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NBA, Sergio Scariolo a Sky: "Studio l’attacco alla zona, tutti qui vogliono giocare"

#CASASKYSPORT

Collegato a #CasaSkySport in diretta da Toronto, Sergio Scariolo ha parlato di come sta affrontando la sospensione dovuta al coronavirus: "Ho vari progetti per i Raptors, tra cui l’approfondimento di come attaccare la zona. La NBA è fortemente intenzionata a ricominciare e non c’è neanche una voce fuori dal coro"

CORONAVIRUS: GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA

In collegamento dalla sua casa di Toronto, l’assistente allenatore dei Toronto Raptors Sergio Scariolo ha parlato a #CasaSkySport della situazione in Canada: “Stiamo bene, relativamente considerando come va il mondo. Qui a Toronto siamo in una situazione tutto sommato ancora accettabile. Abbiamo la nostra d’aria portando fuori i cani al mattino, poi mi distribuisco tra famiglia, allenamenti fisici individuali e lavoro”. Gli impegni coi Raptors, infatti, non si sono fermati — anzi: “Portiamo avanti vari progetti: io sto lavorando su una selezione delle nostre migliori azioni offensive, visto che il mio compito è occuparmi dell’attacco. In particolare sto approfondendo come attaccare la zona, visto che anche in NBA se ne sta facendo sempre più uso. Devo dire che osservo molto l’Europa per trovare nuovi spunti. Poi ognuno di noi assistenti ha due giocatori con cui stare a contatto diretto tramite Facetime. In generale la sensazione è che il giocatore NBA sia molto professionale, specialmente dopo qualche anno nella lega in cui ha trovato la sua routine. Sono tutti molto attenti al loro lavoro di miglioramento e mantenimento della forma. La società ha provato ad appoggiare i giocatori inviando loro materiale per lavorare fisicamente e manda a chi lo richiede i pasti preparati dal nostro chef — e molti ne usufruiscono, come farei anche io”.

Sul resto della stagione NBA 2019-20

“La NBA è ferocemente motivata a riprendere e continuare la stagione appena sarà possibile. Non ha nessun problema a giocare le partite anche d’estate, senza pubblico, possibilmente tutte nello stesso posto. Si stanno preparando varie formule, ma la situazione negli Stati Uniti è sempre più preoccupante e non so quando ci si sentirà tranquilli per riprendere. Ho chiaro però che c’è una deadline, il Labor Day nel Nord America del 4/5 settembre: quello è il termine ultimo per finire la stagione e poi eventualmente cominciare la successiva a Natale. Sono determinati a provarle tutte: c’è una compatezza pazzesca e un livello di comunicazione intenso tra Adam Silver, i proprietari e l’associazione giocatori. Ogni giorno mandano attività, supporti psicologici, aggiornamenti, raccomandazioni: sappiamo che quello che decideranno sarà per il meglio e non c’è nessuna voce fuori dal coro”

 

Com'è affrontare e preparare una partita da avversario contro l'Italia

“Prepararla è facile perché conosci l’avversario, giocarci invece è più complicato perché non è piacevole. Sinceramente non mi piace, ma ho dovuto farlo un po’ di volte — anche se mi viene da cantare l’inno di Mameli… Se il calendario me lo risparmia però ne sono grato, poi bisogna però fare il proprio lavoro e cercare di vincere. Quella degli ultimi Mondiali è stata decisiva perché era quella su cui ci eravamo concentrati fin dall’inizio, gestendo nella prima fase senza sovraccaricare i giocatori più importanti e senza usare le opzioni tattiche più utili. Avevamo nascosto un po’ le carte, lì abbiamo dovuto accelerare e abbiamo rischiato perché l’Italia aveva già affrontato partite vere contro la Serbia, sapevamo che avremmo avuto difficoltà. Per fortuna le abbiamo superate e siamo arrivati fino alla fine”.

 

Il futuro con la nazionale spagnola

“La Federazione mi ha chiesto di allungare il contratto, ma bisogna rifletterci e parlarne anche coi Raptors. Non è una questione di voglia né di gratitudine perché sono orgoglioso dell’opportunità che mi è stata data, bisogna incastrare diverse componenti tra cui quella familiare che è quella più sacrificata perché rimane davvero proprio poco tempo”.

 

Kawhi talento naturale o lavoro?

“È speciale, incredibilmente essenziale e spettacolare nella sua efficacia. Ci sono giocatori più appariscenti ed estetici, ma pochi più efficaci e capaci di fare la cosa giusta nel momento giusto, di essere determinanti in attacco e in difesa ed essere grandi realizzatori senza essere egoisti. Sicuramente una buona parte è talento, ma ha ricevuto una grande educazione e cultura sportiva a San Antonio. Tutti proviamo a rubare qualcosa dagli Spurs per assicurarci una continuità negli anni: rimanere vincenti è molto più difficile che vincere e basta. Kawhi è un esempio per come lavora e come si allena, come si prende cura di sé e previene gli infortuni: veramente un grandissimo professionista, stare con lui è stata una grande esperienza e — pur non essendo un leader vocale — è uno che è anche interessante da ascoltare”

 

La vittoria più bella della carriera

“Il primo Scudetto con la Scavolini e i titoli di questa estate, quello con la Spagna e il titolo NBA”