particolare, Fois ha parole di grande elogio, avendo spesso lui stesso lavorato con i lunghi dei Bulldogs, aiutandone lo sviluppo. “Deandre Ayton ha un potenziale infinito, perché è un giocatore tecnico e fisico allo stesso tempo: potenzialmente può essere uno dei migliori lungi di tutta la NBA. Con tutto il coaching staff stiamo cercando di aiutarlo a crescere, per farlo diventare il miglior giocatore possibile”.
“Cameron Johnson è forse il miglior tiratore puro del Draft”
Alla crescita di Devin Booker, invece, può contribuire tantissimo Ricky Rubio, appena arrivato dai Jazz. “Rubio è un giocatore che negli ultimi anni ha fatto benissimo ed è ancora giovane, perché a 28 anni è nel pieno della sua maturità cestistica. Ancora più importante è il fatto che nello Utah è stato parte integrante proprio di quel processo di crescita così simile a quello nostro attuale. Quando è arrivato ai Jazz, la squadra stava crescendo e ponendo le basi per quel successo che sta vivendo oggi: ora Ricky arriva a Phoenix con un bagaglio di esperienza di chi ha già vissuto sulla propria pelle quello che vorremmo fare noi qui ai Suns”. Altra novità del roster di Phoenix è la scelta all’ultimo Draft, quel Cameron Johnson la cui chiamata ha sorpreso molti, almeno alla n°11: “Ha sorpreso forse qualche giornalista, ma tra gli addetti ai lavori quello di Cam Johnson è un nome conosciuto perché ha fatto una stagione di altissimo livello a North Carolina. È forse il miglior tiratore puro del Draft, un giocatore dalla grande facilità di tiro, arma con cui speriamo possa allargare le spaziature in campo per permettere a Booker e Ayton di potersi muovere con più liberta”. Fois al momento è impegnato nel suo personale debutto da pro alla Summer League di Las Vegas, iniziata con il piede giusto, e una vittoria 105-100 contro i New York Knicks: “Mi godo l’emozione della vittoria, non tanto per me ma per i ragazzi, che si allenano duro da 10 giorni e che sono stati capaci di creare un bellissimo gruppo, a cui piace stare assieme. Per molti di loro la Summer League è una vetrina importante per mettersi in mostra”.
“Il modello da seguire è quello dei Jazz o dei Nets”
Ma Fois – e tutto il coaching staff di Phoenix – è già proiettato con lo sguardo avanti, a una stagione che certo non si prospetta facile ma sicuramente importante, in ottica futura. “L’obiettivo è quello di creare una squadra competitiva e mettere le fondamenta per continuare a crescere. Inutile fare voli pindarici – ammette – soprattutto nell’Ovest di oggi che, dopo gli ultimi movimenti di mercato dei Lakers e dei Clippers, vede almeno 10 squadre in lotta per i playoff. Noi però abbiamo giovani dal grandissimo potenziale e veterani con possibilità ulteriori di crescita. Se riusciamo a mettere assieme tutto e creare una giusta cultura vincente, potremo già considerare la prossima una stagione di successo, su cui poi continuare a costruire nei prossimi due anni sul modello Utah Jazz e Brooklyn Nets, squadre che hanno costruito un gruppo e una cultura forte come basi per continuare a vincere”. Le idee sono chiare. Al campo, come al solito, i verdetti.
[testo di Zeno Pisani | video di Sheyla Ornelas]