
Quello che è rimasto, e che rimarrà per sempre, lo si conosce bene: i trionfi sul campo, i cinque titoli NBA, i record, gli highlights, le prestazioni leggendarie, i premi, le medaglie d'oro. Quelli che invece non potevano restare sono i segni di un pellegrinaggio pagano che per circa una settimana ha fatto dello Staples Center una destinazione quasi obbligata per ogni sportivo. Ognuno con un piccolo oggetto da offrire al proprio idolo
KOBE BRYANT, DUE MESI DOPO: IL RICORDO RIMANE SUI MURI DI L.A.

25.000 CANDELE | Nel giro solo di una settimana da quel maledetto 26 gennaio, i tifosi e gli sportivi accorsi allo Staples Center hanno depositato a terra — tutto attorno all’arena — qualcosa come 25.000 candele. Una fiammella di speranza, un piccolo raggio di luce, in un momento tra i più bui della storia sportiva di L.A. e non solo

1.300 PALLONI DA BASKET | Quel pallone che da piccolo — ha raccontato Kobe Bryant in “Dear Basketball” — si fabbricava arrotolando le calze una dentro l’altra e giocando a tirare in canestri d’emergenza costruiti in casa. Da grande poi lo Spalding è diventato uno dei suoi strumenti di lavoro: oltre 1.300 palloni — spesso con messaggi scritti sopra — sono stati disseminati su Figueroa Street

1.000 CAPPELLINI | Uno degli oggetti di merchandising più amati e più indossati da tutti, quel baseball cap che spesso lo stesso Kobe portava prima o dopo una partita: gialloviola coi colori dei Lakers, con i suoi numeri di maglia, oppure solo con le iniziali della città che aveva finito per rappresentare così bene per 20 anni

45 METRI DI BANNER | Di fronte all’incredibile afflusso di persone che si è riversato a downtown L.A. nelle ore e nei giorni immediatamente successivi alla tragedia — e al desiderio di quasi tutti di lasciare in qualche modo un segno, un ultimo messaggio al loro campione — i responsabili dello Staples Center hanno issato 14 banner bianchi per un totale di oltre 45 metri invitando ogni tifoso a lasciare la propria testimonianze su quelle pareti improvvisate

5.000 CARTELLI | Prima che venissero messi a disposizioni 45 metri di parete su cui lasciare i propri messaggi, ci avevano già pensato da soli i tifosi a portare con sé — e deporre tutto attorno allo Staples — migliaia di cartelli con messaggi di tutti i tipi, in ogni lingua, disegni, preghiere, ringraziamenti. Un pennarello e i primi pensieri da fermare per sempre su un foglio di carta, oppure semplicemente un simbolo: un cuore, un pallone da basket, una semplice firma

500 PELUCHE | Il fatto che a trovare la morte nella tragica domenica di fine gennaio assieme a Kobe ci fosse anche sua figlia solo 13enne, Gianna “Gigi” Bryant, non ha fatto che aumentare ulteriormente il dolore di tutti. In onore di una ragazzina dal grande talento e dal bellissimo sorriso, oltre 500 peluche sono stati deposti attorno allo Staples Center

350 PAIA DI SCARPE | Per ogni giocatore avere una “signature shoes”, un proprio modello e una propria linea di scarpe, è spesso specchio del proprio status, come giocatore d’élite non solo in campo ma anche fuori, capace di vendere e ispirare milioni di tifosi. Sono state più di 12 le differenti versioni rilasciate da Nike delle “Kobe”, molte delle quali lasciate come omaggio legate a ogni supporto possibile fuori dallo Staples

I FIORI | Da un singolo fiore a corone intere in ricordo di Kobe, di Gianna Bryant e delle 7 vittime dell’incidente, sono stati tantissimi gli omaggi floreali con cui i fan hanno voluto omaggiare il loro campione. Cara Vanderhook, vice-president marketing e comunicazione dello Staples Center, ha proposto di fare come aveva fatto la città di Manchester dopo l’attacco terroristico subìto durante il concerto di Ariana Grande nel 2017: far seccare tutti i fiori e poi ricavarne del concime da spargere nelle aree di vegetazione attorno allo Staples: un gesto per dare nuova vita

I TATUAGGI | Non è mancato neppure chi ha scelto di portarsi addosso per sempre il ricordo di Kobe Bryant e della figlia Gianna facendosi tatuare un’immagine sulla propria pelle. L’ennesimo segno di un legame forte, viscerale, quasi appunto carnale che ha unito un campione alla sua città adottiva

300.000 PERSONE | È stata quantificata in oltre 300.000 persone la folla che si è spontaneamente recata in una sorta di pellegrinaggio pagano allo Staples Center nelle ore e nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. Altri 20.000 poi hanno riempito l’arena dei Lakers per l’ultima cerimonia di addio pubblico a Kobe e Gianna Bryant

“MAI VISTO NIENTE DI SIMILE” | Sono le parole pronunciate da Lee Zeidman, presidente dello Staples Center, uno che nella sua carica di n°1 all’arena di downtown L.A. è stato coinvolto in 9 finali NBA, 3 Stanley Cup, 19 cerimonie di premiazione dei Grammy e anche una convention del partito democratico (nel 2000)