La firma per i Los Angeles Lakers per Quinn Cook è anche un modo per onorare la memoria di suo padre, grande tifoso gialloviola scomparso quando lui aveva 14 anni: “Papà in paradiso starà impazzendo: Lake Show” ha scritto su Instagram condividendo una foto con lui in giacca Lakers
Quinn Cook aveva solamente 14 anni quando suo padre Ted morì per complicazioni a seguito di una procedura al colon andata male. Dopo avergli promesso che si sarebbe preso cura di sua madre Janet e sua sorella Kelsey, Quinn prese il pallone e tornò a tirare in palestra per più di tre ore, cominciando a lavorare per il suo obiettivo: diventare un giocatore professionista e sistemare la sua famiglia. Undici anni più tardi, si può dire che ci è riuscito: nonostante i tanti passaggi a vuoto della sua carriera, rimbalzando dalla D-League alle Summer League fino ai tagli di quattro diverse squadre NBA, Cook si è tolto la soddisfazione di vincere il titolo NBA con i Golden State Warriors nel 2018 e di partecipare ad un’altra finale contro i Toronto Raptors, diventando effettivamente un giocatore professionista. La firma con i Los Angeles Lakers, però, ha un significato particolare: suo padre Ted infatti era tifoso dei gialloviola e i due rimanevano spesso in piedi fino a tardi per vedere le partite sulla costa Ovest della squadra di Los Angeles. Per questo dopo l’ufficializzazione del suo biennale da 6 milioni di dollari Cook ha condiviso sulle sue Instagram Stories due foto: la prima di lui insieme al padre che indossa una giacca dei Lakers; la seconda di lui in completo gialloviola di Kobe Bryant e una miriade di maglie ai suoi piedi, provenienti dalla collezione privata di papà Ted. Il tutto con una scritta: “Papà in paradiso starà impazzendo. LAKESHOW”.
Chi era Ted Cook, il papà-tifoso amato da tutti
Il nuovo playmaker dei Los Angeles Lakers nel corso della sua carriera non ha mai fatto mistero di quanto sia stato importante per lui la figura paterna, tanto da ripetere “Penso a lui ogni giorno e sono sicuro che mi guarda da lassù sorridendo”. Ted aveva due lavori diversi che portava avanti contemporaneamente ma era sempre presente per le partite del figlio, vivendo attraverso di lui quello che non era riuscito a fare partendo da Glenville High School a Cleveland, dove giocava da 4 forte del suo 1.92 di altezza. Già quando aveva 9 anni Quinn girava il paese nei circuiti AAU insieme a futuri giocatori NBA come Jerami e Jerian Grant, scorrazzati in giro da Ted che faceva sia da accompagnatore che da allenatore. Nel corso del loro girovagare hanno incontrato diversi giocatori NBA specialmente di quella zona: Victor Oladipo, uno dei migliori amici di infanzia di Quinn, diceva che “Ted era il più figo, tutti gli volevano bene ed era sempre disponibile per qualsiasi cosa”. Anche Kevin Durant, il giorno in cui Ted morì, mandò suo padre e i suoi fratelli a casa Cook per porgere le sue condoglianze, che non poteva fare di persona essendo in trasferta con i Seattle Supersonics. “Quinn mentalmente è una persona fortissima” ha spiegato KD in un articolo del San Francisco Gate. “Ha dovuto affrontare tante cose per arrivare dove è ora in NBA. Non c’è davvero nulla che lo impaurisca”. Il ricordo del padre, però, ancora lo commuove — e giocare per la sua squadra del cuore non farà altro che dargli una motivazione ulteriore per fare bene anche ai Lakers.