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NBA, Marcus Morris inizia "bene": subito espulso all’esordio in preseason in maglia Knicks

NBA

Aveva promesso che i Knicks non sarebbero più stati una barzelletta in giro per la lega: ma facendosi espellere alla prima partita amichevole della stagione l'ex giocatore di Boston lancia forse un messaggio ma di certo non fa gli interessi della sua squadra

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Si può dire che i Knicks lo abbiano voluto anche per questo, per portare in squadra un po’ di quella durezza assente negli ultimi anni. Marcus Morris, però, deve aver preso un po’ troppo sul serio il suo ruolo, se è vero come è vero che ha finito per farsi espellere — per un flagrant 2, che comporta l’immediato allontanamento dal campo — già alla prima partita di prestagione della sua nuova avventura a New York, da lui chiusa con 17 punti e 7 rimbalzi in 19 minuti. Nel primo possesso del terzo quarto, con i Knicks comodamente avanti di 15 (57-42), Morris non ha gradito la marcatura aggressiva di Justin Anderson. Il n°13 bluarancio ha prima fatto roteare pericolosamente i gomiti davanti alla faccia del suo difensore, nel tentativo di tenerlo a distanza, e poi — con Anderson sempre più alla caccia del pallone — non ha trovato di meglio che sbattere violentemente la palla proprio sulla testa del difensore, comportamento che ha scatenato un momento di tensione in campo prima che gli arbitri intervenissero sanzionando la diretta espulsione del giocatore dei Knicks. “Forse ho reagito un po’ troppo, lo ammetto — la sua spiegazione nel post-partita — ma alcune sue parole di troppo mi hanno dato fastidio”. Per poi aggiungere: “E’ soltanto preseason, se fosse stato una partita di stagione regolare sarei preoccupato, perché non voglio saltare neppure una gara. In quel caso non mi sarei comportato così, perché so che la mia squadra ha bisogno di me”. Quello che però Morris evidentemente non sa è che tutti i flagrant 2 vengono vagliati dalla lega, che può arrivare anche a imporre una squalifica come conseguenza dell’espulsione, e tale squalifica verrebbe scontata alla prima gara di regular season. “Marcus è Marcus — il commento di coach Fizdale nel dopo-partita — un giocatore che gioca senza aver paura di nessuno. La nostra squadra deve adottare questa stessa mentalità, ma Morris per primo sa che non può essere a detrimento della stessa squadra. Mi ha detto che non voleva far male a Anderson e ha ammesso che non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto. Allo stesso tempo — conclude l’allenatore bluarancio — voglio che mantenga questo spirito competitivo con cui scende in campo ogni volta”. Da parte sua Morris — che nei giorni scorsi aveva affermato che “nessuno si sarebbe dovuto più permettere di scherzare con i New York Knicks” — si è scusato con compagni e allenatori a fine gara: “Per farmi fare quello che ho fatto vuol dire che era successo qualcosa di extra ma riconosco che da parte mia è stata una pessima mossa e un comportamenti non professionale, che la mia squadra non si meritava. Ma come ho detto all’inizio, non accettiamo di essere messi sotto da nessuno”.