Kristaps Porzingis non vedeva il campo da oltre 5 mesi, ovvero da quando aveva contribuito a riportare a Boston il titolo NBA dopo 18 anni nelle finali contro Dallas. Ora, reduce dall’intervento alla gamba sinistra, il lettone è tornato in campo nella notte e partendo subito in quintetto ha contribuito alla netta vittoria sui Clippers con 16 punti e 6 rimbalzi in meno di 23 minuti giocati
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L’ultima volta che Kristaps Porzingis aveva vestito la canotta dei Celtics era coincisa con il trionfo di gara-5delle Finals e la conquista del 18° titolo nella storia della franchigia. Allora il lettone aveva dovuto stringere i denti, decidendo di giocare nonostante l’infortunio alla gamba sinistra che l’aveva fermato dopo gara-1della serie con Dallas. Un infortunio che avrebbe richiesto poi un intervento chirurgico di riparazione effettuato in estate, ma che non aveva impedito a Porzingis di dare il suo contributo anche se ben lontano dalle condizioni fisiche ideali. E il sacrificio dell’ex Knicks e Wizards non è stato dimenticato dai tifosi di Boston, che al suo rientro nella partita della notte al TD Garden contro i Clippers gli hanno tributato un’ovazione calorosa. E da lì in poi la serata di Porzingis e dai Celtics è stata tutta in discesa.
Porzingis e l’obiettivo del ‘repeat’
“Mi sono sentito alla grande” ha dichiarato Porzingis dopo aver mandato a referto 16 punti e 6 rimbalzi in meno di 23 minuti giocati, “il recupero dall’infortunio è stato lungo e io non vedevo l’ora di tornare in campo”. Anche in difesa il lettone si è fatto sentire con 2 stoppate e una palla recuperata, anche se a suo parere la condizione atletica lascia ancora a desiderare: “Ho sbagliato due appoggi facili sugli alley-oop dei compagni”, ha ammesso il diretto interessato in conferenza stampa, “avevo un po’ le gomme sgonfie e non ho avuto grande tempismo, ma è normale alla prima partita dopo tanti mesi”. Di certo Porzingis è apparso subito in linea con l’identità tattica della squadra, perché in una serata in cui i Celtics hanno stabilito il record di franchigia e pareggiato quello di tutta la NBA con le 12 triple segnate nel 2° quarto, metà dei suoi tiri sono arrivati da dietro la linea dei tre punti. E anche se il risultato immediato è stato un rivedibile 1/6, non c’è dubbio sul fatto che l’innesto del lettone renda i Celtics più solidi e pericolosi su entrambi i lati del campo. L’obiettivo, ora più che mai, non può che essere quel ‘repeat’ che a Boston manca ormai dal 1969.