
NBA, era peggio il contratto di Scottie Pippen o quello di Steph Curry?
I Chicago Bulls e i Golden State Warriors sono riusciti a costruire due dinastie grazie agli accordi incredibilmente sotto il loro valore di Scottie Pippen e di Steph Curry. Ma qual è stato il peggiore dei due? Il giornalista di The Athletic Anthony Slater ha provato ad analizzare somiglianze e differenze tra i due accordi

Commentando le prime due puntate di “The Last Dance”, Draymond Green ha detto una frase forte: “Le due squadre più forti di sempre sono costruire su pessimi contratti”. Il riferimento è a quello di Scottie Pippen, protagonista nel secondo episodio della docu-serie, ma anche a quello di Steph Curry dal 2012-13 al 2016-17: “Il contratto di Scottie era orrendo, ma non sono sicuro che fosse peggio di quello di Steph. Non sono bravo in matematica, ma mi piacerebbe fare un paragone tra i due e quanto siano comparabili”

I TERMINI DEGLI ACCORDI E IL RANKING NELLA NBA | Il giornalista di The Athletic Anthony Slater allora ha fatto un po’ di conti e di analisi. Ricordiamo i termini dei due accordi: nel 1991 Pippen firmò un contratto da 18 milioni di dollari in sette anni; Curry invece nella notte di Halloween del 2012 siglò un’estensione da 44 milioni in quattro anni dal 2013-14 al 2016-17
LA STORIA DEL CONTRATTO DI PIPPEN CON I BULLS
Al suo primo anno di quel contratto, Pippen guadagnava 2.77 milioni, rendendolo il 16° giocatore più pagato di tutta la lega. L’anno successivo è entrato addirittura in top-10 guadagnando 3.42 milioni (8° più pagato) e quello dopo era al 24° posto con 3.07 milioni, dato che l’accordo era strutturato in modo tale da dargli più soldi subito, assicurando il futuro della sua famiglia di umili origini

È solo dal quarto anno, complice l’esplosione di popolarità della NBA proprio a causa dei suoi successi coi Bulls, che il suo valore è precipitato: 2.22 milioni nel 1994-95 (91° più pagato della lega); 2.92 milioni nel 1995-96 (74°); 2.25 milioni nel 1996-97 (128°) e infine 2.77 milioni nel 1997-98, 122° in tutta la NBA. L’equivalente odierno di Pippen è Andre Roberson, il cui accordo con gli Oklahoma City Thunder vale 10.7 milioni di dollari

Per Curry invece l’accordo era in crescita progressiva, ma è diventato rapidamente obsoleto non solo per le sue qualità (due MVP, due anelli e uno sfiorato) ma anche per l’esplosione dei valori dei contratti in giro per la lega. Nel 2013-14 Curry ha ricevuto 9.88 milioni di dollari (62° in NBA, appena dietro Tiago Splitter); poi 10.62 (davanti a lui Danilo Gallinari); quindi 11.37 (65° dietro il compagno Andre Iguodala) e infine 12.11 (82° dietro Marvin Williams)

PERCHÉ HANNO ACCETTATO QUEI CONTRATTI? | Il ragionamento dei due è stato simile, anche se la situazione finanziaria era molto diversa. Pippen aveva guadagnato solo 2.78 milioni di dollari nei primi quattro anni in NBA e, a 26 anni compiuti, aveva bisogno di stabilità economica; Curry invece, oltre a venire da una famiglia ricca visto che il padre era un ex giocatore NBA, ne aveva già guadagnati 12 dal contratto da rookie, entrando in una lega molto più ricca rispetto a quella di Pippen

Per capire come mai Curry avesse accettato un accordo da 11 milioni di media, invece, bisogna ricordare che era reduce da diverse stagioni piagate da problemi alle caviglie (si era operato proprio nell’estate del 2012), con il forte sospetto che potessero compromettere la sua carriera. Nella pre-season, poi, aveva appena subito un altro infortunio, accelerando ancora di più la voglia di assicurarsi un contratto a lungo termine prima che fosse troppo tardi

