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22/30: focus su Pascal Siakam e la transizione a prima opzione offensiva dei Raptors

FOCUS NBA
©Getty

Salutato Kawhi Leonard, i Toronto Raptors hanno deciso di rendere Pascal Siakam la loro prima opzione offensiva. Una transizione che il camerunense ha approcciato bene, salvo peggiorare nel corso della stagione: ma coach Nick Nurse aveva messo in preventivo che la sua crescita non sarebbe stata semplice

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Pascal Siakam ha appena compiuto 26 anni, eppure si ritrova sospeso in mezzo a due estremi. Da una parte, nella sua sorprendente ascesa in NBA ha già raggiunto più traguardi di buona parte dei suoi colleghi: campione e MVP delle Finals della G-League, il premio di Giocatore più migliorato, la convocazione all’All-Star Game e soprattutto un anello di campione NBA conquistato con i Toronto Raptors e un contratto di quattro anni a 130 milioni di dollari. Non male per uno che avrebbe dovuto fare il prete e che si è trasferito negli States solamente sette anni fa. Dall’altra parte, però, la sua carriera promette di costruire ancora tantissimo sulle solide basi gettate nelle ultime stagioni, diventando un giocatore ancora migliore rispetto a quello che già è. Anzi, sarebbe per certi versi deludente se Siakam non riuscisse a diventare un giocatore franchigia a tutto tondo, visto che ha il talento e la versatilità per consolidarsi come un All-Star per gli anni a venire, trascinando con sé l’intera franchigia canadese per mantenerla in vetta alla Eastern Conference. Per riuscire in questo intento, i Raptors hanno preparato per lui un percorso di lavoro individuale molto dettagliato, con l’obiettivo di fargli avere il maggior numero di ripetizioni possibili in vista dei playoff. Una strada talvolta accidentata e piena di alti e bassi, ma che a Toronto devono per forza affrontare se vogliono rimanere competitivi a lungo.

Le difficoltà ai playoff contro quelli più forti di lui

Nel corso dei playoff dello scorso anno Siakam non aveva necessariamente degli schemi chiamati per sé, riuscendo ad avere comunque un grande impatto grazie alle sue doti atletiche e al suo skillset particolarissimo. Le attenzioni maggiori erano però riservate a Kawhi Leonard e alle guardie come Lowry o VanVleet, permettendogli di godere di maggiore libertà — almeno fino a quando gli avversari non hanno messo su di lui lunghi in grado di pareggiarne la forza fisica o anche di sovrastarlo da quel punto di vista, oltre che nei centimetri. Nelle serie contro Philadelphia e Milwaukee il giovane camerunense ha faticato a creare qualcosa di buono contro il connazionale Joel Embiid e contro Giannis Antetokounmpo: certo, chiunque farebbe fatica contro due dei migliori difensori della lega, ma a Toronto sanno che per fare strada ai playoff quei due sono un ostacolo che prima o poi Siakam dovrà affrontare di nuovo. E per questo lo hanno messo al lavoro sulla creazione di tiri con il pallone tra le mani, in particolare facendogli provare tantissime soluzioni dalla media distanza per renderlo più completo. Non si tratta di un adattamento facile, visto che Siakam non ha un talento realizzativo naturale quanto piuttosto il prodotto di lungo lavoro e disciplina. E anche nella capacità di prendere le decisioni giuste c’era molto da migliorare.

Il lavoro (e le difficoltà) per farlo diventare una prima opzione offensiva

Sin dal training camp Nick Nurse aveva annunciato che questa regular season sarebbe servita per far sentire sempre più a suo agio Siakam con il pallone tra le mani nei momenti decisivi delle partite. Per questo ha creato per lui delle situazioni offensive ad hoc, ad esempio quella che lo vede giocare a due con Kyle Lowry come bloccante — invertendo la normale dinamica di un pick and roll guardia-lungo per forzare un cambio difensivo o costringere la difesa a ruotare, aprendo spazio per i tiratori. In generale funziona: i Raptors hanno il secondo miglior attacco “in the clutch” della NBA dietro solo agli OKC Thunder e Siakam ha il miglior rating offensivo della squadra, che invece senza di lui crolla di oltre 6 punti su 100 possessi (peggior dato di una squadra comunque di grande efficienza). Siakam però dopo essere partito alla grande — 27 punti a partita con il 60% di percentuale reale e oltre il 30% di Usage — ha rallentato un po’ la sua produzione e la sua efficacia, affrontando via via difese sempre più pronte a contrastarlo anche con raddoppi e trappole e avendo un po’ di difficoltà a lasciarsi alle spalle gli inevitabili errori commessi. Siakam sta tirando meno e peggio al ferro rispetto alla scorsa stagione, ha visto aumentare i tentativi dalla media distanza senza però tirarli particolarmente bene (31% dal palleggio) mentre da tre ha percentuali rispettabili, tra cui un incoraggiante 34% su 2.6 tentativi a partita nelle triple dal palleggio. In questa stagione ha già avuto 20 partite su 51 in cui ha tirato sotto il 40% dal campo, mentre lo scorso anno erano state solamente 11. Ma è comprensibile per un giocatore che ha visto passare i suoi tentativi a partita da 11.8 a 18.9 da un anno all’altro, peraltro con un minutaggio ancora maggiore. Insomma, delle difficoltà erano messe in preventivo, ma il futuro è dalla sua parte — e i Raptors attendono con fiducia i suoi miglioramenti.