Il centro dei Celtics, alle prese con il protocollo precauzionale NBA da seguire dopo aver subito una commozione celebrale, ha spiegato la natura del suo infortunio: “Mi stavo lavando le mani e sono andato a sbattere”
Essere alto 226 centimetri (forse anche 230, ma atteniamoci alle indicazioni date dalle ultime misurazioni NBA) è un dono della natura se giochi a pallacanestro, ma al tempo stesso ti obbliga a dover fare molta attenzione in situazioni in cui le persone “normali” non devono preoccuparsi. Accedere in qualsiasi posto al chiuso, se sei Tacko Fall, può rivelarsi un enorme problema. Non una novità quindi per lui colpire il soffitto o qualsiasi oggetto posto “non troppo in alto” in una stanza. Anche per questo motivo, il centro dei Celtics non si è preoccupato tanto dopo aver subito un duro colpo alla testa contro il soffitto (che lui ha poi definito “basso”, ma sono punti di vista) del campo di allenamento dei Celtics, mentre si stava lavando le mani in bagno. Dopo aver sbattuto la testa, non sembrava averne risentito in alcun modo particolare. Fall infatti ha preso parte alla lezione di nuoto seguente assieme alla squadra senza sentire fastidio in alcun modo. Al termine del corso, il rookie dei Celtics è addirittura tornato al campo di allenamento per aggiungere una sessione di lavoro in palestra. La mattina seguente però, dopo aver dormito, la situazione si è complicata: dolori, labirintite e qualche problema di equilibrio. “Tacko ha sbattuto forte la testa ieri dopo aver lavoro a livello individuale”, erano state le parole di coach Stevens. “È stordito e noi saremo molto cauti nel trattare il problema”. Un infortunio “particolare” che ha soltanto ritardato di qualche gara l’esordio del rookie di Boston: un giocatore che il pubblico non vede l’ora di ammirare e di applaudire sul parquet.