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NBA, Allen Iverson ricorda a tutti di "praticare" distanziamento sociale

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A 18 anni di distanza da una delle conferenze stampa più famose della storia NBA, lo storico giocatore dei Sixers è tornato su quel "practice" ripetuto 22 volte per lanciare un messaggio sui social

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Il modo migliore per ricordare uno dei passaggi cruciali e controversi della propria carriera - ritenuti da alcuni il tratto distintivo dell’indisciplina mostrata poi negli anni a venire - è quello di scherzarci su. Allen Iverson ha trovato la strada più acuta per farlo, unendo al ricordo di una conferenza che ha segnato in maniera indelebile la sua carriera alla necessità di lanciare un messaggio positivo in tempi di coronavirus. Per quello lo storico n°3 dei Sixers ha colto la palla al balzo e utilizzato la poliedricità della lingua inglese per trasformare il suo “practice” riferito agli allenamenti di cui gli veniva chiesto conto nel lontano 2002 nel “praticare” distanziamento sociale per evitare la diffusione del contagio. “Stiamo parlando di…” è l’incipit ripetuto più volte durante quella conferenza stampa che ha segnato in maniera indelebile l’inizio della fine del suo rapporto con i Sixers - e in parte il distacco da quelli che sarebbero poi rimasti nella memoria di tutti come gli anni migliori della sua carriera. In molti videro in quelle parole soltanto la conferma di una mancanza di dedizione che più volte gli era stata imputata, mentre Iverson spiegò anni dopo di come quello fosse uno sfogo arrivato pochi mesi dopo l’uccisione di Rahsaan Langeford - il suo miglior amico, con il processo al presunto omicida iniziato soltanto qualche giorno prima in quel maggio 2002. Una delle lamentele fatta spesso da Iverson è stata: “Nessuno ha mai ascoltato nella sua completezza il messaggio che volevo mandare, le mie parole. Hanno iniziato a fare le canzoni e a ripetere soltanto una parola”. In questo caso invece il messaggio potrebbe arrivare in maniera completa perché più corto ed efficace, senza dover ripetere per 22 volte in 140 secondi la stessa parola.