
Coronavirus in NBA, come funzionerebbe la "bolla" per finire la stagione
L’opzione più credibile per finire la stagione 2019-20 è quella di una “bolla” per separare le squadre, gli staff, gli arbitri e gli addetti ai lavori dal resto del mondo, così da minimizzare il rischio di infezioni. Ma come funzionerebbe nel concreto? ESPN ha fatto chiarezza su quanto si sa finora

Nelle sette settimane in cui la stagione è rimasta sospesa, la lega ha mantenuto ferrea la volontà di portare a termine la stagione 2019-20. Ma prima ancora del "quando", sul quale nessuno può ragionevolmente avere certezze, la lega sta cercando di studiare "come" poter tornare a giocare

Fermo restando l'assoluta priorità alla salute pubblica e dei protagonisti, ESPN ha realizzato un lungo articolo nel quale, dopo aver parlato con allenatori, arbitri, dirigenti, specialisti di malattie infettive, addetti ai lavori, produttori televisivi e dirigenti delle strutture alberghiere, ha provato a delineare i contorni di come funzionerebbe la "bolla" dove disputare le partite

L’ipotesi più accreditata infatti è quella di creare una location dove far confluire giocatori, staff, arbitri e tutti gli addetti ai lavori per poter disputare le partite e separarli dal resto del mondo, minimizzando il rischio che un infetto venga in contatto con le persone coinvolte. Uno sforzo logistico gigantesco e pieno di insidie, ma necessario per dichiarare una squadra campione nel 2020

Attualmente la NBA, secondo le parole del commissioner Adam Silver, ha solamente ascoltato le proposte arrivate senza prendere una decisione in merito. Le ipotesi più accreditate sono quelle di Las Vegas (con il colosso alberghiero MGM che ha già fatto pervenire la sua proposta per la NBA e la WNBA, oltre che la NHL) e quella del World Disney Resort di Orlando (che pare in pole position), ma non è detto che non ce ne siano altre sul tavolo di Silver

TAMPONI, TAMPONI, TAMPONI | Il primo e più importante nodo da sciogliere per poter anche solo pensare di tornare a giocare è quello dei tamponi. Devono essere veloci, semplici e affidabili, oltre che essere disponibili in numero tale da non provocare una reazione negativa da parte dell’opinione pubblica

Gli esperti della lega contattati da ESPN stimano che ne siano necessari circa 15.000 per poter portare a termine la stagione, con la NBA che sta collaborando con centri accademici, laboratori e sviluppatori per aiutare a produrli per la popolazione. Attualmente però la disponibilità per tutti è ancora lontana dal rendere accettabile un utilizzo massiccio da parte della NBA

Ancor più di quanti, per l’integrità della bolla è fondamentale testare frequentemente: il professore Carl Bergstrom dell’Università di Washington ha detto che fare tamponi ogni giorno sarebbe l’opzione ideale in assoluto, ma bisognerebbe considerare anche la possibilità delle false positività e delle false negatività

QUANTO DUREREBBE LA BOLLA? | Al momento rimangono 259 partite di regular season da disputare più tutti i quattro turni di playoff: disputarle tutte vorrebbe dire circa tre mesi di gare, senza considerare il tempo necessario ai giocatori per tornare in forma — stimato in un minimo di tre settimane, anche se si preferirebbe avere un mese a disposizione

In uno scenario in cui vengono disputate otto partite al giorno (quattro su due campi diversi, come succede nelle Summer League) vorrebbe dire un minimo di 33 giorni per completare la regular season quasi senza back-to-back, mentre per completare i quattro turni di playoff ce ne vorrebbero al massimo 55

QUANTE PERSONE SERVONO PER UNA PARTITA NBA? | Alle squadre è già stato chiesto di ridurre al minimo le persone necessarie per disputare le partite. Il numero individuato è 28: 15 giocatori (quindi esclusi quelli con contratto two-way), un capo allenatore, tre assistenti, tre trainer/terapisti, un preparatore atletico, un magazziniere, un coordinatore logistico, un rappresentante della dirigenza, un addetto alle pubbliche relazioni e un addetto alla sicurezza. Solitamente le squadre viaggiano con 40/50 persone, numero che sale a 75 durante i playoff