Già al tempo però Curry sapeva che, se fosse rimasto sano, a fine anno avrebbe potuto comandare un contratto al massimo salariale, visto che gli Charlotte Bobcats — squadra della città natale di Steph — lo volevano fortemente. Il max di quel tempo era di 61 milioni in 4 anni, perciò di fatto Curry ha “lasciato sul tavolo” solo 17 milioni nell’arco del quadriennio — un sacrificio ritenuto accettabile pur di non rischiare di perdere tutto

CHE IMPATTO HANNO AVUTO PER LE SQUADRE? | Grazie all’accordo al ribasso di Steph, la dirigenza dei Golden State Warriors ha avuto abbastanza flessibilità per realizzare la sign-and-trade che ha portato Andre Iguodala sulla Baia nel 2013 e, successivamente, firmare anche Kevin Durant grazie all’esplosione del cap nell’estate del 2016. Di fatto, il contratto di Curry è il motivo per cui la dinastia è potuta esistere e la storia della NBA è andata in un certo modo

Pippen invece almeno nei primi tre anni era comunque ben pagato, diventando un vero e proprio affare solo nei successivi quattro anni — arrivando nel 1997-98 a essere il sesto più pagato della sua stessa squadra. Magari con un accordo più corto se ne sarebbe andato prima, visti i ben noti dissapori con la dirigenza; o magari anche rimanendo non avrebbero potuto firmare Toni Kukoc e Ron Harper, rendendo più difficile il secondo three-peat

COME HANNO GESTITO LA SITUAZIONE I DUE GIOCATORI? | Il modo in cui Pippen e Curry hanno gestito il fatto di essere sottopagati rispetto al loro valore è stato molto diverso. Pippen è stato estremamente chiaro nell’esprimere il suo scontento, chiedendo anche di essere scambiato (senza ottenerlo) e avendo un impatto anche sulla chimica di squadra, ad esempio rimanendo fuori per la prima metà del suo ultimo anno di contratto decidendo di operarsi molto tardi

Curry invece non ha mai reso problematico il fatto di essere pagato meno degli altri, creando un precedente all’interno dell’organizzazione e gettando le basi per la cultura della franchigia. Secondo il suo biografo Marcus Thompson, “Curry preferisce ingoiare bocconi amari piuttosto che creare un problema: è convinto di poter gestire qualsiasi cosa. E poi non voleva che la sua reputazione risentisse per lamentarsi di avere 44 milioni”

QUALE ACCORDO È STATO PEGGIORE TRA I DUE? | Anche considerando l’inflazione, quello di Pippen è certamente un peggior accordo dal punto di vista del giocatore. I 18 milioni del 1991 sono l’equivalente di 31 milioni di dollari nel 2014, ma è soprattutto la durata settennale del contratto a renderlo decisamente più difficile da digerire. Se avesse firmato per quattro anni, Pippen si sarebbe ripresentato sul mercato dei free agent a 30 anni invece di 33 come è poi successo

Dal punto di vista della squadra, invece, secondo Slater i due contratti sono stati ugualmente favorevoli per le dirigenze, visto che Pippen non era così sottopagato nei primi tre anni e visto che Curry in quel quadriennio è stato come minimo uno dei tre migliori giocatori della lega, ma veniva pagato come il 60esimo

TUTTO È BENE CIÒ CHE FINISCE BENE | Nessuno dei due, però, oggi può lamentarsi di come sono andate le cose. Dopo quel contratto Pippen ha guadagnato ben 87.3 milioni nelle successive sette stagioni, tra cui anche 10 dagli stessi Bulls alla fine della carriera. In totale ha guadagnato 109.9 milioni dalla sua carriera professionistica

Curry, invece, è attualmente al terzo anno di un quinquennale da 201.1 milioni di dollari, diventando il primo giocatore di sempre a guadagnare 40 milioni in una sola stagione e avendone ancora 88.7 da ricevere nei prossimi due anni, portando il suo totale in carriera a 257 milioni e con la possibilità di aumentare ulteriormente con un altro contratto a 34 anni