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NBA, fenomeno Rui Hachimura: da Washington alla conquista del mondo

NBA

Sogna di schiacciare in testa a LeBron James, è stato scelto come testimonial da Michael Jordan, riceve le lodi su Twitter da Naomi Osaka. Alla scoperta della matricola di Washington, la nuova speranza del basket giapponese | BOSTON-WASHINGTON È SU SKY SPORT NBA

Il Giappone non è la Cina, quello no: 128 milioni di abitanti nel paese del sol levante, contro il miliardo e 400 milioni dell’ex impero celeste. Ma l’idea è quella: Rui Hachimura – la prima scelta degli Washington Wizards all’ultimo Draft, chiamato con la n°9 – può essere per il mercato nipponico quello che Yao Ming è stato per quello cinese. “Per lo sviluppo e il business di un singolo mercato, farà cose che nessun altro atleta ha mai fatto”, assicura spavaldo il suo agente, Jason Ranne. “Sta letteralmente educando un intero Paese verso un nuovo sport: sono convinto che per il solo fatto di vedere uno come lui avere successo, un’intera generazione di giovani ragazzi vorrà seguire le sue orme, e si dedicheranno alla pallacanestro”. Non è l’unico a pensarla così. Una testimonianza diretta – e disinteressata – arriva dalla tennista, anche ex n°1 al mondo, Naomi Osaka, che dopo aver vinto gli US Open nel 2018 e aver bissato il successo in uno slam anche in Australia a inizio 2019 è diventata uno dei volti più noti dello sport in Giappone. “Sono ancora in Giappone – ha recentemente scritto su Twitter – e negli ultimi due mesi il basket è costantemente in tv. Rui [Hachimura] ce l’ha fatta davvero: il futuro GOAT [greatest of all time] sta cambiando la storia del gioco”. Magari non in campo, ancora, dove l’ex giocatore di Gonzaga sta comunque vivendo un esordio in maglia Wizards più che positivo, con quasi 14 punti di media a sera, oltre a 6 rimbalzi e il 49% al tiro. Coach Brooks non ha avuto dubbi nel gettarlo già in quintetto, presenza fissa al fianco di Isaiah Thomas e Bradley Beal nel reparto esterni di Washington, ma è soprattutto lontano dal campo che l’impatto davvero enorme del rookie giapponese si fa sentire maggiormente. Sembrano lontani i tempi in cui – erano gli anni ’90 – la pallacanestro in Giappone era conosciuta soprattutto per via di un’anima di successo, “Slam Dunk” che ha introdotto il basket nella vita di tanti ragazzini. Ma avere un vero e proprio giocatore tra i più forti del mondo – con grandi aspettative anche tra i pro dopo tre anni a buonissimo livello a Gonzaga University – cambia completamente le aspettative. Non è un caso che quest’anno la NBA, per la prima volta in 16 anni, sia tornata a organizzare una partita in Giappone; e non è un caso che le attività sul territorio – accademie, scuole e clinic – siano in forte crescita, così come la dal 2017 esiste anche la possibilità di vedere le partite in streaming. Proprio Hachimura, prima del via della stagione NBA, è stato il soggetto di un documentario di 50 minuti andato in onda sulla tv nazionale giapponese e il suo debutto nella lega contro i Mavericks è stato omaggiato dalle prime pagine di tutti i giornali. Un interesse che è arrivato anche negli Stati Uniti: a vedere la sua seconda partita NBA, a Oklahoma City, c’erano 18 giornalisti giapponesi di 14 testate diverse. Per l’esordio casalingo nella capitale USA, la gara degli Wizards contro i Rockets, gli accrediti destinati a media dal Giappone sono cresciuti a 38. E proprio la squadra di Washington non si è fatta trovare impreparata, lanciando una versione giapponese del proprio sito Internet ma anche del proprio account Twitter, assumendo anche un giornalista bilingue a cui è stato affidato un podcast interamente dedicato alla prima stagione di Hachimura. 

Lo ha voluto Michael Jordan, lui sogna di schiacciare in testa a LeBron

Lui sta vivendo tutta questa attenzione – non certo nuova, soltanto ingigantita nelle proporzioni – cercando di restare concentrato sulla cosa più importante: la pallacanestro. Perché per guadagnare posizioni e minacciare il primato di sumo e baseball, i due sport più popolari in Giappone, c’è bisogno che Hachimura faccia bene fin dalla sua prima stagione in maglia Wizards: “Gioco duro, mi piace la competizione. Cerco di portare in campo tanta energia, sul parquet so fare tante cose, sia in attacco che in difesa”, dice lui, che confessa anche un sogno ambizioso: “A chi vorrei schiacciare in testa? Non lo so… Magari LeBron [James]?”. Non ha paura a pensare in grande, l’ala degli Wizards, anche perché ha capito in fretta che il suo posto può essere in mezzo ai grandi. Come quando durante il meeting nel quartier generale di Brand Jordan, è arrivata la telefonata di Michael Jordan in persona che ovviamente ha di fatto chiuso l’affare, strappando così il giovane talento giapponese a brand locali come Asics e Mizuno, che erano interessati a metterlo sotto contratto. “Non lo ringrazierò mai abbastanza per questa opportunità”, dice Hachimura, già testimonial in uno spot insieme a Jayson Tatum e Zion Williamson. “Vogliono fare di lui un ambasciatore globale, non limitarlo solo al mercato giapponese”. Dopo aver fatto parte della spedizione giapponese ai Mondiali in Cina (terminata in anticipo per via di un leggero problema al ginocchio), lo sguardo è già alle Olimpiadi del 2020, ovviamente nella sua Tokio. Paese ospitante, il Giappone tornerà a competere in un’Olimpiade per la prima volta dal 1976 e Hachimura sarà la stella della squadra. Per adesso, però, rimane il rookie degli Washington: deve comprare il pollo per tutti i veterani e occuparsi di portare le scarpe di Thomas Bryant sull’autobus di squadra. Ma i piani futuri e le ambizioni di Rui Hachimura puntano molto più in alto.