La point guard degli Wizards giura che il passato è passato e che lui - più di due anni dopo i magici playoff in maglia Celtics - ha girato pagina. Però avverte: "Voglio ammazzarli, potete giurarci. E sono sicuro che tornerò a essere un All-Star" | BOSTON-WASHINGTON È SU SKY SPORT NBA
Contro Detroit, una settimana fa, Isaiah Thomas è tornato per la prima volta in quintetto base, per la prima volta dal marzo 2018. Ora, di nuovo al comando di una squadra che può chiamare in un certo senso sua – anche se la star di Washington rimane Bradley Beal – “IT” torna da avversario al TD Garden di Boston, lì dove ha vissuto i momenti più belli e gloriosi della sua carriera. Non 10 anni fa, neppure due, ma da allora tutto sembra essere andato storto: prima la morte della sorella Chyna in un incidente stradale, poi una lunga serie di infortuni che hanno rischiato di far deragliare per sempre una carriera che lo aveva portato a essere un All-Star NBA, e un candidato MVP. “Tornerò a essere un All-Star, ci potete scommettere”, dice Thomas senza lasciar spazio ai dubbi prima della sfida contro i Celtics. “So di poter tornare a quel livello, so di poter guadagnarmi di nuovo l’inclusione in uno dei primi quintetti NBA. Magari non farò più 30 punti a partita [erano 28.9 di media nella stagione 2016-17, ndr] ma so di poter giocare ancora ad alto livello ed essere una delle migliori point guard della lega”. La convocazione alla partita delle stelle è arrivata nel 2016 e nel 2017 e – se magari non quest’anno - Thomas è convinto di poter tornare a essere un All-Star: 4 giocatori sono riusciti a ottenere una convocazione a distanza di almeno 5 anni dall’ultima (Johnny Green nel 1971 dopo quella del 1965, Rick Barry nel 1973 dopo quella del 1967, Bernard King nel 1991 dopo quella del 1985 e Manu Ginobili nel 2011 dopo che la precedente era del 2005): Isaiah Thomas vuole aggiungere il suo nome a questa lista eccellente. “Non scommetterei mai contro di lui”, fa sapere il suo ex allenatore a Boston, Brad Stevens. Che ricorda come fosse oggi l’arrivo in squadra del piccolo-grande uomo da Tacoma: “Ci ha portato a un livello diverso: la sua carica era contagiosa, così come la sua etica del lavoro. Isaiah adora la competizione”. Per questo – alla vigilia della sua prima gara da titolare contro la squadra del suo cuore – il n°4 degli Wizards ha parole minacciose per i Celtics: “Voglio ammazzarli. Voglio segnare 50 punti. Ovvio che sia così, così come è ovvio che penso che abbiano fatto un errore a cedermi [per arrivare a Kyrie Irving, nell’agosto 2017, ndr]. Ma è un capitolo chiuso: io ho già girato pagina”.
La delusione per la trade e i rapporti "freddi" con Danny Ainge
Dice così, nega che la gara contro i Celtics sia per lui una rivincita personale, ma allo stesso tempo non nasconde che certe cose gli hanno dato fastidio: “Al tempo ero deluso, un po’ perché nessuno se l’aspettava – e tanto meno io – e un po’ perché dopo aver giocato infortunato per quella maglia penso non sia stato giusto quello che mi hanno fatto, ma so che è un business, ed è andata così. Il passato è passato. Tutti vogliono ancora parlare di Boston, ma io no: io voglio vivere il presente e guardare al futuro”. Con Danny Ainge, boss del front office biancoverde, i rapporti sono educati ma non certo amichevoli: “Ci siamo scambiati un paio di sms, me ne ha spedito uno per la festa del papà”, dice, ma ammette anche che parlare faccia a faccia con l’uomo che ha scelto di scambiarlo non è stata la sua priorità. La priorità di Thomas, ora, è battere i Celtics, una sfida da non perdere sugli schermi di Sky Sport NBA nella notte tra lunedì e martedì all'1.30 e poi in replica il giorno dopo.