La leggenda della pallacanestro NBA ha inaugurato la prima di due cliniche mediche che aiuteranno le persone meno fortunate di Charlotte a ricevere cure specifiche, commuovendosi durante il discorso di apertura. “Prima pensavo solo al basket, ora ho più tempo per capire cosa mi circonda” ha detto in un’intervista
L’ultima volta che abbiamo visto Michael Jordan piangere su un palco durante un discorso risale ormai a dieci anni fa, nel suo celeberrimo discorso di introduzione nella Hall of Fame. È in qualche modo calzante che MJ sia tornato a commuoversi non più per la sua carriera di giocatore di pallacanestro, ma per l’ultimo dei suoi molti impegni di beneficienza. Il proprietario degli Hornets infatti ha inaugurato la prima di due cliniche mediche a Charlotte per le quali ha donato 7.2 milioni di dollari, restituendo alla sua comunità quanto ha ricevuto nel corso degli anni. “Sono andato via e ho costruito la mia vita in Illinois e da altre parti, ma so dove tutto è cominciato” ha detto davanti alla prima delle due Novant Healt Clinics. “Non ho bisogno che mia madre e la mia famiglia me lo ricordino costantemente” ha poi aggiunto provocando le risate del pubblico presente. “Questo investimento non viene dalle mie tasche, ma dal mio cuore — dalla passione che questa città e per questo stato mi hanno dato. Non potrò mai ripagare quello che avete fatto per me, ma è un inizio. Spero che questo progetto cresca e possa toccare il maggior numero di persone possibile, resistendo anche quando noi non ci saremo più”.
MJ: “Supporto al 100% l’impegno sociale dei giocatori NBA, è bellissimo”
Le due cliniche, situate nelle zone più povere di Charlotte, dovrebbero arrivare a servire almeno 35.000 adulti e bambini nei prossimi cinque anni, fornendo servizi di sanità primaria e accesso a esperti sociali, consulenti medici, dentisti e fisioterapisti per chi non è coperto da assicurazione medica. Un investimento annunciato due anni fa che ora è diventato realtà, superando quanto già donato in passato da MJ sia nei suoi anni da giocatore (nel 2001-02 donò tutto il suo stipendio alle vittime dell’attentato dell’11 settembre) che in quelli successivi al suo ritiro. Proprio del suo scarso impegno durante i suoi giorni in campo Jordan ha parlato in un’intervista esclusiva a Today. “Quando giocavo, ero ossessionato solamente dal mio sport. Ero un giocatore professionista di pallacanestro, e cercavo di esserlo al meglio delle mie possibilità. Ora ho più tempo per capire le cose che mi circondano, capirne le cause e i problemi, impegnando la mia voce e il mio supporto finanziario per cambiare la situazione”. Jordan ha anche parlato favorevolmente dell’impegno sociale mostrato da questa nuova generazione di giocatori: “Penso sia bellissimo: se capiscono le cause e sentono che la loro voce ha importanza, li supporto totalmente”.