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Mercato NBA, Golden State Warriors: addio a Shaun Livingston, protagonista dei 3 titoli

NBA

Gli Warriors hanno deciso di rinunciare per ragioni salariali anche al n°34, portando avanti una rivoluzione che sta cambiando il roster dei vice-campioni NBA: Livingston, pronto ad affrontare la sua 16^ stagione nella lega, diventa così uno dei free agent più ambiti

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I FREE AGENT ANCORA LIBERI SUL MERCATO

Non c’è due senza tre. E dopo la partenza (voluta) di Kevin Durant e (imposta) di Andre Iguodala, arriva anche quella di Shaun Livingston – tagliato dagli Warriors dopo un lustro costellato di successi e soddisfazioni. Cinque finali NBA in fila, tre titoli, una certezza alla quale affidarsi in caso di bisogno in uscita dalla panchina: Livingston è stato una delle colonne portanti dello spogliatoio di Golden State, un leader silenzioso che ha formato e plasmato le decine di giocatori che sono passati nel corso delle stagioni a San Francisco. Lui invece c’è sempre stato, almeno fino alle scorse ore quando per ragioni salariali (prima ancora che tecniche), gli Warriors hanno deciso di rinunciare al 34enne. Livingston, che ha subito confermato di voler continuare a giocare, diventa così all’alba della sua 16^ stagione NBA uno dei free agent più appetibili sul mercato; soprattutto per chi ha bisogno di giocatori d’esperienza e abituati a vincere, da sfruttare a gara in corso. Una rinuncia fatta a malincuore dagli Warriors, che tagliando il contratto da 7.7 milioni di dollari di Livingston verseranno nelle sue tasche soltanto i due milioni garantiti – spalmati questi sui salary cap dei prossimi tre anni. Il peso del contratto del n°34 di Golden State sarà dunque di soli 666mila dollari all’anno, permettendo ai vice-campioni in carica di scendere al di sotto dei 138.9 milioni complessivi di spesa. Un bel risparmio a livello di tassa di lusso da pagare, un mero calcolo finanziario che non permette a Golden State di avere riconoscenza per chi ha contribuito a fare la storia della franchigia - ogni riferimento a Iguodala non è puramente casuale. La NBA spesso in questi casi può essere crudele, ma un veterano come Livingston dopo 15 anni nella lega sa bene come funzionano queste cose, consapevole nonostante l'età e gli acciacchi di poter dire ancora la sua.