Le schermaglie tra Joel Embiid e Karl-Anthony Towns non si sono limitate al campo. I due hanno continuato la loro battaglia anche sui social, scambiandosi frecciate e insulti: “Mi hanno cresciuto i leoni e stasera mi ha attaccato un gattino” ha scritto Embiid, a cui KAT ha risposto con una foto del camerunense in lacrime dopo gli scorsi playoff. Uno scontro che è costato due partite di squalifica per entrambi
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A inizio stagione Joel Embiid aveva detto: "Quest'anno non farò trash talking". Neanche quattro partite ed è già stato protagonista di una rissa, quella con Karl-Anthony Towns dei Minnesota Timberwolves. E ovviamente i due non si sono limitati al campo
“Grande vittoria di squadra!!!” ha scritto su Instagram, prima di dedicarsi alla sua attività preferita: distruggere i suoi avversari sui social dopo averlo fatto in campo. “Sono cresciuto in mezzo ai leoni e un gattino [cat in inglese, chiaro riferimento a “KAT”, l’acronimo di Towns] stanotte mi ha attaccato lmao”. Poi ha aggiunto: “@jimmybutler mi mancava far parte delle riserve delle riserve”, riferendosi a quella volta in cui Butler distrusse in allenamento la squadra di Towns guidando gli scarti dei Timberwolves. “Pure sua madre mi ha fatto il dito medio. Possiedo un TERRENO ENORME”, riferendosi al fatto di aver preso “possesso” nella testa del suo avversario, chiudendo il tutto con gli hashtag #FightNight e #IAinNoBitch e una location particolare: Board Street Bullies Pub, uno dei luoghi dedicati alla storica squadra di NHL famosa per le sue intimidazioni
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La risposta di Towns, però, non è tardata ad arrivare. Il lungo dei T’Wolves ha preso in giro le parole di Embiid alternando lettere maiuscole e minuscole e aggiungendo le emoji di un cappellino e di un pagliaccio, ma soprattutto mettendo la foto di Embiid in lacrime dopo l’eliminazione dei suoi Sixers ai playoff dello scorso anno. La posizione del post? "All Bark & No Bite", liberamente traducibile come "can che abbaia non morde"
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Poteva forse mancare la contro-replica di Embiid? Certo che no. "Quel tizio che fa finta di fare il duro non la dà a bere a nessuno" ha scritto su Twitter. "Tutti sanno chi sei.... e anche tu sai che cosa sei sempre stato: UN MOLLACCIONE (E DITELO AD ALTA VOCE PER QUELLI IN FONDO). Gli rompo il c**o da sempre e per favore, fai i playoff prima di parlare. È noto a tutti che IO TI DOMINO. @KarlTowns"
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Non contento, Embiid ha condiviso due screenshot: il primo risale allo scorso anno, quando il lungo di Philadelphia condividendo la foto di un suo canestro contro Towns scrisse “Andando di Euro Step per tutto il Minnesota abbiamo finito per tirare su un gattino ieri sera”. L’avversario rispose nei commenti con “Quella frase fa schifo come la qualità della foto che hai postato”, ma Embiid portò a casa il punto rispondendo “Sempre meglio della tua difesa”
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Il secondo screenshot è molto più recente: il commento lasciato sotto la foto di Towns e, secondo Embiid, cancellato o nascosto dallo stesso lungo dei T’Wolves. “Immagina parlare dopo una sconfitta di 20 punti: davvero dura da digerire lmao. Continua pure a usare la foto di me che piango per aver perso al secondo turno DEI PLAYOFF. Oh aspetta, tu non ci sei mai stato [in realtà Towns ci è stato una volta, perdendo al primo turno con Houston, ndr]. Non sai nemmeno cosa vuol dire. Hai vinto tre partite e parli, e io so che tu non sei uno che parla. Sei un mollaccione [il termine utilizzato è più pesante, ndr] da tutta la tua vita. Per questo sei stato trattato come uno sfigato [anche qui il termine è più pesante, ndr] da tu sai chi [chiaro il riferimento a Jimmy Butler, ex compagno di entrambi, ndr]. Non rivelerò in pubblico cosa hai fatto, ma so certe cose su di te. Non farti strane idee: IO TI DOMINO”.
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A fine serata, Joel Embiid si è preso in giro da solo per la promessa mantenuta: "Ho smesso di fare trash talking" ha scritto su Twitter, con le emoji degli occhi spalancati e tre emoji di un trofeo
Al di là delle schermaglie sui social, è probabile che la NBA ci vada giù pesante con i due giocatori – anche al di là dell’espulsione che hanno già subito durante la partita. Embiid dopo la gara ha provato a schivare la possibile sospensione: “Io mi sono comportato con calma, non ho tirato alcun pugno perciò non dovrei essere fermato” ha detto. “Ma da tempo ormai girano tutto quello che succede per farlo finire contro di me: spero che stavolta giudichino bene, ma non me lo aspetto”
Towns, dal canto suo, non ha invece parlato di quanto successo, limitandosi a dire davanti ai media che “è stata una partita competitiva” e di essere deluso più che altro per la sconfitta, la prima dopo un inizio di stagione da tre successi consecutivi. Il compagno Jeff Teague però ha apprezzato quanto successo: “È qui per farsi rispettare, e non so se l’anno scorso sarebbe successo. Stasera ha mostrato molto cuore, sto con lui”
Uno che potrebbe rischiare qualcosa a livello di sospensioni è Ben Simmons, che ha portato a terra Towns tenendogli la testa stretta tra le braccia con una mossa più simile al wrestling che alla pallacanestro. “Ho solo fatto in modo che il mio compagno stesse bene. Copro sempre le spalle ai miei compagni” ha detto dopo l’australiano dopo la partita
Embiid, invece, sostiene che non ci fosse stato nulla che facesse immaginare una rissa del genere, anche se ne ha approfittato per tirare altre frecciate al suo rivale: “Negli ultimi tre possessi in post basso ho fatto quello che ho voluto. Immagino che poi, dopo avergli fatto perdere il pallone con il raddoppio, ci siamo agganciati e da lì è cominciato tutto”
“Ma è pallacanestro, è quello in cui sono bravo” ha concluso Embiid. “Mi piace entrare nella testa delle persone”. Se ne sono accorti decisamente tutti a Philadelphia, con il pubblico che ha ovviamente osannato il proprio giocatore franchigia alla sua uscita dal campo
Rimane solo una cosa da chiarire: quand’è che si incontreranno di nuovo in campo? Purtroppo giocando in due conference diverse rimane solo un’occasione per vederli ed è molto lontana del tempo, più precisamente il 25 marzo a Minneapolis. Paradossalmente, sarà interessante vedere le loro interazioni all’All-Star Game di Chicago del prossimo 16 febbraio – quando potrebbero addirittura essere scelti nella stessa squadra