NBA, Ben Simmons: "Potrei tirare da tre col 30%, ma voglio essere uno da 40%. E succederà"
PAROLEIn attesa di poter tornare in campo, Ben Simmons ha parlato del suo più grande limite: il tiro da tre punti. "Ora sento di voler tirare invece che essere forzato a farlo. Ho lavorato tanto per riuscirci, dipende solo da me. Potrebbe succedere anche ai playoff". Coach Brown ed Embiid non aspettano nient’altro
Sin da quando è entrato nella NBA, il nome di Ben Simmons è stato associato a quello del tiro da tre punti. Invece di focalizzarsi sulle tantissime cose che sa fare — difendere, passare il pallone, attaccare il ferro — spesso il discorso attorno a lui si è fermato solo al suo tiro perimetrale, una chiara mancanza nel suo repertorio che ha finito per rallentare anche lo sviluppo dei Philadelphia 76ers. È inevitabile allora che se ne sia parlato anche in un lungo articolo di Jackie MacMullan pubblicato su ESPN, concentrandosi tra le tante cose anche sulla reticenza dell’australiano nel tirare con i piedi dietro l’arco. “Alcune persone danno troppa importanza solo a quello, secondo me. Talmente tanto che mi ha fermato facendomi dire: ‘Mi concentrerò solo su quello in cui sono bravo’. Perché ci sono cose che faccio in campo nelle quali nessuno può fermarmi, quando recupero palloni, regalo assist e segno in area” ha detto Simmons. “So che il tiro da tre arriverà, è solo una questione di essere a proprio agio nel farlo. Parte di questo è anche il numero di ripetizioni: posso prendermi un gancio dal gomito quando voglio perché l’ho fatto tantissime volte. Ho fiducia nel fatto che entri, è un gesto naturale per me. Con le triple non è lo stesso. So di doverlo rendere un punto di enfasi del mio sviluppo: potrei essere uno di quelli che tira col 30% anche adesso, ma preferisco essere uno di quelli che tira col 40%”. Infine ha aggiunto, con una dichiarazione arrivata prima del suo infortunio alla schiena: “Sento di voler prendermi i tiri da tre adesso piuttosto che essere forzato a farlo dagli altri. Potrebbe succedere anche durante i playoff. Mi sono preparato così tanto per riuscirci che, quando succederà, avrà successo. Ma dipende solamente da me farlo”.
Il bastone e la carota di coach Brett Brown
Parole che faranno piacere ai tifosi dei Philadelphia 76ers ma che allo stesso li faranno ammattire ancora di più, visto che da anni ormai tutti implorano Simmons di cominciare a tirare — indipendentemente dai risultati. E non solo all’esterno della franchigia, ma anche nello stesso spogliatoio, a partire da gli altri due membri più importanti dei Sixers — vale a dire coach Brett Brown e l’altro All-Star Joel Embiid, entrambi intervistati nel pezzo. “Dato che è un giocatore così polarizzante, un atleta unico che gioca a livello da All-Star in una città di alto profilo, è inevitabile che ci si concentri sul suo più grande difetto, cioè che non vuole tirare” ha detto Brown, che conosce Simmons sin da quando era bambino avendo allenato suo padre. “Lo capisco, ma personalmente penso che sia esagerato”. Questo non significa che Brown ci sia andato leggero con lui, discutendone anche con la famiglia nella scorsa estate: “Ho detto a Ben: ‘Se non vuoi tirare, preferisci che ti metta in panchina? Perché quello lo posso fare’. Avrei potuto insistere in quella maniera oppure continuare ad allenarlo sull’importanza delle spaziature. Abbiamo discusso di tutto, e alla fine abbiamo deciso per fargli capire quanto sia importante scegliere di tirare. Solo tra qualche tempo potremo vedere se abbiamo preso la decisione migliore. In ogni caso, è un due volte All-Star che è passato da giocare da 4 al college a fare la point guard in NBA. Già solo questa è una bellissima storia. L’infortunio è deludente per lui e per la squadra: mi piacerebbe che tirasse da tre. E lo stesso pensano i suoi compagni di squadra”.
Il rapporto con Embiid: “So che non è suo agio a tirare”
Embiid, in particolare, ha ribadito di andare d’accordo con l’australiano e che possono vincere assieme, ma che prima o poi dovrà cominciare a tirare: “Ne abbiamo parlato, specialmente di quell’argomento. Ben mi può essere di grande aiuto: penso di averlo aiutato anche io tirando da fuori, dato che lui è un penetratore di altissimo livello quando attacca il canestro. Ma deve esserci qualcuno ad aprirgli gli spazi ed è toccato a me farlo. Mi piacerebbe che lui facesse lo stesso per me cominciando a tirare. Ma so anche quando non sia a suo agio in quella situazione”. Simmons, che ha potuto fare riabilitazione al centro di allenamento dei Sixers anche nelle settimane di sospensione del campionato ed è completamente ristabilito, sostiene che la sua più grande debolezza sia quella che ci deve essere qualcuno a sfidarlo e a chiedergli di rendere conto di quello che fa o non fa. “L’obiettivo, però, è quello di farlo da solo nei confronti di me stesso. È stato un po’ difficile finora. Ci vuole tempo”. Chissà che dopo la pausa non ci sia un Ben Simmons tutto nuovo per i Philadelphia 76ers.