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Tacko Fall, esordio NBA al Madison Square Garden: il pubblico Knicks fa il tifo per lui

NBA

Sceso in campo per meno di quattro minuti a partita già vinta, il rookie dei Celtics ha fatto impazzire i fan di New York - pronti a esultare ogni volta che ha toccato il pallone: “Fa notizia perché è un gigante, dovranno apprezzarlo per il suo gioco e la sua etica del lavoro”

“Non so onestamente se ci sia mai stato un giocatore non selezionato al Draft che al suo esordio ha ricevuto in trasferta un’accoglienza del genere. Ogni volta che ha toccato il pallone c’è stata un’ovazione”. Queste le parole di Brad Stevens al termine di una partita in cui i Celtics non hanno avuto grossi problemi a sbarazzarsi dei Knicks. Il pubblico del Madison Square Garden, ben consapevole del destino che attende la squadra di New York sul parquet nei prossimi mesi, ha iniziato a fischiare i giocatori di casa nonostante fosse soltanto l’esordio stagionale. Un clima surreale in cui, a interrompere i mugugni di disapprovazione, ci ha pensato Tacko Fall - il rookie dei Celtics di 230 centimetri che ha già conquistato trasversalmente gli appassionati di pallacanestro. Assente nelle prime due gare dopo essersi infortunato battendo la testa contro il soffitto di un bagno, il gigante di Boston è sceso in campo per la prima volta in carriera su un parquet NBA. A meno di quattro minuti dal termine, con la partita ormai in cassaforte, è arrivata la sua grande opportunità: “Ho soltanto cercato di farmi trovare pronto, era la mia prima occasione. Ho provato a fare il mio lavoro”, commenta serio e lusingato per l’accoglienza ricevuta. Il pubblico di New York infatti, dopo averne chiesto l’ingresso in campo a gran voce (“We want Tacko!”), ha iniziato a esultare ogni volta che ha toccato il pallone. Alla fine, dopo meno di un minuto sul parquet, ha chiuso la prima schiacciata aggrappandosi al ferro senza staccare i piedi da terra: una scena che ha mandato in delirio la panchina Celtics e tutto il Madison Square Garden. L’unico modo per sorridere e gioire a New York, soltanto all’inizio dell’ennesima stagione che appare molto complicata.

Tacko: “Entro gennaio potrei iniziare a tirare con il 50% da tre punti”

Fall ha trascorso nel complesso tre minuti e 38 secondi sul parquet, chiusi con quattro punti - entrambi bersagli arrivati nei pressi del ferro - e un paio di tentativi sbagliati in fotocopia: un gancio cielo su cui sta lavorando in allenamento per aggiungere un’arma a cui nessun difensore NBA può sperare di opporsi. “In palestra non mi sto concentrando solo su quello: prendo tanti tiri dalla media, cercando addirittura di aggiungere conclusioni con i piedi oltre l’arco. È pazzesco, i primi tempi mi chiedevo: “Triple? Stiamo davvero parlando di questo?”, ma adesso sto iniziando a prendere confidenza anche con quelle”. Una dimensione mai presa in considerazione all’interno del suo gioco, tanto che un reporter di Boston osserva divertito: “Questo vuol dire che dovrò aggiungere il tuo nome alla lista dei pretendenti per la gara da tre punti all’All-Star Game?”. “Fallo pure, ho detto a Jay Larranaga (uno degli assistenti dei Celtics, ndr) che entro gennaio potrei avere il 50% dalla lunga distanza”. Un ragazzo gioviale, solare, che ha conquistato la simpatia di molti e che spera di non diventare uno di quelli ricordati soltanto per le sue eccezionali dimensioni: “Le persone continua a impazzire ogni volta che lo vedono perché sembra un gigante. Sono il primo a meravigliarsi quando entra in una stanza, ma al tempo stesso spero tanto che il pubblico NBA possa apprezzarne le doti e l’etica del lavoro. È così che si è conquistato un’opportunità in campo con noi”. Un giocatore che cercherà dunque in tutti i modi di far valere la sua stazza e le sue doti, ben consapevole che non passerà mai inosservato.