Dopo aver inizialmente annunciato un taglio del 20% ai dipendenti con uno stipendio annuo superiore ai 50.000 dollari, i proprietari dei Philadelphia 76ers (e dei New Jersey Devils della NHL) tornano sui loro passi dopo aver fronteggiato un'enorme reazione negativa all'iniziale decisione da parte di tifosi e opinione pubblica
Di questi tempi il tribunale popolare dei social è difficile da sottovalutare: se ne sono accorti sulla propria pelle anche i proprietari dei Philadelphia 76ers (e dei New Jersey Devils della NHL), che nella giornata di ieri avevano annunciato un taglio del 20% agli stipendi dei lavoratori che in busta paga annualmente percepivano più di 50.000 dollari “sulla base delle perdite finanziarie correnti e su quelle previste per il futuro conseguenti alla sospensione delle attività per via della pandemia di coronavirus”. La decisione era arrivata quasi in contemporanea a quella del centro dei Sixers Joel Embiid, che non solo aveva scelto di donare mezzo milione di dollari a diverse strutture mediche impegnate nella lotta al Covid-19 ma aveva anche manifestato la sua volontà di impegnarsi in prima persona a rendere meno brutale l’impatto del previsto taglio del 20% sui dipendenti dei Sixers. Ci ha pensato però la veemente reazione pubblica — espressa soprattutto su Twitter — a convincere la proprietà dei Sixers a rivedere la propria decisione: “Il nostro centro guadagna 35 milioni di dollari [all’anno] e sceglie di impegnarsi a fare quello che Josh Harris (3.7 miliardi di dollari di patrimonio personale) David Blitzer (1.3) e Michael Rubin [2.9] si rifiutano di fare”, il tono delle accuse mosse in rete ai tre principali proprietari dei Sixers. Che così, con un comunicato ufficiale, hanno deciso di tornare sui propri passi e annullare ogni taglio previsto agli stipendi dei propri dipendenti (qualcuno — come il general manager di Philadelphia Elton Brand —ha accettato volontariamente la riduzione del 20%).
Il comunicato dei Sixers e il tweet di Embiid
“Il nostro impegno è sempre stato quello di assicurare un lavoro ai nostri dipendenti in questi difficili momenti”, si legge nella nota ufficiale diffusa dai Sixers. “Ma dopo aver ascoltato il nostro staff e i nostri giocatori è chiaro che abbiamo preso una decisione sbagliata: abbiamo deciso di cambiarla e quindi di continuare a pagare a tutti i nostri impiegati il loro intero stipendio. È un momento davvero fuori dall’ordinario — come non ne abbiamo mai visti prima — e le normali decisioni di business non vanno più bene: ci scusiamo con tutto il nostro staff e con i nostri tifosi”. Una retromarcia netta e decisa che si è meritata il plauso, sempre via social, proprio di Joel Embiid, che per l’occasione ha voluto rispolverare il suo nuovo, recente soprannome per lodare il cambiamento “a 180 gradi” nelle azioni della proprietà dei 76ers. “Sono orgoglioso che l’organizzazione dei Sixers abbia scelto di tornare sui propri passi e fare un cambiamento a 180 gradi: ora concentriamoci tutti sulla sfida al Coronavirus. Cerchiamo di essere responsabili e Trust the Process!!”, le parole del centro di Philadelphia.