Per concludere tutte le partite previste, la lega prevede che siano necessari tra i 36 e i 38 arbitri, in modo da averne tre per ciascuna delle otto partite al giorno da disputare e altri terzetti extra per permettere il turnover e sostituirli in caso di infortuni

Ci sarebbero poi da considerare tutti gli addetti ai lavori, intesi come gli addetti ai cronometri, ai tabelloni, alle statistiche e alle comunicazioni per gli arbitri, oltre che un announcer per comunicare ai giocatori quello che succede (nella G-League sono presenti anche in assenza di pubblico) e i raccattapalle. Ne sono stati stimati sette per ogni partita, portando il numero complessivo attorno a 42 considerando la necessità di turnover

È necessario permettere la produzione televisiva, visto che tutte le partite ovviamente andrebbero mandate in onda. Considerando tutti i cameraman necessari, i registi e tutte le persone nella produzione, sarebbero necessarie circa 20-25 persone — anche se sarebbe possibile tenerle fuori dal luogo in cui si giocano le gare, senza venire in contatto coi giocatori

Ogni squadra NBA dovrebbe poi avere a disposizione personale medico e un’ambulanza a disposizione durante ogni partita: non è chiaro secondo ESPN come far rientrare queste persone dentro la bolla, visto che la loro mancanza potrebbe rappresentare un peso per le risorse del settore sanitario

QUANTE PERSONE POTREBBERO ENTRARE NELLA BOLLA? | Oltre alle persone necessarie per le partite, servirebbero anche camerieri, cuochi, addetti alle pulizie e tutte le persone necessarie per far funzionare più alberghi. Secondo quanto stimato, per 1.100-1.200 persone “essenziali” per realizzare le partite NBA servirebbero circa 300-350 lavoratori, con il numero che potrebbe calare del 20% con delle concessioni sulle stanze e sul cibo

Una delle linee guida date dagli esperti è quella di ridurre al minimo il numero di persone presenti all’interno della bolla, ma l’idea che i giocatori vengano messi in quarantena per mesi senza i membri della propria famiglia è stata già respinta dalla lega, secondo quanto scritto da ESPN. Il totale dovrebbe comunque aggirarsi attorno alle 1.500 persone

Una delle possibilità per ridurre sensibilmente questo numero è quello di realizzare solamente i playoff e non tutte le 30 franchigie. Con 16 squadre coinvolte il numero di persone calerebbe drasticamente, oltre a ridurre il tempo (circa 3 settimane di allenamenti e due mesi di gare) necessario per portare a termine la stagione

DOVE POTREBBE ESSERE REALIZZATA LA BOLLA? | Sono diverse le opzioni sul tavolo della NBA per quanto riguarda la location. Las Vegas è un’idea concreta, con il colosso MGM Grand che ha già fatto pervenire la sua proposta forte dell’esperienza con lo “Showcase” della G-League, riuscendo ad accomodare 28 squadre con 5 campi (due per le partite e tre per gli allenamenti) in un centro convegni

Quella di Disney World Resort a Orlando pare però quella con maggiore supporto, vista la possibilità di chiudere i confini del parco (essendo una proprietà privata), i campi già presenti e cablati (almeno tre diversi), la presenza degli alberghi e il supporto del governo della Florida (che ha definito “essenziale” lo sport professionistico) e il rapporto di lunga data tra la NBA e Disney, proprietaria di ABC e ESPN che detengono i diritti tv delle partite insieme a TNT

La situazione, come avrete capito, è molto complicata e tante domande rimangono senza risposta — ma tempi straordinari richiedono misure straordinarie per poter ricominciare a giocare. Al momento la lega non ha ancora comunicato i suoi piani, ma quella della “bolla” sembra l’opzione più credibile per poter finire la stagione