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NBA, Denver e la furia di coach Malone: "Siamo bravi soltanto a parlare"

NBA

La seconda sconfitta consecutiva (dopo le prime tre vittorie iniziali) ha fatto esplodere l'allenatore dei Nuggets, che ha messo sotto accusa senza troppi giri di parole i suoi titolari: "Zero energia, nessuno sforzo. Non mi interessano i proclami estivi, voglio che mi dimostrino le cose in campo". La replica di Nikola Jokic

Dopo le prime tre vittorie ad aprire la stagione, per i Denver Nuggets sono arrivate due sconfitte in fila e se quella contro i Mavericks di Doncic&Porzingis (vittoriosi solo di 3 punti) poteva anche passare, il ko contro i New Orleans Pelicans ancora senza vittorie ha fatto letteralmente infuriare coach Michael Malone. “Che imbarazzo il nostro sforzo in difesa questa sera”, ha dichiarato dopo che i suoi Nuggets hanno concesso 122 punti a Brandon Ingram e compagni, 37 dei quali sono addirittura arrivati in contropiede. “Possiamo parlare di regole difensive tutto il tempo che vogliamo, ma alla fine la transizione difensiva si riduce a una singola cosa: correre. Tornare indietro. Sforzarsi. Come si dice? Si può portare un cavallo alla fontana ma non si può costringerlo a bere. Usate l’analogia che volete, ma il punto è quello: non siamo tornati in difesa”. Sotto accusa soprattutto il gruppo dei titolari, a cui Malone rimprovera una scarsa volontà al sacrificio e a quello sforzo necessario per giocare con la giusta intensità: “Sono deluso, imbarazzato dal tipo di sforzo messo in campo dal nostro quintetto base. Pochissima energia, al contrario delle nostre riserve, che hanno giocato bene e ce l’hanno messa tutta. I nostri titolari devono riuscire a fare la stessa cosa, ma al momento non è così”. Sentitosi probabilmente chiamato in causa — almeno indirettamente, come leader della squadra — a coach Malone ha provato a rispondere Nikola Jokic, contestando l’idea che il secondo ko stagionale dei Nuggets abbia a che vedere soltanto con una mancanza di voglia: “A volte è una questione di sforzo, ma a volte anche di comunicazione difensiva da migliorare, o di palle perse da evitare. Non è solo un problema di sforzo”. Malone però sembra non accettare nessuna scusa, e punta il dito su un altro dato statistico davvero impietoso: quando ai Pelicans è stato concesso di giocare in transizione la squadra di Alvin Gentry ha prodotto 1.68 punti per possesso (con 13/18 al tiro) mentre quando i Nuggets sono riusciti a schierare la difesa a metà campo l’efficienza offensiva degli avversari è scesa a 0.86 punti per possesso, con 28/59 al tiro. Cifre che riflettono un trend generale in questo avvio di stagione per Denver, soltanto 23^ per efficienza difensiva in transizione, dove concede in media agli avversari 1.2 punti per possesso (i Blazers che sono primi ne concedno solo 0.88, come comparazione). 

Malone: “Dite di voler vincere? Mostratemelo in campo”

E così l’allenatore di Denver rincara la dose, attaccando pubblicamente le stelle della sua squadra, forse consapevole del rischio che — dopo un’annata positiva come quella appena trascorsa, chiusa solo col ko in gara-7 delle semifinali di conference — qualcuno si possa rilassare: “Siamo bravissimi soltanto a parlare. Possiamo parlare quanto vogliamo, prima del via della stagione, individuando obiettivi ambiziosi che vogliamo raggiungere, proponendoci come squadra da titolo. Tutte stronz**e. Non fatemi sentire proclami, mostratemi in campo quello che volete fare. E adesso come adesso troppi giocatori non mi stanno facendo vedere proprio niente”. Che le parole siano destinate alle proprie star del quintetto Malone lo conferma eleggendo Mason Plumlee come giocatore modello a cui gli altri dovrebbero ispirarsi: “Ogni sera in panchina è il primo a incitare i compagni e quando entra in campo dà sempre il 1.000%, un atteggiamento bellissimo da vedere”. Che Malone si augura venga presto imitato.