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NBA, Steph Curry torna in campo contro Toronto: “È arrivato il momento”

GOLDEN STATE
©Getty

Il n°30 degli Warriors ha avuto il definitivo via libera da parte dello staff medico, pronto a ritornare sul parquet dopo 58 gare d’assenza a quattro mesi di distanza dalla sfida contro Phoenix: “È stato un lungo calvario”

La data a lungo attesa e spesso rinviata adesso non sarà più spostata: Steph Curry sarà a disposizione di Steve Kerr nella partita casalinga contro Toronto di questa notte, abile e pienamente recuperato a più di quattro mesi di distanza dalla sfida contro Phoenix dello scorso ottobre. La rottura del secondo metacarpo della mano sinistra, la doppia operazione e un percorso di riabilitazioni non sempre lineare: un’avventura non semplice da affrontare, come si è visto anche in questi ultimi dieci giorni in cui più volte il n°30 degli Warriors è stato costretto a rinunciare a rimettere piede sul parquet. “È stato un viaggio lunghissimo per Steph, un recupero complicato. È innamorato della pallacanestro, è stato un calvario - sottolinea Steve Kerr - Sono felice per noi, per i nostri tifosi, ma soprattutto per Steph perché tornerà a fare ciò che più ama al mondo”. Un rientro che alcuni avevano ipotizzato più volte potesse slittare direttamente al prossimo anno, aumentando così le opportunità degli Warriors di scivolare in fondo alla classifica e salire così al Draft del prossimo giugno. Un’eventualità mai presa in considerazione: Curry ha bisogno di togliersi un po’ di ruggine di dosso, di cercare la giusta chimica sul parquet con il nuovo arrivato Andrew Wiggins e di far crescere al suo fianco i vari Marquese Chriss, Eric Paschall e Jordan Poole. I dati in proposito infatti non lasciano dubbi: Golden State ha totalmente rinnovato il roster negli ultimi mesi, facendo si che la stragrande maggioranza dei giocatori a disposizione di Kerr in realtà non abbia mai giocato con Steph. Tolte le 636 partite con Thompson (fuori per il resto della stagione), le 607 con Green e le 197 con Looney, il giocatore a essere sceso in campo più volte con Curry è Damion Lee - sul parquet con lui per 26 volte. Tutti gli altri invece non più di 4; le gare di inizio regular season in cui non c’è stato il tempo neanche di conoscersi a fondo. Un lungo processo dunque, a cui conviene dare il via il prima possibile. “Farò soltanto quello che è meglio per me - chiosa il diretto interessato - non terrò conto di tutto il resto”.