La point guard di Portland si era proclamato un rapper migliore di Shaq, che ha gradito poco e in una sua nuova traccia gli ha preferito Westbrook e Curry, rinfacciandogli di non aver mai vinto nulla. Immediata la sua risposta: "I tuoi anelli sono arrivati grazie a Kobe e Wade"
È iniziato tutto una settimana fa, con la comparsata della point guard di Portland Damian Lillard al Joe Budden Podcast: un podcast dove il giocatore dei Blazers è intervenuto principalmente nelle vesti di Dame D.O.L.L.A., il suo alter ego musicale, e dove gli è stato chiesto se si ritenesse un rapper migliore di Shaquille O’Neal (che agli inizi della sua carriera con Shaq Diesel aveva venduto così tanto da meritarsi un disco di platino): “Penso di essere più bravo. L’ho sentito rappare, ma credo che la gente al tempo non lo considerasse un vero rapper e fosse soltanto interessata al fatto che ci fosse lui, Shaquille O’Neal, dietro un microfono. Piaceva perché era Shaq, per questo ha fatto il successo che ha fatto”. Un’opinione – rispettabile come tale – che non dev’essere piaciuta tanto al 4 volte campione NBA con la maglia di Lakers e Heat. Con una traccia musicale fatta circolare in rete a metà della scorsa settimana, O’Neal si è rivolto direttamente a Lillard con alcune rime piuttosto piccanti: da “Prenditi tutto il tempo che vuoi per rispondere / non c’è fretta / non sarai mai Westbrook / e neppure Curry” a “Cosa c’è nel tuo portafoglio / American Express o Visa / Parli come se fossi (Le)’Bron / non sei neppure Trevor Ariza”, fino a un consiglio: “Chiamami quando vinci tre titoli NBA back-to-back-to-back / Perché vuoi diventare un rapper / quando i rapper vogliono diventare Shaq”). Nella traccia intitolata esplicitamente Freestyle (Dame D.O.L.L.A. diss) Shaq si prende gioco anche del nome d’arte del giocatore dei Blazers (“Io sto cercando di guadagnare un milardo, chi se ne frega di un D.O.L.L.A.”) attaccandolo senza mezzi termini quasi a ogni rima. E allora – come è tradizione in quello che in America viene chiamato rap game – arriva immediata la controrisposta del n°0 di Portland, che dal suo account Instagram annuncia la pubblicazione su Soundcloud di una nuova traccia, intitolata “Reign Reign Go Away”, che non risparmia bordate verso il leggendario centro NBA. Lillard infatti va a toccare uno dei nervi scoperti lungo tutto il corso della sua carriera nella lega – il complicato rapporto con Kobe Bryant – suggerendo con la strofa “Kobe won you them rings” che sia stato il suo più giovane compagno a permettergli di vincere i suoi tre titoli in maglia gialloviola (anche se in realtà è il nome di O’Neal quello che compare tre volte in fila, dal 2000 al 2002, nell’albo d’oro dell’MVP delle finali NBA vinte da L.A.). Non solo: l’accusa viene poi ripetuta da Lillard con riferimento anche al quarto e ultimo anello vinto da Shaq, in maglia Heat (“Even in Miami, won that on the strength of Flash”), conquistato seconda la point guar dei Blazers sfruttando questa volta il talento di Dwyane “Flash” Wade. Insomma, un botta-e-risposta a ritmo di hip hop che, conoscendo i due personaggi, non è destinato con ogni probabilità a placarsi presto: uno dei mille modi in cui – anche lontano dal campo, anche a stagione regolare ancora ferma – la NBA sa attirare l’attenzione del mondo mediatico.