Chicago ha annunciato di aver messo sotto contratto per 24 ore il giocatore dei Lakers: un ritorno a casa simbolico, per permettere a Deng di chiudere la carriera in maglia Bulls e al quale renderanno omaggio in una gara della prossima stagione
Perrion Callandret dovrà farsene una ragione, ma a Chicago sono stati costretti a tagliarlo dal roster per una giusta causa. I Bulls infatti hanno messo sotto contratto per un giorno Luol Deng - che ha legato buona parte della sua carriera a Chicago, prima di giocare con gli Heat e poi passare all’incasso con i Lakers negli ultimi anni. Un giocatore decisivo all’interno di un gruppo che meno di un decennio fa, sotto la guida di Tom Thibodeau, era tra le migliori squadre dell’intera Lega. Un talento difensivo naturale, diventato poi con il lavoro e la voglia anche utile in attacco. Atleta indistruttibile, è rimasto sul parquet più a lungo di tutti sia nella stagione 2011/12 che nel 2012/13 (Thibodeau lascia ben poco spazio per rifiatare ai suoi ragazzi). Descrizione ben lontana da quello che è il ricordo più recente legato alla sua versione a Los Angeles: nelle ultime tre stagioni soltanto dieci partite giocate in totale, martoriato dagli infortuni che ne hanno reso nullo l’impatto sul parquet. A livello salariale invece, il suo contrattone da oltre 17 milioni di dollari all’anno ha limitato non poco il margine di manovra dei gialloviola. Anche per questo era giusto chiudere la carriera tornando a indossare simbolicamente la maglia dei Bulls, mentre a Los Angeles hanno deciso di spalmare il suo contratto. Deng infatti, nonostante il ritiro, continuerà a pesare nei prossimi tre anni sul salary cap dei Lakers: cinque milioni di dollari a stagione, fino al 2021/22. Un promemoria, per non dimenticare un accordo rivelatosi totalmente sbagliato per la squadra di Los Angeles.
I Bulls: “Un esempio, un giocatore che ci ha reso migliori”
Si ritira dunque uno degli ultimi giocatori rimasti in NBA tra quelli scelti al Draft 2004. Al momento gli unici superstiti sono Andre Iguodala e Dwight Howard (con Jameer Nelson e Devin Harris pronti durante il corso della stagione a tornare in pista, qualora arrivasse un’offerta). Un’annata in cui ai Bulls andò decisamente bene selezionando Deng con la chiamata n°7: “Ci riteniamo fortunati e onorati all’idea che Luol abbia deciso di concludere la sua carriera come giocatore dei Bulls - racconta il presidente Michael Reinsdorf - è stato un professionista e un modello da seguire negli oltre nove anni in cui ha giocato qui a Chicago. Uno di quelli che ha sempre dato tutto per aiutarci a vincere. Voglio ringraziarlo non solo per i risultati che ci ha aiutato a raggiungere sul parquet, ma anche per la leadership mostrata nel presiedere e promuovere iniziative umanitarie rivolte alla comunità”. Parole a cui si aggiungono quelle di John Paxton, vice presidente delle Basketball Operations della squadra: “Dal momento in cui lo abbiamo scelto con la settima chiamata al Draft 2004, ci ha reso un gruppo migliore. Con lui sul parquet siamo andati per ben otto stagioni ai playoff. Non dimenticheremo mai la sua carriera da All-Star e la sua competitività; una dote messa in mostra in tutte le partite, su entrambi i lati del campo”. Deng infatti è parte della storia dei Bulls: 4° per stagioni giocate con la maglia di Chicago (10) e punti segnati (10.286), 5° per minuti sul parquet (22.882) e canestri segnati (3.987), 6° per gare giocate (637). Una bandiera alla quale i Bulls renderanno omaggio in una gara casalinga nel corso della prossima stagione.