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NBA, Clippers banditi da "Alfred": l'epic fail di una catena di caffè di Los Angeles

NBA

Voleva solo essere uno scherzo - un post su Insagram in cui la catena di caffè di L.A. (da sempre vicina ai Lakers) reagiva alla firma di Leonard e George con i Clippers. Ma tifosi infuriati e commenti durissimi hanno portato alle scuse social

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È durata soltanto 24 ore, ma ha fatto tutto il rumore che (con ogni probabilità) si sperava potesse fare. La catena di bar e caffetterie Alfred – nove location a Los Angeles, una in Texas a Austin e altre due in Giappone – ha scelto di commentare a proprio modo la firma di Kawhi Leonard – e con la sua anche quella di Paul George - ai Clippers. Da sempre vicini all’altra metà di L.A., ovvero ai Lakers, da Alfred non hanno presa bene gli sviluppi di mercato tanto che i responsabili social della catena di caffè hanno affidato al proprio account Instagram un messaggio semplice ma (apparentemente) categorico: “Ci riserviamo il diritto di rifiutarci di servire Kawhi Leonard, Paul George e chiunque risulti affiliato all’organizzazione dei Clippers”. Dopo che a Toronto si era scatenata in città l’iniziativa Kawhi and dine, con moltissimi ristoranti disposti a esibire l’adesivo dell’iniziativa sulle proprie vetrine impegnandosi così a offrire vita natural durante pranzi&cene all’ex stella di San Diego State University, stavolta la nuova trovata ideata da Alfred Coffee sembrava voler andare in direzione opposta. Con risultati, in realtà, tutt’altro che incoraggianti. Una serie infinita di commenti negativi – presumibilmente di tifosi dei Clippers infuriati – hanno inondato la pagina Instagram della catena, costringendola momentaneamente a disattivare l’opzione “commenti”. Sul sito Yelp, che raccoglie tutte le recensioni di locali, caffè e ristoranti realizzate dagli stessi clienti, Alfred ha ricevuto migliaia di giudizi di una sola stella (il minimo, su un massimo di 5 stelle ottenibili) ma è stato ovviamente sui social stessi – dove la campagna era partita – che la reazione dei tifosi bianco-rosso-blu è stata più veemente. Così veemente da dover spingere gli stessi responsabili social di Alfred a pubblicare un secondo post che spiegasse a tutti la natura scherzosa del primo messaggio, sempre su Instagram: “La nostra intenzione – in quella che pensavamo potesse essere una frecciatina frutto di una sana rivalità, fatta a cuor leggero – era stata quella di condividere con voi un post che ora abbiamo capito aver fatto infuriare parecchi tifosi in città. Ci scusiamo se abbiamo offeso qualcuno, perché questa non è mai stata la nostra intenzione. Nessuno è mai stato cacciato, né mai lo sarà, da Alfred. AMIAMO LOS ANGELES”, messaggio chiuso da tre emoji molto significative: un pallone da basket, un cuore rosso e una tazza di caffè. Meglio nero, forte. Per dimenticare un epic fail da non ripetere.