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NBA, Chris Paul fa la spia, Minnesota perde per maglia fuori dai pantaloncini. VIDEO

NBA
©Fotogramma

Episodio incredibile al termine di Oklahoma City-Minnesota. I T’Wolves si sono visti infliggere un fallo tecnico perché Jordan Bell era entrato in campo con la maglia fuori dai pantaloncini, come fatto notare immediatamente da Chris Paul agli arbitri. L’infrazione ha regalato un libero fondamentale a Gallinari, apparecchiando la tavola per il canestro del pareggio di Schroeder che ha propiziato il supplementare poi stravinto dai Thunder

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Ci sono mille modi per vincere una partita NBA, ma almeno altrettanti per perderla. Quello trovato dai Minnesota Timberwolves a Oklahoma City, però, li batte quasi tutti. I T’Wolves erano a un passo dalla vittoria: con soli 1.1 secondi da giocare, la squadra di Ryan Saunders era avanti di due lunghezze sul 121-119 e con Karl-Anthony Towns in lunetta per due liberi che avrebbero messo definitivamente in ghiaccio la partita. La stella dei T’Wolves ha però sbagliato il primo tiro a disposizione, e Ryan Saunders ha inserito in campo Jordan Bell per la lotta a rimbalzo. Chris Paul però si è accorto che il lungo avversario aveva la maglia fuori dai pantaloncini al momento del suo ingresso in campo - la stava sistemando in quel preciso momento - e lo ha immediatamente fatto notare all’arbitro Scott Foster (con cui ha un pessimo rapporto, peraltro) gridando “Ha la maglia fuori! Ha la maglia fuori! È un delay of game!”. Il fischietto, come da regolamento, ha chiamato l’infrazione a Minnesota, dato che un giocatore deve essere immediatamente pronto a giocare non appena entra in campo. I T’Wolves avevano già preso un “delay of game” nel primo tempo per un problema con le ginocchiere di Towns, perciò la seconda infrazione per perdita di tempo ha regalato un tiro libero ai Thunder – a dir poco cruciale a quel punto della partita. Danilo Gallinari glaciale ha segnato il canestro del -1 per tenere i suoi a contatto, mettendo pressione a Towns dall’altra parte. Il lungo ha quindi segnato il secondo libero a disposizione pur cercando di sbagliarlo appositamente, e questo suo “non errore” ha apparecchiato la tavola per la giocata più incredibile della partita: senza più timeout, Steven Adams ha raccolto il pallone dalla retina e dalla rimessa ha fatto partire un passaggio a tutto campo che è ricaduto precisamente nelle mani di Dennis Schroeder, il quale ha appoggiato al tabellone il tiro del pareggio prima che suonasse la sirena. Una giocata che sarebbe stata impossibile senza la genialata di Chris Paul, che non è stato solo il più sveglio ma anche il migliore dei suoi con 30 punti a referto, suo massimo stagionale nel successo poi conquistato al supplementare.

Le parole dei protagonisti dopo la gara

Dopo la gara, ovviamente, la “magata” di CP3 e il confuso finale di gara è stato l’argomento principale: “Mai stato parte di niente di simile” ha detto Towns. “Ho giocato tantissima pallacanestro nella mia vita, ma non ho mai visto nulla del genere. E non parlo della chiamata arbitrale, ma di come tutto si è succeduto”. Nel supplementare poi i T’Wolves si sono sciolti perdendo 17-5, con Shai Gilgeous-Alexander che ha segnato 11 dei suoi 29 punti nell’overtime, con cinque giocatori sopra 20 punti per i padroni di casa (prima volta che accade dal 2004). Ovviamente Chris Paul dopo la gara ha parlato dell’accaduto: “Sì, sono stato io a far notare loro della maglietta, conosco le regole. Succede più spesso di quanto si pensi: a volte gli arbitri lo ignorano, ma quelle sono le regole. Se entri in campo con la maglia fuori dai pantaloncini, è un delay of game”. E CP3, ovviamente, era bene a conoscenza che i T’Wolves ne avevano già uno a carico dal primo tempo, lucrando un tiro libero grazie alla sua incredibile consapevolezza di quello che succede in campo.

L’ultimo imprevedibile capitolo della faida Chris Paul-Scott Foster

Ad aggiungere ulteriore pepe all’accaduto c’è anche il fatto che ad aver fischiato l’infrazione è stato Scott Foster, decano degli arbitri NBA con cui Chris Paul ha un pessimo rapporto da anni, criticandolo a mezzo stampa in più di un’occasione tanto da dire nel 2018 “Lui è il pezzo grosso, quello che pagano per venire a vedere”. Questa volta però Foster ha dovuto dare ragione a Paul (“Incredibile che sia stato proprio lui, no? Il mio agente mi ha già scritto” ha detto sorridendo), ma un po’ di ruggine comunque è rimasta: parlando con la stampa dopo la partita, Foster ha confermato che “Bell è entrato in campo con la maglia che arrivava fino alle ginocchia”, ma ha sottolineato come fossero stati lui e il suo collega Mark Ayotte a notarlo per primi – e non che lo abbiano fatto su richiesta di Paul. Perché va bene collaborare, ma non da creare un precedente pericoloso.