Entra nella NBA nel 1984, si aggiudica il premio di rookie dell'anno e non smette mai più di vincere. Tutti i trionfi del n°23 dei Chicago Bulls nei filmati che hanno consegnato la sua carriera alla leggenda
L'ESORDIO | Il Draft è quello (leggendario) del 1984. La scelta la (controversa) n°3. La squadra i Chicago Bulls. Michael Jordan irrompe nella lega dopo aver vinto l’oro olimpico a Los Angeles con la nazionale USA. In maglia Bulls la sua prima partita è contro gli Washington (allora) Bullets, il 26 ottobre 1984. Nella vittoria di Chicago, per lui ci sono 16 punti con 7 assist, 6 rimbalzi, 4 stoppate e 2 recuperi in 40 minuti. È nata una leggenda.
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ROOKIE DELL'ANNO | Jordan chiude la sua prima stagione NBA viaggiando a 28.2 punti di media, con anche 6.5 rimbalzi, 5.9 assist e 2.4 recuperi a sera, trascinando i suoi Bulls ai playoff, da cui mancavano da tre stagioni. Alla fine per il premio di Rookie dell’anno in corsa ci sono solo lui e Akeem Olajuwon (al tempo ancora senza H iniziale), prima scelta assoluta al Draft 1984. Ma nelle votazioni non c’è storia: al n°23 dei Bulls vanno 57.5 punti contro i 20.5 del nigeriano.
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I 63 AL BOSTON GARDEN CONTRO I CELTICS | Jordan è costretto a saltare buona parte della sua seconda stagione per un infortunio al piede. Vuole però tornare in campo a tutti i costi per confermare i Bulls squadra da playoff — e così fa. Poi, nella seconda partita di postseason, sul parquet incrociato del Boston Garden, esplode per 63 punti, ancora oggi il massimo di sempre nella storia NBA per una partita di playoff
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SLAM DUNK CHAMPION | Nel 1987 sul parquet del Kingdome di Seattle e poi ancora l’anno seguente davanti al pubblico di casa del suo Chicago Stadium, Michael Jordan vince per due volte in fila la gara delle schiacciate dell’All-Star Weekend, legittimando così quel soprannome (“Air Jordan”) con cui era già conosciuto. Perché un uomo così sa davvero volare.
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"THE SHOT" | Gara-5 del primo turno di playoff contro i Cleveland Cavaliers, serie sul 2-2. È il 7 maggio 1989, il parquet quello del Coliseum di Richfield. Michael Jordan riceve palla dalla rimessa e tira sulla testa di Craig Ehlo per dare ai suoi Bulls il 101–100 finale, che significa anche passaggio del turno. Per Jordan sono i punti 43 e 44 di una gara leggendaria che passa alla storia come quella di “The Shot”.
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MICHAEL VS. MAGIC | Dopo tre eliminazioni consecutive ai playoff per mano dei Detroit Pistons, i Bulls nel 1991 battono finalmente con un secco 4-0 i loro grandi rivali a Est e si conquistano la prima finale NBA. Dall’altra parte i Los Angeles Lakers già vincenti 5 volte negli anni ’80. Lakers-Bulls diventa immediatamente la sfida tra Magic Johnson e Michael Jordan, per molti un simbolico passaggio di testimone al trono NBA.
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1991: IL PRIMO TITOLO | I Lakers strappano la prima partita dalla serie sul campo di Chicago ma è un’illusione che dura poco: i Bulls vincono le successiva quattro gare e si laureano per la prima volta campioni NBA. Michael Jordan è l’MVP della serie: per lui 31.2 punti, 11.4 assist, 6.6 rimbalzi e 2.8 recuperi di media nelle cinque partite.
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1992: IL SECONDO TITOLO | Il repeat arriva dopo una serie finale contro i Portand Trail Blazers e una sfida diretta con Clyde Drexler, per molti il giocatore più vicino a Michael Jordan nella lega. Gara-1 è quella delle 6 triple di MJ nel primo tempo, ma decisivi anche i suoi 46 punti in gara-5 con la serie sul 2-2. I Bulls vincono in sei gare (4-2), Jordan è di nuovo MVP con 35.8 punti di media, conditi da 6.5 assist, 4.8 rimbalzi e 1.7 recuperi.
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IL DREAM TEAM | Vinto il secondo titolo NBA, non c’è tempo di riposarsi: si vola a Barcellona per l’avventura olimpica con quella che è considerata da tutti la squadra di basket più forte di tutti i tempi, il primo e inimitabile Dream Team. Jordan — al fianco di Magic Johnson e Larry Bird — conquista il suo secondo oro olimpico dopo quello di Los Angeles 1984.
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1993: IL TERZO TITOLO | Lakers e Pistons erano riusciti nel repeat negli anni ’80, ma nessuno aveva centrato il threepeat: ci pensano i Bulls, che in finale superano i Phoenix Suns dell’MVP stagionale Charles Barkley. Michael Jordan chiude le sei gare della serie finale con 41 punti di media, complice una leggendaria gara-4 da 55. È ovviamente lui, ancora una volta, l’MVP delle Finals.
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1996: IL QUARTO TITOLO | Dopo la parentesi nel baseball, la prima stagione completa di Jordan di nuovo nella NBA si conclude come si erano concluse le ultime tre, ovvero con il titolo NBA. Stavolta in finale si arrendono (4-2) i Seattle Supersonics di Gary Payton e Shawn Kemp: per Jordan 27.3 punti di media, con 5.3 rimbalzi, 4.2 assist e 1.7 recuperi — e il quarto trofeo di MVP delle finali
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1997: IL QUINTO TITOLO | Karl Malone è l’MVP della stagione regolare NBA e insieme a John Stockton trascina i suoi Utah Jazz fino alle finali NBA. Ma Jordan vuol mettere in chiaro di essere ancora lui il numero uno: leggendaria la gara-5 — “the flu game”, disputata con 38 di febbre — che porta i Bulls sul 3-2. La chiudono in sei gare, Jordan viene premiato MVP della serie con medie di 32.3 punti, 7.0 rimbalzi e 6.0 assist.
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IL McDONALD'S CHAMPIONSHIP A PARIGI | Praticamente all'apice della loro fama mondiale i Bulls arrivano in Europa, chiamati a Parigi a difendere i colori NBA al McDonald's Championship organizzato a ottobre 1997. Senza Pippen e Rodman, è MJ che incanta il pubblico francese e si afferma come icona globale capace di ipnotizzare Vecchio e Nuovo continente
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1998: IL SESTO TITOLO | L’annata 1997-98 è “the last dance”, l’ultimo ballo di un gruppo destinato a sfaldarsi a fine stagione. Ma prima c’è da festeggiare — ancora contro gli Utah Jazz, ancora battuti 4-2 in finale — l’ennesimo titolo, che Jordan consegna ai Bulls con il tiro decisivo di gara-6 al Delta Center. Sesto anello, sesto titolo di MVP delle Finals e statistiche ancora una volta da fenomeno: 33.5 punti, 4.0 rimbalzi, 2.3 assist e 1.8 recuperi di media per MJ.
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LA TOP 10 DELLE SUE FINALS | La grandezza impareggiabile di Michael Jordan sta in un'unica statistica: 6 partecipazioni alle finali, 6 anelli (e 6 titoli di MVP della serie finale). Una macchina da canestri e una macchina da highlights, al meglio sul palcoscenico più importante di tutti, quando in palio c'è il titolo NBA. Ecco le 10 giocate più leggendarie delle sue sei finali
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