La stella dei Los Angeles Lakers ha parlato per la prima volta di quanto successo con la Cina, puntando il dito contro il general manager degli Houston Rockets: “Non era educato sulla situazione ad Hong Kong, le sue parole hanno avuto ripercussioni gravi”. Parole che hanno provocato grandi critiche, portandolo a chiarire la sua posizione successivamente su Twitter
Tra le tante persone che hanno commentato quanto successo la scorsa settimana tra la NBA e la Cina a seguito del tweet di Daryl Morey mancava una delle voci più importanti: quella di LeBron James. E alla prima occasione per parlare con la stampa — dopo che il governo cinese aveva imposto di non comunicare coi reporter — la stella dei Lakers non ha mancato di farsi sentire, puntando il dito soprattutto contro il General Manager dei Rockets. “Non voglio dare vita a una polemica con Daryl Morey, ma credo che non fosse educato sulla situazione in atto e ha commentato lo stesso” ha detto James prima della sfida di preseason ai Golden State Warriors, nella quale non ha giocato. “Tante persone avrebbero potuto essere colpite non solo finanziariamente, ma fisicamente, emotivamente e spiritualmente. Bisogna stare attenti a quello che si twitta o si dice: anche se abbiamo libertà di parola, ci possono essere molte conseguenze negative quando la si usa”. Quando gli è stato chiesto se ritenesse Morey poco informato sulla situazione ad Hong Kong quando ha twittato il suo supporto ai protestanti, James ha rincarato la dose: “Credo che o fosse informato male oppure non fosse proprio educato sulla situazione. Non ne ho idea, è solo la mia convinzione. Perché se dici o fai cose che possono avere un impatto su famiglie ed altre persone, a volte le cose si possono cambiare. E i social media non sono sempre il modo migliore per affrontare certe questioni, ma è una mia considerazione”.
Le critiche a LeBron e i tweet di spiegazione del Re
Proprio sui social media queste parole di James sono state molto negativamente, in quanto lette da alcuni come una difesa dei propri interessi economici (di fatto anteponendo i suoi soldi alla libertà di Morey di dire quello che vuole) e addirittura come un sostegno alla propaganda del governo cinese contro le proteste a Hong Kong. Per questo James ha dovuto utilizzare proprio Twitter (ironia della sorte…) per “chiarire la confusione”: “Credo che non siano state prese in considerazione le conseguenze e le ripercussioni di quel tweet. Non ne discuto la sostanza, altri lo possono fare. La mia squadra e questa lega hanno attraversato una settimana difficile. Penso che le persone debbano capire cosa può fare agli altri un tweet o una dichiarazione. E credo che nessuno [lo] abbia fermato per considerare cosa sarebbe potuto succedere. Avrebbe potuto aspettare una settimana per scriverlo”. Di fatto James non critica il supporto alle proteste di Hong Kong, quanto piuttosto averlo fatto mentre la NBA si trovava in Asia — oltre a Lakers e Nets in Cina anche gli stessi Rockets erano in Giappone con i Raptors — senza considerare le ripercussioni che quel tweet avrebbe potuto avere sul resto della NBA.
Cosa c’è dietro le parole di LeBron contro Morey
C’è una notizia riportata da ESPN nelle ultime ore che fa un po’ di luce su quanto detto da LeBron su Morey. Secondo quanto scritto dalla giornalista Rachel Nichols, in Cina c’è stato un incontro molto teso tra i giocatori di Lakers e Nets con il commissioner Adam Sivler, durante il quale diverse stelle hanno manifestato la propria frustrazione per essere stati messi in mezzo a una disputa tra la NBA e la Cina. I giocatori si sono anche lamentati del fatto che gli venissero chiesti commenti su quanto accaduto prima ancora che si fosse espressa la NBA stessa attraverso Silver, mettendoli in una posizione decisamente scomoda. “Quando si parla di politica, la situazione è sempre molto delicata” ha spiegato James davanti alla stampa. “Voi sapete che quando parlo di qualcosa è perché ne sono molto informato e appassionato. In questa occasione nessuno di noi lo era, né io né i miei compagni e neanche la mia organizzazione, e ne siamo convinti ancora adesso”.
Ciò che più ha dato fastidio ai giocatori, però, è la disparità di trattamento tra Morey e gli altri. Secondo quanto riferito, alcuni di loro durante l’incontro avrebbero chiesto a Silver cosa sarebbe successo se un giocatore fosse costato alla NBA milioni di dollari con un tweet, nella convinzione che ci sarebbero state ripercussioni se uno di loro avesse fatto quello che ha fatto il GM (il quale invece non ha ricevuto neanche una multa, con Silver che ha difeso il suo diritto alla libertà di espressione). Di fatto, i giocatori sostengono che la condotta del GM sia stata “detrimental to the league” — utilizzando le parole che spesso motivano le multe ai danni dei giocatori — ma che non ci sia stata alcuna conseguenza, e che questa sia un’ingiustizia. E probabilmente anche per questo LeBron è stato così duro con la stampa: “Quello che è successo [tra noi e Silver] deve rimanere tra di noi” ha detto James. “Vedremo cosa succederà in futuro a un giocatore, un proprietario o un GM. Tutti abbiamo bisogno di fare un passo indietro per imparare da quanto successo. Perché è vero che abbiamo la libertà di espressione, ma a volte ci sono conseguenze negative quando non pensi agli altri ma solamente a te stesso”. La parola ora passa al General Manager dei Rockets per la replica, se mai vorrà farla.